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Mercoledì, 17 Aprile 2024
la lettera

La lettera straziante di Roby Facchinetti ad un anno dalla morte di Stefano D'Orazio

Il tastierista e cantautore ricorda il batterista, con cui ha condiviso anni di percorso artistico nei Pooh

Ha deciso di prendere una intera pagina di giornale per dimostrarli tutta la sua riconoscenza. Ha voluto dedicare un'intera pagina del Corriere della Sera a quell'amicizia che, racconta, una volta gli è stata salvifica a causa di un momento molto difficile. Parliamo di Roby Facchinetti, che nell'anniversario della morte di Stefano D'Orazio lo ricorda attraverso parole commosse. 

Com'è noto, D'Orazio è scomparso il 6 novembre dell'anno scorso all'età di 72 anni dopo aver contratto il covid successivamente ad una malattia pregressa. Ad annunciarne la morte era stata la moglie Tiziana Giardoni, sposata tre anni prima con rito civile dopo un amore lungo dieci anni. A stretto giro era arrivato il saluto dei Pooh, via social. Ed oggi arriva il momento del ricordo, dell'omaggio doveroso ad un anno dalla tragedia.

"Lunghe chiacchierate, racconti e risate"

"Un anno dopo, ancora non mi sono abituato alla tua assenza, te l’ho già detto troppe volte - scrive Roby - Oggi però vorrei pensare solo a te, dedicare questa ricorrenza a tutto il bello che ci siamo scambiati e che abbiamo vissuto insieme. Sono tanti i ricordi che affiorano, sai? Tanti momenti con i Pooh, l’ultimo periodo lavorando al nostro Parsifal, quando mi chiedevi: «Scrivi un brano alla Facchinetti, ci vuole una delle tue alzate d’ingegno, qui». Le lunghe chiacchierate e le tavolate dove tenevi banco fra racconti e battute, la tua fantasia e le nostre risate. Quante risate". 

La moglie di Stefano D’Orazio racconta le ultime drammatiche ore: “Non cancello la notte in cui se n’è andato”

Poco fa pensavo a quando mi aiutasti — tu solo — in un momento per me difficile, l’unica porta che allora trovai aperta fu la tua, e non so neppure se in quel momento ebbi la lucidità di ringraziarti. Lo faccio ora, so che hai capito di cosa sto parlando. Stefano manchi tanto, a me, ai tuoi amici per sempre, a chi ti ha conosciuto, ai fan che non perdono occasione per ricordarti, alla tua dolce Tiziana. È incredibile, quanto manchi a tutti. O forse no, non è incredibile. Tu eri Stefano D’Orazio, uno vero, un’anima bella da conoscere e sentire vicina, un fuoco di idee che per raccontarti ci vorrebbero pagine e pagine. Io intanto vado avanti, tutti andiamo avanti. E io, che alla musica come ben sai non riesco a rinunciare, sto lavorando a un progetto completamente nuovo per me, che sono convinto ti sarebbe piaciuto. Anzi, penso che mi sarebbe valso il tuo: «E bravo, Facchinetti!».


Del resto, cambiare a volte i nostri percorsi è bello e tu lo sai bene, perché in questo sei sempre stato coraggioso, avanti anni luce. Ora, Lassù, sarai con Valerio, i nostri Poeti insieme. Chissà cosa vi direte, chissà quante critiche per chi è quaggiù, avrete fatto mille sagaci osservazioni riguardo a ciò che combiniamo, ma sicuramente sempre con grande ironia, come solo voi due sapevate fare. L’anno prossimo debutterà finalmente anche il nostro Parsifal, sono sicuro che ne sarai felice, so quanto ci credevi, ho visto quanto hai lavorato all’opera. 

"Ti saluto con i tuoi versi"

La conclusione è affidata ad alcuni versi composti da Stefano: "Ora è tempo di raccogliersi nel tuo ricordo, vorrei salutarti con alcuni dei tuoi versi che so che amavi particolarmente. Stavolta li canterò io per te: «Ti porterò con me / Più in là di questo mare / Per tutti i miei domani / Starai con me». Perché non ti dimentico, non ti dimentichiamo. Ricordatelo bene, amico mio". 

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