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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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Federico Moccia a processo per evasione

I fatti risalgono al biennio 2007-2008. Come riporta il 'Corriere della Sera', lo scrittore e regista avrebbe gonfiato le spese per il lavoro di preparazione del film ‘Scusa se ti chiamo amore’

Federico Moccia, autore del romanzo ‘Tre metri sopra il cielo’, avrebbe gonfiato le spese per il lavoro di preparazione del film ‘Scusa ma ti chiamo amore’ con l’obiettivo di evadere le imposte, indicando prestazioni mai ricevute nella dichiarazione dei redditi.

A riportare la vicenda è il Corriere della Sera. Le contestazioni avanzate dalla procura, per le quali il regista è sotto processo, si riferiscono al biennio 2007-2008. Secondo il pm Mario Dovinola, il totale delle tasse evase è di un milione e quattrocento mila euro. 

Durante l’interrogatorio in aula, Moccia si è difeso sostenendo che di essere stato già assolto in un procedimento simile “come provano anche gli assegni a riscontro dei pagamenti”, affermazione questa - ricorda il quotidiano di via Solferino - contestata dal giudice Anna Maria Pazienza che lo ha bacchettato: “Mi mancano ancora tutti gli estratti conto”.

Nel 2007, per la preparazione del film che ebbe come protagonisti Raoul Bova e Michela Quattrociocche, lo scrittore si rivolse a due società: la MR Trade e la Emmebi srl. A loro, attraverso la sua ditta individuale ‘Federico Moccia’, Moccia affidò il compito di effettuare interviste in tutta Italia a persone di diversa età per avere diversi punti di vista utili alla scrittura della scenografia. L’opera venne contenuta in numerosi dvd “tutti consegnati alla Guardia di Finanza”, come ha specificato Moccia per provare le prestazioni ricevute come conferma dei versamenti.

Tuttavia, come si legge sul Corriere, qualcosa in questa versione scricchiolerebbe. 
Nel corso di un accertamento, laddove avrebbe dovuto avere sede la MR Trade, è stato trovato un magazzino. Circostanza ricordata dal pm Gianluca Mazzei durante l’udienza, mentre chiedeva a Moccia se era mai stato in via Santa Maria Goretti, domicilio dell’impresa. “Certo – ha risposto lo scrittore – era il 2006, stavano al primo piano”. A quel punto, ricorda il Corriere, il pm ha messo in difficoltà l’autore ricordandogli che i finanzieri hanno trovato un locale vuoto durante l’accertamento. 

Inoltre, il pm ha chiesto di chiarire cosa fossero le ricerche di mercato affidate alla Mr Trade con tre fatture complessive da 444mila euro a inizio 2008. Moccia ha risposto dicendo “non ricordo, c’era un contratto”. La sentenza sarà attesa a maggio prossimo.

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