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Giovedì, 28 Marzo 2024
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"I fantasmi di Portopalo", Beppe Fiorello porta in tv il dramma dei migranti

La fiction andrà in onda il 20 e il 21 febbraio su Rai 1. L'attore, da sempre molto sensibile al tema, tuona: "La politica non sa gestire questo problema"

C'è grande attesa per "I fantasmi di Portopalo", fiction con Beppe Fiorello, in onda su Rai 1 lunedì 20 e martedì 21 febbraio, sulla tragedia avvenuta alla vigilia di Natale del 1996, in cui morirono 283 persone. Fu il primo dei grandi naufragi di migranti nel Mediterraneo, venuto alla luce per l'onestà di un pescatore, Saro (Beppe Fiorello) e alla perseveranza di un giornalista, Giovanni Maria Bellu (interpretato da Giuseppe Battiston), che scrisse un libro su questa storia.

Alla presentazione della miniserie diretta da Alessandro Angelini, Giuseppe Fiorello ha affermato: "Sono contro la gestione dell'immigrazione fatta di muri, e sono sicuro che qualcuno mi dirà 'portali a casa tua i migranti, che sei ricco'. La verità è che l'immigrazione va gestita meglio: se vengono lasciati buttati in una palestra, o a vagare, è ovvio che le mafie si nutrano di questi fantasmi, e diventino il loro braccio armato".

Fiorello, che da anni voleva portare sul piccolo schermo questa storia, ha puntato il dito contro la cattiva gestione del problema immigrazione: "Bisogna aver paura della politica che non sa gestire questo problema, non dei migranti. Sono lasciati allo sbando, ma un uomo deve essere libero di girare per il mondo e seguire il proprio sogno".

Di quei morti in mare al largo di Portopalo, in provincia di Siracusa, per anni non si seppe nulla, fino a quando un pescatore non raccontò a Bellu che sapeva dove era naufragata la loro nave. Oggi il protagonista, che figura anche come co-sceneggiatore, ha affermato: "In questo racconto c'è il naufragio, la tragedia, la madre di tutti i naufragi, e anche un naufragio dell'anima - ha detto - Si era diffusa l'idea di una certa omertà dei pescatori di Portopalo, ma la loro fu una reazione di paura: si trovarono a gestire una cosa grande senza trovare la collaborazione delle istituzioni, che oggi sono molto più presenti nella gestione dei problemi dei migranti".

Alcuni elementi di fantasia sono stati inseriti nel racconto della fiction, ma, come ha spiegato Fiorello: "Nella storia non si salva nessuno, se non il senso civico dei personaggi. E si sottolinea quanto è importante dire la verità: siamo obbligati a farlo se vogliamo un mondo migliore".

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