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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cinema

Indagata Gina Lollobrigida

Avrebbe comprato falsi testimoni a proprio favore in una causa contro il figlio dello scienziato Zichichi

Nuova tegola giudiziaria per Gina Lollobrigida.

Dopo la brutta vicenda che l’aveva vista protagonista insieme al suo ex fidanzato spagnolo Javier Rigau, che aveva dichiarato di averla sposata per procura, e i numerosi contrasti con il figlio, ora l’attrice è finita nel registro degli indagati della Procura di roma per corruzione di atti giudiziari.

La “Bersagliera” è accusa, insieme al suo avvocato,  di aver “comprato” due testimoni a proprio favore nel processo per truffa e frode ai danni di Lorenzo Zichichi, figlio dello scienziato Antonino, in merito ai diritti di una statuetta realizzata dall’attrice.

Una vicenda che risale a dieci anni fa, riassunta dal quotidiano Leggo.

Tutto ebbe inizio quando la star del cinema sporse querela nei confronti di Lorenzo Zichichi (…) Motivo del contendere una statuetta, chiamata ‘Le Colombe di San Pietro’, ispirata alla nota piazza del Vaticano, che la star avrebbe realizzato su di un bozzetto. Questo disegno sarebbe stato affidato dalla diva del cinema al conoscente Lorenzo Zichichi che, secondo quanto dichiarato dalla Lollobrigida, se ne sarebbe impossessato e, successivamente (truffandola), lo avrebbe ceduto alla nota ditta di gioielli (la Swaroski, ndr) per circa 203mila euro. Un affronto per la Lollobrigida dato che ‘non aveva autorizzato la cessione a terzi dei propri lavori’”.

Eppure le cose non tornano.

Nel corso del processo tale tesi venne sconfessata da una prova documentale: un viaggio che la Lollobrigida effettuò a Mosca, nel 2003, per visitare il museo Puskin dove si teneva un'esposizione delle sue opere. Qui, al termine della visita, la Lollobrigida donò un catalogo in cui erano presenti, fra i suoi lavori, anche ‘Le Colonne di San Pietro’... realizzate proprio dalla Swarovski. Ne conseguì l'assoluzione di Zichichi ‘perché il fatto non sussiste’, come raccontato dai suoi legali Giandomenico Caiazza, Giovanni Di Benedetto, Federica Salemi e Silvia Ronchetti”.

Nel corso del processo emersero delle contraddizioni che spinsero il giudice Maria Concetta Giannitti a sentenziare “l'inattendibilità della versione accusatoria proposta dalla Lollobrigida e dai testimoni” disponendo quindi “la trasmissione degli atti, al pubblico ministero, nei confronti di Luigia Gina Lollobrigida” al fine di “valutare l'eventuale reato di corruzione in atti giudiziari”.

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