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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Ddl Zan, Fedez: "Vaticano non paga tasse immobiliari e accusa l'Italia di violare il Concordato"

Il tweet del rapper nel giorno in cui la Santa Sede ha chiesto formalmente al governo italiano di modificare il disegno di legge

Oltre tremila like e cinquecento retweet per l'ultimo post di Fedez contro il Vaticano. Nel giorno in cui la Santa Sede ha chiesto formalmente al governo italiano di modificare il Ddl Zan poiché "viola il Concordato", il rapper torna a pronunciarsi su tematiche di stretta attualità finendo al centro dell'attenzione mediatica. "Riassumendo - scrive il cantante su Twitter - il Vaticano che ha un debito stimato di 5 miliardi di euro su tasse immobiliari mai pagate dal 2005 ad oggi per le strutture a fini COMMERCIALI dice all’Italia 'guarda che con il Ddl Zan stai violando il Concordato'". 

Un attacco diretto che è proseguito anche tra le Instagram Stories. "Spero che l'Italia - ha dichiarato il 31enne - colga l'occasione di far fare il suo corso alla democrazia, facendo votare il DDL Zan, ma soprattutto prendendo l'occasione per rivedere il concordato e rivendicare la laicità dello stato. Piccolo spoiler, amici del Vaticano: siamo uno stato laico, anche se è difficile sentirvelo dire, ma lo siamo".

"C'è un concordato? Allora fate processare i preti pedofili in italia"

E ancora: "Ma chi c…o ha concordato il concordato? Ma non avevamo concordato amici del Vaticano, che ci davate delle tasse arretrate sugli immobili? Stimati dall'Unione Europea in cinque miliardi? Magari dateci quei soldi che facciamo ripartire il paese, e poi venite a rompere le palle sulle leggi italiane. No?". L'affondo più duro ha riguardato il tema della pedofilia: "Fatemi capire, voi potete metter il becco sulle leggi italiane, ma quando in Italia viene sgamato uno di quei preti pedofilini, mi spiegate perché non viene processato dalla giustizia italiana?".

L'attacco di Vladimir Luxuria

Già nelle scorse settimane Fedez si era schierato in approvazione del disegno di legge contro l'omotransfobia, attaccando fortemente il senatore Pillon. A twittare oggi sul tema anche Vladimir Luxuria, attivista Lgbt per eccellenza. "L'intervento del Vaticano contro il Ddl Zan non è una difesa del #Concordato ma un attacco pericoloso all’articolo 7 della nostra Costituzione sulla laicità dello Stato, siamo  una democrazia non una teocrazia", si legge in un cinguettio. Intanto su Twitter il topic è in tendenza. 

Fedez contro Pillon: "Ddl Zan è priorità, lo Stato tuteli la libertà dei nostri figli" 

La nota del Vaticano contro il Ddl Zan

A presentare la nota verbale all'ambasciata italiana è stato monsignor Paul Richard Gallagher, segretario per i Rapporti con gli Stati della Santa Sede (in sostanza il ministro degli Esteri del Pontefice), secondo quanto riporta oggi il Corriere della Sera. È la prima volta che la Chiesa interviene durante l'iter di approvazione di una legge, esercitando le facoltà previste nei Patti Lateranensi. Con il ddl Zan il Vaticano teme una limitazione della libertà di aggregazione e di pensiero della comunità cattolica e per questo motivo chiede "che siano accolte le nostre preoccupazioni", poiché l'approvazione della legge "così com'è scritta potrebbe comportare rischi di natura giudiziaria".

Il Vaticano contro il ddl Zan: "Libertà a rischio, così l'Italia viola il Concordato" 

Che cos'è il Ddl Zan

Il disegno di legge Zan contro l'omotransfobia è stato approvato dalla Camera il 4 novembre 2020. Prende il nome dal relatore, Alessandro Zan del Partito democratico. Il testo prevede la reclusione fino a 18 mesi o una multa fino a seimila euro nei confronti di chi commette o istiga ad atti di discriminazione, e prevede anche il carcere da 6 mesi a 4 anni nei confronti di chi istiga o commette violenza, o per chi partecipa a organizzazioni che incitano a discriminazione o violenza. 

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