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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Il figlio di Paola Perego dj nelle discoteche contagiate, attesa infinita per il tampone

Riccardo Carnevale ha suonato il 9 agosto a Porto Rotondo e il 12 ad Ansedonia. In entrambi i locali alcuni dei partecipanti e degli organizzatori sarebbero risultati positivi, ma fare il test non è così semplice. A raccontare la vicenda Lucio Presta

'Show must go on', ma fino a che punto e, soprattutto, sulla pelle di chi? La chiusura delle discoteche ha scoperchiato un vaso di Pandora che ci si poteva - e doveva - aspettare. Mantenere il distanziamento nei locali notturni è complicato, per non dire impossibile, così come controllare migliaia di ragazzi che dovrebbero indossare la mascherina, e allora il 16 agosto - con i contagi in aumento, a stagione ormai quasi terminata - il governo ha fatto spegnere luci e consolle, provocando la sommossa dei gestori.

Nel frattempo, però, chi quelle serate le ha frequentate, per lavoro o divertimento, fa i conti con la paura del virus e l'interminabile trafila per un tampone, come è accaduto a Riccardo Carnevale, figlio di Paola Perego e dell'ex calciatore Andrea Carnevale. Il giovane dj ha suonato in due delle discoteche finite sotto la lente d'ingrandimento: il Country Club di Porto Rotondo e La Capannuccia di Ansedonia, locali in cui sarebbero risultati positivi alcuni dei partecipanti, degli organizzatori e un altro dj. A raccontare la vicenda è Lucio Presta in un tweet: "Il figlio di mia moglie è uno dei 2 dj delle serate in Sardegna e Argentario. Gli comunicano che alcuni dei partecipanti, gli organizzatori e l'altro dj risultano positivi al Covid, applica protocollo e chiama il medico di base, che gli prescrive il tampone, chiama lo Spallanzani per dare dati e chiede che gli venga fatto un tampone. Risposta: 'La chiamiamo noi' e non si sente più nessuno. Allora richiama e gli dicono di andare in fila al drive in più vicino per fare il tampone". Così fanno, ma qualcosa non va, come si legge ancora: "Sei ore di fila in auto ed eccoci tocca a lui, ma sono le 20, devono chiudere, 'torni domani, anzi lei non dovrebbe proprio uscire di casa perché potenzialmente positivo'". Riccardo Carnevale replica di aver chiamato e di aver avuto indicazioni di recarsi al drive in. Un'attesa lunga 4 giorni, interminabili, e con lui altri ragazzi romani, potenzialmente positivi, appesi al filo dell'incertezza per quel tampone che non arriva. 

"Questo ragazzo ha seguito il protocollo, che voi avete previsto in questi casi, che deve fare? - chiede Presta nel tweet, facendosi portavoce di tutti quelli che come Riccardo si trovano in questa situazione - Interessa a qualcuno o facciamo un po' come cavolo ci pare? Vogliamo accertare se lui e gli altri sono positivi o no e comportarsi come si deve a seconda del caso? Anche stavolta ci vorrà un pizzico di fortuna e tanta pazienza".

Tanta pazienza, 5 giorni per l'esattezza. Stamattina Riccardo Carnevale è riuscito a fare il tampone e sui social arrivano le prime parole di mamma Paola Perego: "No privilegi ma neanche indifferenza. Finalmente al quinto giorno, dopo 6 ore di fila a un drive in, è riuscito a fare il tampone... Un grazie al personale medico". 

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