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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cinema

LAV denuncia il film "L'arbitro"

Agnelli sgozzati, cani impiccati e addirittura una pecora crocifissa nell'ultimo film di Paolo Zucca. La Lega Anti Vivisezione chiede spiegazioni

Fino a che punto è giusto spingersi su un set cinematografico per descrivere luoghi, situazioni, storie? Una pecora crocifissa, un agnello decapitato, cani impiccati: nell'ultimo film di Paolo Zucca, "L'arbitro", interpretato da Stefano Accorsi, la Sardegna è raccontata anche così.

La LAV (Lega Anti Vivisezione) dopo aver chiesto un chiarimento alla casa di produzione Lucky Red e non aver mai ricevuto risposte, ha presentato un esposto alla Procura della Repubblica di Roma.

“La violenza sugli animali esiste e rappresentarla non è uno scandalo ma è un reato commissionarla ed eseguirla per un film – ha dichiarato il presidente LAV Gianluca Felicetti – speriamo che le case cinematografiche finalmente sposino, anche a loro tutela, un codice preventivo di comportamento controllato da parti indipendenti che eviterebbe usi e abusi degli animali”.

Verrà aperta un'indagine per far luce sulla vicenda. Se gli animali fossero stati uccisi appositamente per la scena, questo configurerebbe la violazione dell’articolo 544 bis del codice penale, con la pena della reclusione da quattro mesi a due anni per chi ha organizzato e promosso il film. Oltre alla reclusione è prevista anche una multa fino a 15mila euro.

Oltre il codice penale, però, c'è anche il codice etico. Per quello non ci sono pene o sanzioni, ma basterebbe rispettarlo ancora prima di arrivarci.


 

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