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Sabato, 20 Aprile 2024
addio maestro

I funerali di Franco Battiato celebrati nella chiesetta all'interno della sua villa

Le esequie del cantautore si terranno in forma privata: ''Lui era anche cristiano, voleva essere universale ma, soprattutto, non voleva essere incasellato'' ha raccontato l’amico Padre Guidalberto Bormolini

Sono ore di profonda sofferenza quelle che seguono alla scomparsa di Franco Battiato, ricordato da un coro unanime di cordoglio che si propaga sui social appena diffusa la notizia della sua scomparsa. Il cantautore aveva 76 anni e da anni viveva lontano dalle scene pubbliche nella sua casa di Milo, in provincia di Catania. Lì domani, 19 maggio, si terranno i funerali in tarda mattinata, nella chiesetta all'interno della villa del maestro, villa Grazia, così chiamata in memoria della madre. Ad officiare il rito funebre in forma privatissima saranno padre Orazio Barbarino, parroco di una chiesa di Linguaglossa e un sacerdote di Milano, amico del fratello di Battiato. Il cantautore, per un suo preciso volere, sarà cremato e le spoglie ritorneranno a villa Grazia. 

L'ultimo periodo di vita di Franco Battiato è stato particolarmente duro per via di una malattia degenerativa che lo ha devastato: "Da tempo non usciva più, da quando combatteva con una malattia degenerativa che lo aveva costretto a parlare pochissimo" racconta il sacerdote.

Franco Battiato, il ricordo dell'amico sacerdote

Anche Padre Guidalberto Bormolini celebrerà i funerali dell’amico Franco Battiato: ''Mi venne a cercare Franco. Aveva letto i miei scritti, in particolare quelli sulla vita e sulla morte perché io mi occupo anche di accompagnamento alla morte. In quell'occasione stava pensando ad un docu-film che poi ha prodotto. Io ho fatto una parte: diversi personaggi in dialogo tra loro senza che lui apparisse mai'', ha ricordato il religioso.

''Lui era anche cristiano, voleva essere universale ma, soprattutto, non voleva essere incasellato'' ha proseguito in merito alla sfera spirituale dell’artista: ''Ci trovavamo in sintonia. Poi volle approfondire molto sul Cristianesimo: era un appassionato di mistica''. Nei momenti in cui la malattia si era fatta più critica, padre Guidalberto voleva capire come si sentisse l'amico, per aiutarlo, accompagnarlo: ''Gli chiedevo se era preoccupato, lui mi disse: 'No, ho fatto tutto quello che dovevo fare, ho fatto una vita bella, mi sono divertito'. E i suoi occhi luminosi non mentivano. Mi sembrava così davvero, lo ho visto anche maturare. Era di una pace e con lo sguardo sempre più dolce''.

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