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Venerdì, 29 Marzo 2024
l'intervista

Valerio Scanu ricorda il papà: "Il nostro ultimo Natale insieme, una pugnalata"

Il cantante è venuto a trovarci in redazione e si è raccontato tra carriera e privato

(Riprese e montaggio di Francesca Feola)

Più consapevole di quel diciottenne arrivato a Roma dalla Maddalena, nel 2008, per partecipare ad Amici - classificandosi secondo - e anche più disincantato, ma con la stessa passione per la musica. Meno innamorato del Natale, che l'anno scorso gli ha portato via il papà, scomparso a causa del Covid, Valerio Scanu salirà comunque sul palco dell'Auditorium Parco della Musica, a Roma, il 6 dicembre per il concerto che dal 2012 lo vede protagonista. Ci è venuto a trovare in redazione e si è raccontato senza filtri, dalla gioia di essere zio al rapporto simbiotico con i suoi quattro chihuahua, poi la fortunata esperienza ad Amici, la vittoria al Festival di Sanremo, nel 2010, e il dramma vissuto un anno fa. "Sono uno coi piedi per terra" spiega a Today, ma la generosità con cui si racconta e le lacrime che riserva per le sue radici e i suoi affetti più sacri parlano prima di lui.

Il Natale

'E sarà Natale - Live Show' è il concerto che Valerio Scanu terrà il 6 dicembre a Roma: "Dal 2012 lo porto sul palco dell'Auditorium Parco della Musica. Non è sempre lo stesso, ogni anno abbiamo sempre cambiato scaletta e fatto qualcosa di diverso - ci spiega - Quest'anno sarà ulteriormente diverso perché riproporrò sul palco 'Finalmente live', i brani del disco dell'anno scorso". Quello per il Natale è un amore tradito: "Sono stato innamorato del Natale, poi mi ha fatto anche un po' incazzare. Sono in una fase un po' particolare: da una parte voglio mantenere la tradizione perché è sempre stato un amore importante, ma voglio capire anche se sono ancora innamorato o se sono definitivamente incazzato".

L'amore per i nipoti e il rapporto con il fratello

Valerio Scanu non trattiene l'emozione davanti alla foto di Edoardo, l'ultimo nipote arrivato - secondo figlio del fratello Alessandro - nato lo scorso 7 ottobre: "Somiglia a mio padre. Lo trovo uguale - commenta commosso - ma non a mio padre da piccolo, somiglia a mio padre da grande". Non si definisce uno zio esemplare, "a differenza di come alcuni zii, anzi alcune zie lo sono state con me" racconta, aggiungendo: "Non sono uno di quelli che è come se fosse mio figlio, anche perché non ho figli e non saprei. Magari non sarei neanche un ottimo padre. Abiatiamo lontani, ma quando vado lì stiamo molto insieme". Sul rapporto con il fratello: "E' più piccolo di me di 4 anni. Anagraficamente, perché per il resto è ancora più piccolo dell'età che ha. Siamo molto diversi caratterialmente. Siamo proprio ai poli. In realtà se mi dimagrissi saremmo molto simili fisicamente. Diciamo che io sono lui col cortisone".

I suoi amati chihuahua

Scorrendo il profilo Instagram di Valerio Scanu, foto e video con i suoi cani sono quasi all'ordine del giorno. Una vita simbiotica la loro: "Sono 4 chihuahua. Il quinto sono io - dice ironico - Noi viviamo molto in simbiosi. Ho comprato una cuccia grande, per cani di grossa taglia. Loro sprofondano lì, sono pigrissimi". Poi ammette: "Sono pigro anch'io, ma non poltrone".

Amici

Nel 2008 Scanu arriva ad Amici, appena diciottenne, "dopo tantissimi provini". Fu inaspettato, ricorda: "Io vengo da una famiglia super umile e non ce l'aspettavamo. Spesso si dice 'chissà che raccomandazione devi avere per arrivare lì'. Io sono la prova vivente che invece non serve. Ci speravo, ci ho creduto molto. E' stato ripagato tutto l'investimento, anche economico che uno fa quando fa provini dal genere. Io venivo ogni volta dalla Sardegna, ho fatto 7, 8 provini prima di essere preso". Sono passati 13 anni da allora e sono cambiate molte cose, tranne la passione: "Faccio fatica a dire mestiere - spiega - Io ho sempre fatto questo fin da bambino, sono un autodidatta. Da grande ho iniziato a confrontarmi con dei professionisti e a studiare. E' stato mosso tutto dalla passione". E se dovesse tornare indietro non ha dubbi: "Risceglierei Amici". 

