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Venerdì, 19 Aprile 2024
L'INTERVISTA

Antonella Ruggiero: "I talent non mi interessano. Reunion dei Matia Bazar a Sanremo? Direi di no"

Il 5 dicembre è uscito 'Empatia', il nuovo album della cantante dedicato al mondo del volontariato. Da sempre attenta e aperta a più generi musicali, il suo impegno artistico va ben oltre le luci della ribalta. Un ritorno all'Ariston è fuori discussione, in gara e come ospite. L'intervista su Today

A due anni dall'ultimo album, Antonella Ruggiero torna con un nuovo lavoro discografico. 'Empatia' - uscito il 5 dicembre e disponibile sul suo sito personale - è la testimonianza di un concerto dedicato al volontariato. Si tratta, infatti, della registrazione di uno speciale live dell'artista insieme a Maurizio Camardi Sabir 5et e a Roberto Colombo, tenutosi lo scorso 8 febbraio nella Basilica di Sant'Antonio a Padova, capitale europea del volontariato 2020. 

Considerata una delle voci più intense e suggestive del panorama musicale italiano, Antonella Ruggiero è senza alcun dubbio un'artista per cui la ricerca e la sperimentazione valgono molto più dei riflettori. Per questo, come racconta a Today, il mondo dei talent non le appartiene e non cerca un ritorno a Sanremo. Neanche se glielo chiedesse Amadeus.

Il nuovo album si chiama Empatia. Perché questo titolo?
"Empatia perché è dedicato al mondo del volontariato. Se lì non c'è empatia non ci sarebbero persone che si dedicano così, con grande impegno, agli altri e anche all'ambiente. Il concerto che si è svolto l'8 febbraio del 2020 all'interno della Basilica di Sant'Antonio di Padova è stato registrato ed è diventato un lavoro. Una bellissima esperienza. Il luogo era gremito di persone, c'è stato un bell'impatto umano ed emotivo. È stato fatto un attimo prima della chiusura dell'anno scorso. Tutti questi elementi hanno fatto sì che questo documento abbia un'importanza particolare".

Se tornasse a quel giorno, sapendo quello che sarebbe accaduto da lì a un mese e che avrebbe fermato anche la musica, avrebbe aggiunto qualcosa?
"Sarebbe stato esattamente così come è stato. Una ricerca in un repertorio vastissimo che ho la fortuna di avere, ma non solo. Ho scelto musiche che provengono sia dal mio repertorio personale, ma anche brani antichi, della tradizione, brani di un cantautore genovese come De André, due brani di Maurizio Camardi, che fa parte del quintetto Sabir. La cosa interessante è che di questo quintetto hanno suonato dei musicisti molto giovani, che voglio citare: Alessandra Moro al violoncello, Ilaria Fantin all'arciliuto, Alessandro Tombesi all'arpa e alle percussioni Alessandro Arcolin. È stato un insieme sonoro interessante e gradito al pubblico, quindi non cambierei proprio nulla di quello che è stato".

Nel disco ci sono diversi brani sacri. È credente?
"Sono credente ma non seguo i dogmi e tutto ciò che può avvenire all'interno delle religioni. Sono molto libera di pensiero rispetto a tutto questo genere di cose, che talvolta possono anche condizionare le persone. Credo, credo nella meraviglia della natura e anche nell'intelligenza umana, laddove esiste e per fortuna esiste, nonostante la storia talvolta ci suggerisca il contrario". 

Tornando all'empatia e all'attenzione verso l'altro, questa pandemia secondo lei ci ha unito? È davvero cambiato qualcosa?
"Che sia cambiato qualcosa è indubbio, che ci abbia unito non lo so. In questo anno abbiamo avuto modo di osservare moltissimi comportamenti e non si può dire che la pandemia ci abbia uniti. Ci sono tante frammentazioni, se penso anche ai negazionisti. C'è veramente il caos. Stiamo vivendo un periodo storico estremamente interessante, seppur nella sua drammaticità, proprio perché vengono fuori i lati positivi ma anche quelli molto oscuri dell'essere umano. Vedremo tra molti anni che cosa sarà accaduto veramente e cosa ci resterà di tutto questo". 

Molti suoi colleghi, in periodi in cui sono lontani dalle scene, optano per il talent show, da concorrenti o giurati, per sopravvivere a livello mediatico. Lei accetterebbe?
"No, non mi interessa quel genere di cose lì e non mi interessano i talent. Sono qualcosa di innaturale, anche se non voglio generalizzare. Considero il lavoro dei musicisti e degli artisti come un lavoro che non può essere costantemente sotto un riflettore. A volte è necessario stare anche soli con noi stessi per cercare di capire qualcosa rispetto alle nostre volontà e proposte, che poi magari si traducono in un lavoro non solo discografico. L'arte ha bisogno anche di silenzi e altre cose che nulla hanno a che fare con i talent. Io poi non sarei adatta".

Lei in silenzio ci è rimasta 7 anni dopo l'addio ai Matia Bazar. Di certo non la spaventa l'assenza dalle scene.
"No no, assolutamente, anche perché la mia vita personale non è cambiata rispetto a prima. Non frequentando la mondanità non mi è cambiato nulla. Sto nel mio ambiente personale preferito e faccio le cose che voglio fare, al livello creativo e non solo".

Dagli inizi della sua carriera con i Matia Bazar e il rock melodico, alla musica elettronica. Lei ha sperimentato diversi generi e contaminazioni. Come la trova oggi la musica italiana? L'indie, la trap, sono novità o in qualche modo calcano sound del passato?
"Non si può dire che siano novità. Se pensiamo a quello che è accaduto, specialmente in America 25/30 anni fa, quando ragazzi allora assolutamente motivati hanno inventato questo loro modo di esprimersi. Non è una novità, anche negli atteggiamenti, nell'abbigliamento e nel modo di scrivere. Purtroppo c'è molta ripetitività nella musica di oggi, questo è un limite. Non credo però che i giovani non abbiano un lato innovativo, è solo che probabilmente i media non li vanno a cercare. Poi c'è il mondo dei giovanissimi che si occupano di altra musica, come la classica o il jazz, o anche musica popolare. Esistono e talvolta sono bravissimi e quindi c'è un altro riferimento rispetto alla musica, fortunatamente". 

Ogni anno il pubblico si aspetta di rivederla a Sanremo. Ha presentato canzoni che non hanno convinto gli ultimi direttori artistici o sono soltanto voci?
"Non ho mai mandato nulla che poi non fosse stato accettato. Negli anni ne ho fatti parecchi, ma non ho mai mandato niente che non sia stato preso in considerazione. Non so di queste voci che girano, non ne ho idea".

Dopo i Ricchi e Poveri lo scorso anno, Amadeus ha annunciato un'altra grande reunion in questa edizione. Se lo proponesse ai Matia Bazar, formazione originale, lei accetterebbe?
"Sicuramente no. Non ha senso tornare indietro e ripercorrere qualcosa che ha avuto un suo senso nel momento in cui è stata fatta. Sarebbe assurdo per me".

E in gara tra i Big ci tornerebbe?
"Penso di no. Al momento non ci penso. In futuro forse, un futuro molto lontano. Ma credo di no"

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