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Sabato, 20 Aprile 2024
Giornalismo

Ester, giornalista "antimafia" che si guadagna da vivere in un fast food

Ester Castano ha 24 anni. Ha svelato i legami con la mafia del suo comune nel milanese. Ha vinto premi e riconoscimenti per le sue inchieste. Però nessuna redazione vuole investire su di lei, che adesso ha trovato lavoro come cameriera

Ester Castano è una giovane giornalista, si occupa di cronaca locale, soprattutto di infiltrazioni mafiose al Nord. Il suo impegno, la sua tenacia nel denunciare la collusione con l’ndrangheta del comune di Sedriano, primo comune lombardo sciolto per mafia, il cui sindaco le ha fatto la guerra con intimidazioni e querele, le sono valsi sia l’attenzione mediatica sia numerosi premi e riconoscimenti. 

Eppure l’unica proposta di lavoro che le è arrivata è quella di una grande catena di fast food, che le darà 650 euro netti al mese per servire patatine e hamburger. È lo scotto da pagare per poter continuare a fare il lavoro che le piace.

Fare cronaca locale è difficile, il prezzo è insostenibile. Riesco a piazzare pochissimi articoli in giro e ho bisogno non tanto di uno stipendio fisso, ma almeno di poter andare in pareggio con le spese sostenute per cercare le notizie e scrivere. Non ho mai potuto vivere di giornalismo e quindi ora devo integrare. Un problema diffuso e generalizzato di un’intera classe di giornalisti precari”, racconta Ester Castano a Today

Ho mandato curriculum per qualsiasi lavoro, anche per fare la donna delle pulizie, perché credo che il lavoro è sempre dignità, purché venga pagato. Ma mi fa rabbia sapere di essere una risorsa, una che il lavoro lo sa fare, e che su di me investa un fast food, non il giornale X. Sembra una grande buffonata.

Perché non vai all’estero? “Bella domanda. Ho provato ad andare a Londra, mi è piaciuta l’atmosfera che si respira lì, amo viaggiare e il mio sogno è fare il corrispondente dall’estero. Però adesso ho questa volontà masochista di rimanere e di voler fare qualcosa di più qui perché è qui che al momento ci sono argomenti, vicende e tematiche che mi interessano e che voglio contribuire a migliorare. Perché dovrei lavorare per un altro Paese?”. 

Intanto però c’è questo Paese, l’Italia. “Uscire, andare in giro a cercare le notizie richiede tempo e indipendenza economica. Si parla tanto di libera informazione. Ad essere liberi sono gli editorialisti dei grandi giornali, non chi prende dai 5 ai 30 euro a pezzo, perché chi lavora così si trova a dover fare delle scelte, a chiedersi se oggi si può permettere di prendere la macchina per raggiungere il tribunale e assistere a un’udienza, per andare a cercare una storia, delle fonti”. 

Il riferimento nemmeno tanto velato è a Curzio Maltese, editorialista di Repubblica e da poco europarlamentare europeo, che proprio in questi giorni ha annunciato che non andrà in aspettativa e continuerà a percepire il doppio stipendio da giornalista e da politico, perché la legge glielo consente. 

Siamo colleghi. Io però non posso più permettermi di fare la giornalista e lavorerò in un fast food. Tu oggi come ti senti?”, ha twittato ieri Ester proprio a Curzio Maltese. Da lui nessuna risposta. “Dov’è la coerenza qui? Come fa uno che dovrebbe rappresentare un’idea di sinistra e poi accetta di prendere soldi da una parte e dall’altra?”, si chiede la giornalista. 

Ester scrive da quando aveva 17 anni, parla inglese, francese, un po' di tedesco ed ebraico, a luglio ha finito gli studi e ha pensato, lei come tanti, alla scuole di giornalismo ma alla fine la risposta è una sola: "Per fare questo lavoro bisogna venire da famiglie benestanti”. Da quando sono iniziate le sue inchieste da Sedriano, la qualità del lavoro di Ester è stata riconosciuta da più parti. La lista di premi che questa cronista di 24 anni ha vinto include quello intitolato a Pippo Fava, il premio Mario Francese, il Premiolino, il Biagio Agnese per l’impegno civile. Tanta roba per una giornalista così giovane ma a lei non basta: “Non tengo ai premi, so come funziona e quello che c’è dietro. Non voglio farmi bella dietro a questi riconoscimenti, non è per quello che so di essere una risorsa. Però così non riesco a vivere”.

Ma dai direttori dei grandi giornali, quegli stessi in prima fila alle premiazioni e pronti a stringerle la mano, non è mai arrivata una proposta? “Zero”, è la risposta secca di Ester. “Con alcuni ci sono stati degli scambi di email ma nulla di più, tutto è rimasto sulla carta. Tante parole e poco coraggio”. 

Il suo caso è stato sollevato anche da Enzo Iacopino, presidente dell’Ordine nazionale dei Giornalisti, che in un post su Facebook ha scritto: “Ma uno di quei direttoroni che la premiano, uno dei bigs politici che la lodano, una di quelle primedonne della tv che usano il suo lavoro senza mai citarla, un angolino per consentirle di continuare a fare il mestiere che ama e che adora non riescono davvero a trovarlo?”. 

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La voce di Ester tradisce la delusione e l’insofferenza. “Non abbandono il mio sogno, che poi ora non è più nemmeno tanto un sogno perché questo lavoro lo faccio tutti i giorni ormai. Ma è paradossale che l’unico disposto a investire su di me sia un fast food”. 

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