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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Redazione

Le 5 migliori uscite discografiche della settimana

Appena trascorsa la celebrazione del Record Store Day, che ha regalato agli apppassionati molte chicche da collezione - David Bowie, Lou Reed, Iggy Pop, Pearl Jam, Blur, Dire Straits, solo per citare alcuni nomi che hanno offerto edizioni speciali dei loro capolavori - la musica torna alle sue abituali uscite del venerdì, quando le nuove pubblicazioni discografiche arrivano nei negozi e negli store digitali. Ne abbiamo scelti 5 che spaziano dagli Stati Uniti all'Italia, dall'Irlanda alla Germania: musica d'autore, post-punk, pop nostrano ma anche rock industriale. 

1 - Ry Cooder & Taj Mahal
Get on Board

Dici Ry Cooder e subito pensi a Paris Texas, immortale pellicola di Wim Wenders del 1984. Dici Taj Mahal e la vita diventa subito a colori, basta pensare al suo gioioso Hanapepe Dream di inizio millennio. Nel nome del blues, dei loro suoni che fanno paesaggio, dopo una vita letteralmente trascorsa on the road, due icone della musica americana hanno deciso di rimettersi insieme per un nuovo viaggio. Non accadeva da quando erano ragazzini e insieme avevano formato, nel 1965, The Rising Sons, un gruppo che durò un solo anno e dovette aspettare sino al 1992 per vedere pubblicate le loro canzoni. Ma di strada Ry Cooder e Taj Mahal ne hanno fatta tanta, segnando con le loro canzoni le strade polverose del blues. Ed ora eccoli qui: due ragazzini figli del diavolo di nuovo a bordo insieme. Con le loro voci consumate dal tempo e per questo ancora più emozionanti; con i loro vecchi strumenti, un'armonica e una chitarra, che ancora infiammano il cuore. Un disco prezioso.  

2 - Fontaines DC
Skinty Fia

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Terzo lavoro prodotto da Dan Carey per la band dublinese guidata dal cantante Grian Chatten. Skinty Fia è una frase irlandese che può essere tradotta come “la dannazione del cervo”: strappato dal suo habitat naturale e inserito in una casa, illuminato da una luce rossa artificiale. Il cervo gigante irlandese è una specie estinta e i pensieri della band sull’identità della terra di Joyce sono al centro dell’album. Se Dogrel - album dell'anno per Rough Trade nel 2019 - era disseminato di ritratti dei personaggi di Dublino, e A Hero’s Death ha documentato lo sconvolgimento e la disconnessione che la band ha provato mentre viaggiava per il mondo in tour, in Skinty Fia i Fontaines D.C. si rivolgono alla loro verde Irlanda da lontano, mentre ricostruiscono le loro vite altrove. Per un gruppo la cui città natale scorre nelle vene  - “D.C.” sta per “Dublin City” - l’album li vede cercare di risolvere il bisogno di ampliare i propri orizzonti con l’affetto che ancora provano per i luoghi e le persone che si sono lasciati alle spalle. Mentre li aspettiamo, i Fontaines  D.C. saranno live in Italia a fine primavera, prima data il 12 giugno a Milano al Magnolia, questo disco è come un salvagente nel mare d'Irlanda. 

3 . Francesco Gabbani
Volevamo essere solo felici

A distanza di due anni da Viceversa, l'artista toscano torna in scena con un nuovo album. Volevamo solo essere felici è un disco di analisi personale e soggettiva e prende il titolo dal nuovo singolo uscito lo scorso marzo, brano con cui Gabbani ritrova Fabio Ilacqua, autore, insieme a lui, di canzoni di successo come Amen e la sanremese Occidentali's Karma. Ricerca della felicità, dunque, che è il movente che sta alla base di tutto quello che facciamo nella vita, alle spalle delle nostre decisioni, nelle strade che percorriamo e nei rapporti che stabiliamo con le altre persone, ma soprattutto il filo conduttore che lega le 10 nuove canzoni di Francesco Gabbani: “In questa nostra continua ricerca, la volontà di essere felici rappresenta una sorta di giustificazione, una scusa che ci diamo in conseguenza agli sforzi, agli errori, ai dolori e alle sofferenze che questa ricerca a volte ci causa. È la tenerezza della ricerca di una scusa in questo viaggio della vita speso a rincorrere un sorriso". Musica leggerissima, direbbero Colapesce e Dimartino, che colora di pop anche la nostalgia. 

4 . Olden
Questi anni. 10 brani inediti di Gianni Siviero

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Dopo il doppio disco Io credevo. Le canzoni di Gianni Siviero (Targa Tenco miglior album a progetto nel 2020) con cui 39 artisti hanno reinterpretato brani del suo vasto repertorio, continua la “riscoperta” di Siviero, uno dei più originali cantautori italiani, ritiratosi dalla scena musicale da circa quarant’anni e con alle spalle una carriera a dir poco atipica. Molto caro ad Amilcare Rambaldi, che lo volle a Sanremo, nelle prime tre edizioni della Rassegna della Canzone d’Autore, dal 1974 al 1976, il suo primo album, Gianni Siviero, con gli arrangiamenti di Nicola Piovani, nel 1973 vince il Premio della Critica, e sulla stampa dell’epoca il suo nome è accostato a quello di mostri sacri come Jacques Brel.  Sul suo enorme deposito di memorie e testimonianze in musica si è affacciato ora Olden, recente autore dello splendido album Cuore Nero, estraendone i dieci pezzi che più sentiva nelle sue sensibili corde. Con la complicità creativa di Flavio Ferri (Delta V), sempre incline a scomporre e stratificare un tema, Olden ha dato a questi brani una veste sonora del tutto nuova. Canzoni, composte per voce e chitarra, sono state arricchite dai suoni di una rock ban anni ’70, con l'aggiunta di qualche innesto elettronico che ne esaltano l'autenticità espressiva e la bellezza della sua scrittura evocativa. Notevole il timbro vocale di Olden che traduce perfettamente la profondità delle liriche. Un lavoro sorprendente solo se non si conosce il tenace percorso musicale di Davide Sellari, in arte Olden. 

Rammstein 
Zeit

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Da quella grande fucina d'arte che è Berlino, ritorna una delle band più amate dell'industrial metal. I Rammstein di Till Lindemann, che ha fatto la fortuna del gruppo con la sua voce baritonale, hanno speso due anni a lavorare sulle undici canzoni del nuovo disco. Ancora una volta sono stati assistiti dal produttore berlinese Olsen Involtini, mentre Bryan Adams è regalato uno speciale ritratto per la copertina del nuovo album: il musicista e fotografo canadese ha scattato la foto dei Rammstein sui gradini del Trudelturm a Berlino-Adlershof, un imponente monumento dedicato alla ricerca aerea nel parco aerodinamico della città. Nel corso di una carriera di quasi trent’anni, i Rammstein hanno venduto più di venti milioni di album in tutto il mondo e suonato innumerevoli tour spettacolari e innovativi. Zeit è un disco solenne, per certi versi apocalittico e quindi assolutamente coerente con i tempi che stiamo vivendo. Nulla di nuovo, musicalmente: tuttavia, grazie al loro immaginario spirituale, alla loro anima dannata, i Ramstein hanno la capacità di risultare sempre ipnotici. Un lavoro biblico. 

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