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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cinema

Ken Loach rifiuta un premio a Torino: "Sto con i lavoratori"

Il regista inglese diserta il Festival del cinema e rifiuta il premio Gran Premio Torino per protestare contro "l'esternalizzazione dei servizi che vengono svolti dai lavoratori con i salari più bassi" al Museo Nazionale del Cinema

Ken Loach avrebbe dovuto partecipare al 30esimo Festival di Torino per presentare il film "La parte degli angeli" e ritirare il Gran Premio Torino ma a pochi giorni dall'inizio della kermesse il regista inglese ha annunciato che non sarà nella città sabauda e, soprattutto, rifiuta il premio.

"È con grande dispiacere - scrive il regista in un comunicato - che mi trovo costretto a rifiutare il premio che mi è stato assegnato dal Torino Film Festival, un premio che sarei stato onorato di ricevere, per me e per tutti coloro che hanno lavorato ai nostri film. I festival hanno l’importante funzione di promuovere la cinematografia europea e mondiale e Torino ha un’eccellente reputazione, avendo contribuito in modo evidente a stimolare l’amore e la passione per il cinema. Tuttavia – prosegue – c’è un grave problema, ossia la questione dell’esternalizzazione dei servizi che vengono svolti dai lavoratori con i salari più bassi. Come sempre, il motivo è il risparmio di denaro e la ditta che ottiene l’appalto riduce di conseguenza i salari e taglia il personale. È una ricetta destinata ad alimentare i conflitti. Il fatto che ciò avvenga in tutta Europa non rende questa pratica accettabile".

LA CRISI PAGATA DAI LAVORATORI - Il regista fa riferimento ai "servizi di pulizia e sicurezza del Museo Nazionale del Cinema (MNC)" che sono stati "esternalizzati alla Cooperativa Rear", dopo che i dipendenti "hanno denunciato intimidazioni e maltrattamenti" in seguito a un "taglio degli stipendi".

"I lavoratori più malpagati, quelli più vulnerabili, hanno quindi perso il posto di lavoro per essersi opposti a un taglio salariale. Ovviamente è difficile per noi districarci tra i dettagli di una disputa che si svolge in un altro paese, con pratiche lavorative diverse dalle nostre, ma ciò non significa che i principi non siano chiari - spiega Ken Loach - In questa situazione, l’organizzazione che appalta i servizi non può chiudere gli occhi, ma deve assumersi la responsabilità delle persone che lavorano per lei, anche se queste sono impiegate da una ditta esterna. Mi aspetterei che il Museo, in questo caso, dialogasse con i lavoratori e i loro sindacati, garantisse la riassunzione dei lavoratori licenziati e ripensasse la propria politica di esternalizzazione. Non è giusto che i più poveri debbano pagare il prezzo di una crisi economica di cui non sono responsabili.

LAVORO E DIRITTI NELLA VITA COME NEL CINEMA - "Abbiamo realizzato un film dedicato proprio a questo argomento, 'Bread and Roses' ", ricorda Ken Loach. 

"Come potrei non rispondere a una richiesta di solidarietà da parte di lavoratori che sono stati licenziati per essersi battuti per i propri diritti? Accettare il premio e limitarmi a qualche commento critico sarebbe un comportamento debole e ipocrita. Non possiamo dire una cosa sullo schermo e poi tradirla con le nostre azioni. Per questo motivo, seppure con grande tristezza, mi trovo costretto a rifiutare il premio".

LA REPLICA DEL MUSEO NAZIONALE DEL CINEMA - Una presa di posizione netta e chiara che però viene contesta dal Museo Nazionale del Cinema, che risponde a stretto giro di posta con un altro comunicato. "Ci dispiace di constatare che un grande regista, al quale va da sempre la nostra ammirazione, sia stato male informato", si legge nella nota. 


"Il contratto di assegnazione dei servizi di vigilanza e pulizia alla Mole Antonelliana è stato stipulato a norma di legge, con una gara europea ad evidenza pubblica, rispettosa delle normative ministeriali e dei contratti di lavoro in essere" e il MNC "non può essere ritenuto responsabile dei comportamenti di terzi, né direttamente né indirettamente" e "non sarebbe in alcun modo legittimato a intervenire nel merito di rapporti di lavoro fra i soci di una cooperativa esterna e la loro stessa società".

Il Museo rivendica il riconoscimento di "un comportamento eticamente ineccepibile nei confronti delle problematiche inerenti i rapporti di lavoro con i dipendenti del Museo del Cinema, i collaboratori e le rappresentanze sindacali" e "un impegno costante nella ricerca di soluzioni atte a garantire continuità e difesa dei posti di lavoro, anche in un momento di forte contrazione delle risorse economiche a disposizione". 

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