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Venerdì, 29 Marzo 2024
Grande Fratello

L'insostenibile impunità di Fausto Leali al Gf Vip

Dopo quel "nero è il colore, negro la razza", la rete chiede la squalifica del concorrente dal reality show che elogia Mussolini. Ma Mediaset fa finta di nulla

"Se fai nove cose giuste e una sbagliata, la gente ti ricorderà solo per quella sbagliata, prendiamo in esempio Mussolini…". Cominciano così i merdoni pestati da Fausto Leali al Grande Fratello Vip. Una massima che l'artista sente caldamente, quella delle cose giuste e sbagliate, e di cui immaginiamo comprenderà ancor meglio il significato quando, dopo aver fatto tante canzoni "giuste", ha fatto la cosa sbagliata: entrare nel loft di Cinecittà e rendersi protagonista di siparietti presto additati come razzisti e apologetici del fascismo. Una macchia che va a segnare la sua carriera lunga cinquant'anni ma su cui per ora la produzione del reality show sta passando un tanto indegno quanto deciso colpo di spugna.  

Tanta è stata la fretta a squalificare concorrenti portatori di squalificanti frasi nelle scorse edizioni (si pensi alle polemiche sul sessimo rivolte a Salvo Veneziano e Luigi Mario Favoloso o a quel "sei un Buscetta" gridato da Clizia Incorvaia), quanto pare si stia facendo spallucce di fronte alle dichiarazioni di Leali, che peraltro nella Casa sembra non si stia divertendo manco un po', almeno a giudicare dai silenzi propinati nel corso delle dirette. Ammonito in diretta sull'elogio di Mussolini da Alfonso Signorini, ha replicato farfugliando sentimentalismo ("Probabile che io abbia detto cose imprecise, ma sono un sentimentale (???): non sono di parte, non so nemmeno cosa voglia dire"), per poi aggravare ulteriormente la sua posizione appena qualche ora dopo. 

Gf Vip, frase razzista di Fausto Leali: "Nero è il colore, negro la razza"

In virtù di quell'adagio per cui errare è umano ma perseverare diabolico, infatti, risulta difficile immaginare un'altra acrobazia della produzione per graziare il concorrente dopo l'ultima sparata di ieri pomeriggio. "Smettila dai, nero è il colore, negro la razza. Noi italiani vogliamo fare i fighi, non è vero?", ha risposto ieri a Enock Balotelli che lo rimproverava per aver usato ancora una volta un'espressione scatenante un nuovo polverone sui social. "Che cosa devo fare", ha rincarato, "cancellare la mia canzone 'Angeli Neri'? La cancello?". Inutili i tentativi dei coinquilini di riportarlo all'ordine: i moniti di Enock, Tommaso Zorzi e della contessa De Blanck sono rimasti inascoltati. Il botta e risposta ha trovato però ampia cassa di risonanza in rete, dove ora si chiede a gran voce la squalifica per razzismo. 

Leali contro tutti. Leali che sembra fuori dal tempo, fuori dalla cronaca e dalla tv di oggi (e viene da chiedersi perché rientrarci, a questo punto, nel piccolo schermo). Frasi, le sue, che paiono uscite dai cinepanettoni degli anni Novanta, quando ancora era un divertissement parlare di "froci" nei film senza che qualcuno tra il pubblico si indignasse. Ma oggi è un altro giorno. Oggi è un presente ancora segnato dalla ferita dei fatti di Willy Monteiro, dall'onda di solidarietà del Black Live Matters dopo l'omicidio di George Floyd, dalla L'Oréal che cancella la parola 'bianco' dai suoi prodotti. Non si tratta di politically correct, ma di progresso. E non siamo ancora così avanti da poterci permettere di riderci su. 

Malgioglio contro Leali per le frasi su Mussolini: "Meglio che si metta a cantare"

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