La vittoria a Sanremo

L'anno dopo Amici, nel 2010, vince il Festival di Sanremo con il brano 'Tutte le volte che'. Un'esperienza straordinaria, eppure non vissuta così bene: "Ero molto giovane, avevo 19 anni. Ad oggi sono ancora il più giovane vincitore del Festival di Sanremo. Della storia. Ho tolto il primato a Bobby Solo per due giorni e qualche ora. Ricordo che ero veramente un bambino e a un certo punto me ne sarei voluto andare. Avevo la mia casa discografica, ma non c'era nessuno di vicino".

L'ultimo Natale con il papà

Uno dei post più toccanti sul profilo social di Valerio Scanu è il video dell'ultimo Natale trascorso alla Maddalena insieme al papà e a tutta la famiglia. Il cantante lo ricorda con commozione: "E' stato un Natale che se ci ripensi oggi dici 'era quello'. Doveva essere per forza così. Il Natale è sempre stato condivisione, se si veniva a sapere che qualcuno stava solo non veniva lasciato da solo. Eravamo alla Maddalena, avevo fatto un concerto lì qualche giorno prima. Chiesi a una mia amica cosa faceva la sera e mi rispose che stava a casa con la mamma, da sole. L'ho detto a mio padre e le ha fatte venire da noi - racconta in lacrime - Abbiamo fatto vigilia, Natale, Santo Stefano e a seguire insieme. Per questo sono incazzato con il Natale: l'anno scorso, il giorno della vigilia, mi sono ritrovato al funerale di mio padre".

La morte del padre

Il ricordo di quel periodo è doloroso: "Prima di finire in ospedale, a novembre, mio padre, che era andato in pensione da un anno, fece l'albero di Natale. Tutti i giorni che è stato in ospedale c'era questo albero con un angelo sopra. Ho detto 'vediamo se accade il miracolo', invece non è accaduto nessun miracolo". Rivivendo quel dramma, il dolore si trasforma in rabbia: "Il problema è che oggi la gente ancora non ha capito e continua a fare le stronzate. E questa è una cosa che mi manda in bestia. Con la vita delle persone non si gioca. Ho sentito di gente con polmonite bilaterale interstiziale, diagnosticata dentro un ospedale, dire che la polmonite gli è venuta perché gli hanno fatto un prelievo. Lo so io tutto quello che ho passato l'anno scorso: ricevere le chiamate dei medici, ogni giorno, per gli aggiornamenti. La sera che è morto mio padre mi hanno chiamato a mezzanotte e quaranta, io ero a Roma, mi sono riaddormentato, mi sono svegliato alle sette e mezza e ho detto 'come faccio adesso?'. Ho informato io la mia famiglia". 

Una sofferenza accecante: "Non volevo andare al funerale. Una volta lì mia madre mi ha chiesto di salire al cimitero, ma non ce la facevo. Non volevo vedere quella scena che poi ho visto: questo copribara con una stella di Natale e sentire lei che mentre lo chiudevano gli augurava buon Natale. E' stata una pugnalata. Mentre piangevo mi diceva di ricompormi, che lei ci aveva promesso che avrebbe fatto la brava - racconta ancora commosso, parlando della mamma - Lei fa la forte giustamente, ha due figli e due nipoti. Forse l'amore per i nipoti è anche più grande, ma l'amore per i figli è più forte rispetto a quello per un marito. Io non sono padre, ho l'amore per la mia famiglia".

"Ho dato ascolto a persone sbagliate ma no ho nessun rimpianto"

Sul ritratto fatto da una fan il Valerio bambino e il Valerio uomo: "Il bambino di ieri era un caga***, ma anche quello di oggi. Sono sempre stato uno coi piedi per terra, per quanto invece dia l'impressione di essere uno altezzoso o che se la tira". E se si guarda indietro nessun rimpianto: "Ho dato spesso ascolto a persone che avevo intorno che mi hanno mal consigliato, ma va benissimo così. Non voglio scaricare le responsabilità ad altri".

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