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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Gabriele De Luca, un italiano al fianco di Ben Stiller: "Un'emozione unica recitare con lui"

Il giovane attore è stato scelto personalmente dal regista-protagonista di "Zoolander 2" dopo una lunga serie di provini

Dopo anni di gavetta e piccoli ruoli, finalmente la grande occasione, una parte nel film "Zoolander 2". Gabriele De Luca, giovane attore romano di origini brasiliane e magrebine, è l'isterico A.D. della sfilata romana nel film di Ben Stiller. Scelto personalmente dal regista e protagonista del film, De Luca è uno dei pochissimi attori italiani del cast. Oltre che sul grande schermo, lo vedremo a breve nella fiction "Baciato dal sole", in onda su Rai 1, nei panni di Malcom. 30 anni, carismatico ed eclettico, Gabriele De Luca ci ha raccontato come è stato recitare in un cast internazionale e quali sono i suoi prossimi progetti, oltre a svelarci una parte del dietro le quinte di questo difficile ma affascinante mestiere.

Sei stato scelto personalmente da Ben Stiller per un ruolo nel suo ultimo film "Zoolander 2". Cosa significa questo per un giovane attore come te?
"Sicuramente un'emozione unica. Non capita tutti i giorni di trovarsi davanti Ben Stiller a un casting. Mi sono detto: 'Me la gioco tutta, se va bene vuol dire che sono piaciuto'. E così è andata. Lavorare con un cast internazionale è stata un'esperienza bellissima. Sembrava di essere alla notte degli Oscar o ai Golden Globes. Trovarsi a contatto con Owen Wilson, Penelope Cruz, Kristen Wiig, Will Ferrel, e tanti altri è un bagaglio culturale che ti porti avanti per tanto tempo. E' anche un'occasione per poter rubare escamotage, modi di stare sul set, è favoloso".

Nasci come ballerino, poi arrivano spettacoli teatrali e fiction dove hai modo di farti conoscere come attore. E' questa la strada su cui vuoi proseguire?
"Quando ho iniziato ad avvicinarmi a questo mestiere avevo 13 anni, avevo amore e passione per il palcoscenico e ho voluto da subito costruirmi una preparazione ampia, sullo stile americano appunto, con gli attori che sanno recitare ma anche cantare e ballare. Ho sempre voluto avere un'infarinatura per potermi muovere su vari campi. La danza mi ha dato l'opportunità di andare sul palco, mentre nel cinema o nella fiction era più complicato anche per i miei tratti. Fino a qualche anno fa non era così multiculturale questo ambiente. Diciamo che ho iniziato come ballerino perché è stata la danza a puntare per prima su nuove tipologie e nuove facce, poi con la fiction ho iniziato verso i 19 anni. Sono andato anche all'università, ho lavorato nello studio di famiglia, ma l'amore per l'arte è sempre stato un fuoco troppo forte".

Tra poco ti vedremo nella fiction di Rai 1 "Baciato dal sole", dove vestirai i panni di Malcom...
"Sì, sarò Malcom, redattore di un nuovo network che si andrà a contrapporre a Idra Tv. Il mio personaggio è il classico giovane lavoratore che vuole dare un'impronta più fresca alla tv e ai contenuti, e quindi si andrà a scontrare anche con i giochi di potere che muovono i vertici, ma non voglio svelare nulla di più. Dico solo che è un bel messaggio di rinascita dei giovani, dimostrando che hanno tutte le qualità e la determinazione per mettersi in gioco, e non sono dei 'bamboccioni' come qualcuno tempo fa ha definito".

"Baciato dal sole" descrive l'ambiente televisivo, in particolare il talent show, per certi versi marcio, per altri invece ricco di opportunità. Pensi che oggi sia il modo più semplice per arrivare al successo oppure ti tieni alla larga e preferisci la 'vecchia' gavetta?
"Io non ho mai denigrato i talent o i reality. Siamo di una nuova generazione e ci sono carte nuove da giocare, tra queste ci sono anche i talent. Danno la possibilità ai ragazzi di far conoscere le proprie attitudini e di diventare personaggi televisivi o musicali. Io nel 2002 partecipai ai provini di Amici, poi non sono entrato ma sono andato avanti lo stesso. L'ho sempre trovata una cosa positiva, divertente, una scuola di vita, anche se forse un po' ovattata. Finito il talent ci si deve rimettere in gioco e non è detto che il risultato sia lo stesso. Quando esci la giungla è ancora più insidiosa".

Di giovani attori è pieno, solo pochi arrivano al successo, e oggi quasi sempre è grazie alla fiction che dà la possibilità di farsi conoscere con immediatezza al grande pubblico. Basta solo il talento per emergere? 
"Purtroppo non basta solo il talento. Con questa cosa mi ci scontro spesso e a volte dà anche un po' fastidio. Ogni gioco però ha le sue regole. Io gioco pulito e voglio continuare a farlo, ma a volte ti scontri con realtà non sempre chiare e giuste. Il merito non sempre viene preso in considerazione, c'è anche il fattore della bellezza, o della popolarità grazie ai social o a programmi televisivi. Nel caso di Guglielmo Scilla (lo youtuber protagonista in 'Baciato dal sole', ndr) poi scopri un talento vero, ma ci sono altri casi dove più che il talento è solo un personaggio che crea interesse mediatico. Ricordo Costantino Vitagliano, lui fu un grande personaggio mediatico grazie a 'Uomini e Donne', ed è stato anche intelligente a costruirci sopra una fortuna, ma dal fare il tronista a fare l'attore ce ne passa. L'interesse mediatico senza competenze è destinato a scomparire".

Prossimi progetti?
"Ho finito da poco di girare delle scene del prossimo film di Roberto Faenza, 'La verità sta in cielo', con Riccardo Scamarcio, sulla vita di Emanuela Orlandi. Poi sono in attesa di altre risposte, oltre a coltivare le mie altre due grandi passioni, la fotografia e la pittura. Mi sta venendo anche la fantasia di creare qualcosa sul web, magari come youtuber. Sono nuove frontiere. Per fortuna si iniziano a vedere più colori, l'Italia sta finalmente aprendo gli occhi".

                                 

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