Pippo Baudo e Beppe Grillo continuano a lanciarsi frecciate.

Ospite a “Otto e Mezzo”, Sua Pippità ha ricordato - ancora una volta - come scoprì Grillo e sopratutto il famoso sketch sui socialisti in Cina durante “Fantastico” che nel lontano 1986 fruttò al comico l’allontanamento dalla tv di Stato e al conduttore un richiamato dei dirigenti Rai in quota Psi, tanto che poi decise di passare a Mediaset.

Baudo ha poi lanciato il suo endorsement all’uomo nuovo Matteo Renzi, criticando i Cinque Stelle. Grillo ha replicato immediatamente sul suo, accusandolo di aver Bettino Craxi ed essersi assicurato poi un “contratto principesco con Fininvest da 45 miliardi di lire”. Dalle pagine del Corriere della Sera, Pippo ha pronta la risposta.

La cattiveria di Grillo nei confronti del prossimo è sorprendente. Chiunque non gli sia fedele, finisce in un mondo di morti, fantasmi, cadaveri che camminano…”, dice a Fabrizio Roncone, spiegando che la cosa che più lo ha colpito di tutta la vicenda sono “gli insulti personali”.

Il conduttore torna anche sui retroscena dello sketch di “Fantastico” per spiegare dal suo punto di vista che cosa accade dopo la sfuriata di Craxi: “Ma io non lo slinguai, come dice Grillo. Anzi: se Beppe fu cacciato dalla Rai, dopo poco toccò a me. Così accettai la proposta economica di Berlusconi, che mi chiamò a dirigere tutte le sue e i suoi big dell’epoca: da Corrado a Bongiorno, a Costanzo… Ma durò poco. Rescissi il contratto pagando una penale pazzesca: un intero palazzetto a viale Aventino, a Roma, dove Berlusconi poi la redazione del Tg5. Per rientrare in Rai dovetti aspettare un anno e mezzo, chiuso nella mia casa di Morlupo, piegato da un esaurimento nervoso. Perché io non sono mai stato socialista ma democristiano. Ragione per cui, infatti, voterò Renzi alle primarie del Pd”.