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Martedì, 23 Aprile 2024
il ricordo

Gino Stacchini, ex fidanzato di Carrà: "Avevamo vent'anni, lavorava per essere la migliore di tutte"

Calciatore, ala sinistra della Juventus, la sua storia d'amore con Raffaella risale agli anni Sessanta: "Era una rivoluzionara, resterà immortale"

"Prima di tutto è stata l'orgoglio dell'Italia" commenta commosso Gino Stacchini, ala sinistra della Juventus, sammaurese doc, e noto alla cronaca rosa degli anni Sessanta per il fidanzamento con Raffaella Carrà, quando al telefono spiega cos'è stata per lui la soubrette romagnola. Gino Stacchini, 83 anni, calciatore e allenatore, ha vestito anche la maglia azzurra, quindi di orgoglio nazionale se ne intende. Ma quando parla di Raffaella è un altro discorso. "Siamo stati molto amici da bambini - racconta - siamo cresciuti gomito a gomito. Io abitavo a San Mauro Pascoli (in provincia di Forlì Cesena, ndr) ma tutte le estati le trascorrevo a Bellaria perché i miei genitori avevano un albergo. E' lì che ho conosciuto Raffaella".

Com'era da giovane?

"Ricordo la sua grande volontà. Aveva la mania di riuscire a ogni costo. Si era iscritta a danza, e poi cantava. Cercava in tutti i modi di fare il mestiere che ha fatto e aveva ragione perché ha dimostrato al mondo intero di esserne capace. Di essere la migliore di tutte".

E' stata veramente una storia d'amore la vostra?

"Avevamo più o meno vent'anni, e abbiamo avuto un timido tentativo ma sia io che lei avevamo il nostro lavoro. Soprattutto lei era molto concentrata sulla sua carriera. La vita sentimentale veniva in secondo piano. Poi anch'io ho iniziato a girare l'Italia come allenatore e quindi alla fine le distanza si sono allungate. Ci vedevamo saltuariamente. Lei viveva a Roma".

Ma vi siete continuati a vedere?

"Ci vedevamo ogni tanto, per caso. Era una tifosa della Juve e ci siamo rivisti anche quando non avevamo più nessun tipo di relazione. Lei veniva a trovarmi solo come tifosa. Amava anche il Cesena. Era una donna positiva, che sapeva trasmettere molta energia".

Qual è il più bel ricordo che ha di lei?

"La sua volontà, la sua determinazione a decidere una cosa e a farla. Era una romagnola nel sangue. Col suo "tuca tuca" ha avuto la forza di rivoluzionare anche il settore del ballo, rinnovandolo. Era una rivoluzionaria, una romagnola pura. Per questo penso che Raffaella sia veramente immortale, resterà nei ricordi di tutti perché è impossibile dimenticarla". 

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