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Giovedì, 18 Aprile 2024
Epic fail sui social

Le luci di Natale più brutte d'Italia (diventate virali sui social) | GALLERY

Il Natale non sarà più lo stesso dopo aver visto le foto che la pagina "Luci di mer*a" pubblica su Instagram

Che Natale sarebbe senza le luci, gli addobbi e le luminarie nelle vie di città e paesi? Sarebbe meno magico e anche meno divertente. Osservare, e giudicare, le decorazioni natalizie delle case è uno degli sport dicembrini più quotati, insieme all'aggiungere un buco alla cintura dopo i pranzi e le cene abbondanti. Negli Stati Uniti ci sono delle vere e proprie competizioni a colpi di renne e pupazzi di neve gonfiabili, le famiglie entrano in lotta per aggiudicarsi il premio Migliore allestimento natalizio della via o del quartiere e lì anche chi si definisce il Grinch non può resistere al fascino psichedelico delle luci.

In Italia, dove prendiamo la vita sempre con molta ironia, è nata la battaglia all'addobbo luminoso più brutto. L'intuizione geniale è nata nel 2013 sui social e da quel momento non ha mai smesso di far ridere gli utenti: si chiama Luci di mer*a e raccoglie le peggiori illuminazioni dello Stivale. Cascate asimmetriche di luci, palme illuminate così da ricordare la forma fallica, semicerchi luminosi che sembrano seni, alberi di Natale fatti di fili di luci che uniscono due o tre piani dei condomini, poi ancora scelte cromatiche di dubbio gusto e figure - come candele o Babbi Natale - che assumono significati equivoci.

In ogni angolo del Belpaese sembra esserci una luce pronta a far ridere. A Marina Di Pietrasanta, ad esempio, il covid (o almeno la sua raffigurazione grafica) è diventata un addobbo dei lampioni, a Napoli qualcuno spera in un 2022 più luminoso e per farlo cita Gomorra scrivendo, rigorosamente con un filo luci, "'mo ce ripigliamm' tutt' chell che è o nuost". A conquistare il cuore degli italiani non sono solo gli addobbi sfarzosi, ma anche quelli minimal, senza senso nè gusto: stelle di Natale solitarie, fili di lampadine cascanti, renne volanti o sorrisi inquietanti che uniscono due finestre. Insomma un incubo fatto da chilometri di luminarie che collegano l'Italia meglio di quanto facciano linee ferroviarie e autostrade.

Le migliori idee nascono per gioco

"Il progetto è nato per scherzo nel Natale 2013, dalle sere passate con gli amici in un paese nella provincia di Bari. Abbiamo iniziato prima ad inviarci foto tra noi e poi a postarle su Facebook commentandole.. quattro anni fa ho aperto la pagina IG e oggi la pagina si è trasformata in un "repost" continuo di immagini provenienti da tutta Italia e non solo" a parlare del suo gioiello social a Today è l'ideatore, che preferisce rimanere anonimo e che da adesso chiameremo Mario (nome di fantasia). L'anonimato gli serve per gestire con tranquillità l'account, in passato gli sono arrivate molte minacce di rimozione delle foto.

L'incredulità è tanta, "Non mi sarei mai aspettato questa crescita esponenziale dei follower, è nato tutto per gioco fino a quando ho realizzato che non eravamo gli unici che vedevano le decorazioni natalizie kitsch. Oggi conto quasi 70mila fan e stare dietro la pagina è diventato molto impegnativo considerando che sono l'unico a gestirla, non nascondo che passo molte ore al cellulare soprattutto la sera dopo lavoro, con gli amici, a tavola, in bagno e nel letto prima di dormire... cerco di rispondere a tutte le mail e foto che mi inviano che sono circa un centinaio al giorno. Quando pagine, giornali, programmi radio o tv ne parlano le email si triplicano" da qui anche la richiesta di inviare solo foto centrate e non sfocate, in modo tale da fare una preselezione. 

I social sono diventati come gli Stati Uniti per chi cerca fortuna, in molti con l'intuizione giusta sono riusciti a cambiare vita ed è quello che vorrebbe anche Mario: "Potrebbe diventare un vero e proprio lavoro e non nascondo che mi piacerebbe considerando che faccio tutt'altro e che aimè non è ben retribuito.. se solo non fosse che è una pagina stagionale, dopo il 6 gennaio inizia il calo delle condivisioni e dei follower, ci avrei già pensato. Li capisco però, vedere ancora luci di Natale oltre il mese porta la nausea".

Alla domanda se ha mai fatto una classifica delle foto risponde di no, ma confessa di avere una sua preferita è quella che ha ispirato il gioco ed "è anche l'immagine del profilo Instagram. Quella luminaria era fissa tutto l'anno e veniva accesa solo nel periodo natalizio sempre nella stessa forma. Adesso purtroppo non c'è più".

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L'ironia dei social, non tutti apprezzano l'essere i protagonisti

Non tutti apprezzano l'ironia della pagina e anzi ne rimangono offesi, in particolare i Comuni: "Una volta in cui pubblicai la foto del municipio di un paese vicino Milano, nella foto c'era una luminaria messa dall'amministrazione comunale palesemente a forma di pene. Il vicesindaco riuscì a contattare il ragazzo che mi aveva inviato la foto per farmela rimuovere. Fu rimossa la fotografia, perché me lo chiese il ragazzo, ma eravamo comunque divertiti dal fatto che le amministrazioni tengono molto a non essere derisi".

Senza andare troppo indietro nel tempo "quest'anno la vice sindaco di Carpi mi ha taggato in una storia dicendomi che le luminarie, mostrate anche in TV a Che tempo che fa, erano tutta una questione di prospettiva". Non solo Comuni, anche le attività commerciali prendono sul personale l'essere menzionati dalla pagina: "In un altro paesino, sempre in provincia di Milano, un negozio aveva messo in una strada pubblica il nome dell'attività, senza un augurio o mezzo cenno di spirito natalizio. Mi contattarono dicendomi: Guardi che lei non capisce, Noi facciamo queste luminarie tutti gli anni gratis come dono alla città!".

Non resta che farsi delle belle risate guardando le foto che Luci di Me*da. 

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