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Giovedì, 28 Marzo 2024
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A teatro "Per sentirmi viva" con Simona Amorese: dentro una famiglia che convive col cancro

Dopo il sold out di gennaio, l'attrice ed autrice torna con la sua storia al Teatro Petrolini di Roma dal 12 al 14 marzo: "Perché la narrazione di sé rappresenta una parte essenziale del processo di cura"

Dopo il sold out registrato per cinque serate con l'anteprima al Teatro Petrolini di Roma dal 16 al 20 Gennaio, “Per Sentirmi Viva” si si prepara a tornare in scena, sempre al Teatro Petrolini dal 12 al 14 Marzo e poi in estate al Teatro del Lido di Ostia. Lo spettacolo, scritto ed interpretato da Simona Amorese, offre una chiave di lettura intima ed ironica che accompagna lo spettatore, tenendolo per mano, a voler guardare da dentro cosa succede in una famiglia costretta a dover convivere con il cancro.

"'Per sentirmi viva' - dichiara Amorese - è una bambina, una figlia inaspettata che ho portato in grembo con amore e pazienza per molti anni, e che i miei occhi hanno visto nascere con quella stessa meraviglia che si riserva alle cose belle, ai miracoli che la vita ci propone inattesi ed insperati". Per lei la diagnosi di cancro è arrivata nel 2006, quando aveva 25 anni: "A primavera inoltrata, con l’allungarsi delle giornate, in quel periodo in cui si programmano le vacanze estive. Sopravvissuta si, verrebbe da dire, eppure ancora in corsa, perché quest’ospite dentro di me non se ne è veramente mai andato, così la convivenza è diventata routine e le cure un impegno da inserire costantemente nell’agenda settimanale".

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Il progetto "Raccontami di te" dell'Istituto Nazionale Tumori Regina Elena 

Amorese dal 2015 partecipa al progetto “Raccontami di te” realizzato dall’Istituto Nazionale Tumori Regina Elena di Roma (IRE) con un racconto sulla sua storia dal titolo: “Ero lì mentre...” che fa parte del primo volume edito IFO e presente anche sul sito dell’Istituto.

“Raccontami di te” è una iniziativa, promossa da Maria Cecilia Cercato, oncologo epidemiologo del Servizio di Epidemiologia e Registro Tumori, in collaborazione con  Alessandra Fabi e Elvira Colella, oncologhe, e Isabella Bertazzi, coordinatore infermieristico dell'Oncologia Medica A e che ha l'obiettivo di far conoscere un nuovo approccio clinico assistenziale basato sul “raccontare di sé” per comprendere ed essere compresi, per superare gli schemi e le barriere che limitano la comunicazione, per migliorare la relazione di cura. 

Il progetto nato nel 2015, nel 2018 alla terza rassegna, che si è svolto con la partecipazione attiva della Biblioteca Digitale dell'Istituto, è rivolto a pazienti, medici, infermieri, operatori in campo sanitario, familiari, volontari e a chiunque si trovi ad avere a che fare con un percorso di malattia oncologica.

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Che cos'è la medicina narrativa e come può aiutare i pazienti

Per la Medicina Narrativa, questo spettacolo è una testimonianza di come, non solo dall’esperienza di malattia si possa trarre forza vitale per “rinascere”. Ci racconta con delicatezza dell’importanza che rivestono strumenti e metodologie per l’espressione e la narrazione di sé come parte integrante del processo di cura, un meraviglioso riscontro di come strumenti non convenzionali di cura, se ben applicati, conducano ad una reale condivisione esperienziale  medico - paziente e, soprattutto, aiutino a costruire quel senso di "centralità della persona" così difficile da cogliere nei quotidiani percorsi assistenziali.

Il messaggio ultimo di questo spettacolo viene colto forte e violento a dispetto di una messa in scena semplice e senza preamboli. Il titolo emblematico, da voce a quella che nata come disperazione diventa speranza, amore per la vita e desiderio di esserci “qui e ora”, testa e corpo, nonostante tutto.

"Credo fortemente - conclude Simona - che forme di espressione e narrazione di sè rappresentino parte essenziale del processo di cura e della relazione terapeutica, e che solo attraverso la condivisione autentica e coraggiosa della messa a nudo di sé, possano emergere le “persone”, al di là del ruolo; evidenziandone i bisogni, in primo luogo essere ascoltato, compreso e non compatito, i limiti e le consapevolezze. La vita la riceviamo “gratis”, sentirsi vivi è una nostra responsabilità ". 

Per sentirmi viva, le prossime repliche dello spettacolo

12/13/14 marzo 2019 - Teatro Petrolini – Roma 

5 luglio 2019 -  Teatro del Lido – Ostia

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