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Giovedì, 28 Marzo 2024
Musica

"Massimo Di Cataldo non ha picchiato l'ex compagna": il tribunale scagiona il cantante

Dopo il proscioglimento dall'accusa di procurato aborto arriva anche l'archviazione per maltrattamenti. Adesso è la donna a rischiare grosso

Capitolo chiuso. "Finalmente" esclama Massimo Di Cataldo, tirando un sospiro di sollievo dopo aver passato quasi due anni a cercare di convincere tutti, oltre i giudici, che lui non era il mostro descritto dall'ex compagna, Anna Laura Millacci, che lo denunciò per maltrattamenti e procurato aborto.

Nel luglio 2013 la donna pubblicò su Facebook alcune immagini del suo volto tumefatto e di un feto abortito, accusando pubblicamente Di Cataldo che nel frattempo stava ritirando un premio e scoprì di essere "l'orco" qualche ora dopo, quando il suo profilo social era già pieno di insulti, su giornali e tv non si parlava d'altro, e la gente aveva il colpevole. Il giorno dopo la denuncia, il processo e l'inizio di un incubo per il cantante che si è sempre proclamato innocente.

Il tribunale di Roma gli ha dato ragione, non una, ma due volte. La prima lo scorso ottobre, quando il gip Elvira Tamburelli lo ha proscoilto dall'accusa di procurato aborto dopo che la perizia medica evidenziò che non c'erano tracce di lesioni, la seconda oggi che è stata archiviata l'inchiesta per maltrattamenti.

La Millacci si è opposta all'archiviazione, allo stesso tempo Di Cataldo ha chiesto di farla incriminare per simulazione di reato e calunnia. L'avvocato del cantante ha depositato una perizia fotografica che dimostrerebbe che non c'è compatibilità tra le tracce ematiche presenti sul volto e le percosse riferite, gli scatti pubblicati dalla donna perciò sarebbero falsi. 

La battaglia giudiziaria potrebbe andare ancora avanti, ma stavolta sul banco degli imputati non ci sarebbe Massimo Di Cataldo che ha tutta l'intenzione di farla pagare alla ex, colpevole, come ha fatto sapere il cantante, di avergli rovinato la vita e la carriera.

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