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Giovedì, 25 Aprile 2024
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"Il boss delle cerimonie" su Real Time diffama Napoli?

Polemica sul nuovo docu-reality che mostra i matrimoni in grande stili in bilico tra kitsch e tradizione all'ombra del Vesuvio

E non poteva certo mancare alla collezione di Real Time anche un altro boss, quello delle cerimonie.

Un nuovo docu-reality racconta in sei puntate tradizioni, miti e riti dei matrimoni napoletani organizzate da don Antonio Polese, organizzatore storico di matrimoni sotto il Vesuvio nella tenuta de La SonRisa.

È lui “Il boss delle cerimonie”, che offre una location da favola per un matrimonio in grande stile. Sul significato di quest’ultima parola si discute un po’ e c’è chi la sostituisce con “trash” (o “kitch”) e si indigna per l’immagine negativa e stereotipata che il docu-reality restituisce di Napoli e dei napoletani.

Il sito di Real Time presenta così il programma: “Ogni episodio è il ritratto oggettivo di una tradizione profondamente radicata nella cultura partenopea, fatta di riti e simboli. Rimarremo a bocca aperta davanti a tutte le fasi principali di una vera festa napoletana: la scelta dell’abito nuziale, la serenata, le decorazioni della casa dei genitori prima che la sposa vada via per sempre, tutta la festa che si protrarrà per l’intera giornata fino ai fuochi d’artificio finali". 

Nemmeno il tempo di mandare in onda la prima puntata che sui social network è montata l’ondata di indignazione di chi non si riconosce in quel “ritratto oggettivo” e nega quella “tradizione profondamente radicata nella cultura partenopea”.

Come al solito, Real Time propone uno spaccato della realtà tanto sconvolgente quanto usuale, limitandosi a raccontare un fenomeno già esistente prima che arrivassero le sue telecamere a celebrarlo. Magari sarà caricato, come sempre avviene in tv, ma magari non lo è nemmeno poi tanto e chi è stato almeno una volta a un matrimonio al Sud lo sa bene.

Su Facebook è spuntato il gruppo “Chiediamo la chiusura del programma Il boss delle cerimonie”, creato da Federico Arienzo, vicepresidente della Municipalità 2 di Napoli.

“Trasmettessero una commedia di Eduardo, un film di Massimo Troisi o un concerto di Pino Daniele se vogliono raccontare la nostra cultura, la nostra identit", propone Arienzo, che sulla home del gruppo ha scritto: "Da Vicepresidente della Municipalità 2 del comune di Napoli, mi vergogno per quello che state trasmettendo sui matrimoni qui in Campania. Mi dissocio da quanto viene raccontato come fenomeno comune, trattandosi di squallide rappresentazioni che indignano la stragrande maggioranza di un popolo che non merita di essere così raccontato. Lanceremo una campagna per boicottare questo schifo che state trasmettendo”.

Real Time non si scompone e prosegue la messa in onda: “Il boss delle cerimonie” fa ascolti e piace.

Non mi sembra che il nostro lavoro sia offensivo, sono semplici matrimoni nei quali ciascuno è libero di vedere ciò che vuole: la lettura è aperta, così come accade quando si fa un’inchiesta, si racconta una realtà sulla quale ciascuno è libero di trovare gli spunti che ritiene”, ha detto a ReteNews24 Laura Carafoli, produttrice del programma, che ha contestato le accuse: “Sappiamo bene che non tutti i matrimoni si svolgono così. Quello che viene definito trash per me è folclore, tradizione, passione. Posso capire le polemiche, ma vorrei ricordare che il nostro wedding planner per eccellenza, Enzo Miccio, ha girato il 30% dei suoi matrimoni glamour nel napoletano così come a Ravello, ma non tutti abbiamo gli stessi gusti”. 

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