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Sabato, 20 Aprile 2024
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Radio 2 sbarca in tv, Roberto Sergio: "A settembre una data storica" | INTERVISTA

Today ha intervistato il direttore di Rai Radio. Nessuna anticipazione sui palinsesti della prossima stagione, ma c'è fermento per la rivoluzione visual

In casa Rai è tempo di palinsesti. Questione spinosa, in tv come in radio, anche se qui più che di 'epurazioni' si parla di grandi novità, come l'approdo di Radio 2 in tv. Di questo - e molto altro - abbiamo parlato con Roberto Sergio, da tre anni direttore di Rai Radio. 

L'emergenza coronavirus ha cambiato non solo i palinsesti televisivi, ma per certi versi anche il modo di fare tv. E' accaduto lo stesso anche con la radio?
"In parte. La filiera produttiva radio è molto più corta di quella televisiva e questo consente di fare programmi in modo snello e rapido. Oggi che è tutto digitale lo è ancora di più. Ad esempio, a un giornalista radio per andare in onda da qualsiasi parte del mondo basta uno zainetto, come quelli che abbiamo fatto per i nostri colleghi dei Gr. Questo ha fatto sì che i nostri palinsesti siano stati modificati in emergenza covid solo per nostra volontà editoriale, non perché ne fossimo obbligati dalle circostanze. Abbiamo aumentato, all'inizio, la quota dell'informazione. Abbiamo aumentato, nelle ultime settimane, la quota di programmazione leggera. Il tutto per andare incontro alle esigenze degli ascoltatori. Ma il Dna della radio è sempre rimasto fedele a sé stesso".

Come è cambiato l'ascolto?
"Fatte salve le ormai note difficoltà di avere disponibili dei dati puntuali sull'ascolto radio in Italia, su cui non torno, quel che si è notato è stato un aumento molto considerevole dell'ascolto da web e app e parallelamente un crollo del drive time nel periodo della quarantena più rigida. Le persone non ci ascoltavano più dall'auto ma dalle proprie case, attraverso tv e dispositivi digitali. Anche le fasce orarie di maggior ascolto si sono leggermente modificate, slittando avanti nel corso della giornata, ad esempio nella tarda mattinata. Adesso si sta tornando a una situazione molto simile a quella ante-lockdown. Probabilmente resterà una maggior abitudine all'ascolto da casa tramite web e app e forse una distribuzione degli ascolti più omogenea nel costo della giornata".

Questa emergenza ha evidenziato ancora di più l'importanza di Rai Radio nel servizio pubblico...
"Credo che nei momenti come quello che abbiamo vissuto, e in parte continuiamo a vivere, Rai rappresenti sempre la fonte più autorevole e riconosciuta per l'informazione. Con Radio 1, in particolare, ma anche con gli altri canali, abbiamo svolto il nostro ruolo consapevoli della responsabilità che avevamo. Credo che sia stato fatto un ottimo lavoro nel segno del miglior servizio pubblico, e per questo ringrazio tutti i colleghi che proprio nel periodo più faticoso hanno dato il massimo per essere sempre in onda nelle migliori condizioni".

Dai momenti di crisi nascono nuove opportunità. Quali sono oggi gli obiettivi raggiunti da Rai Radio e le sue ambizioni?
"Il primo obiettivo è stata la conferma della bontà della scelta digitale avviata un paio di anni fa. Oggi Rai Radio è la realtà più all'avanguardia nel panorama italiano dal punto di vista tecnologico e solo grazie a questo obiettivo raggiunto è riuscita a superare lo stress-test produttivo della quarantena. Moltissimi programmi nei mesi scorsi sono stati realizzati in modalità di completo smart working e probabilmente i nostri ascoltatori non se ne sono neanche accorti. Non avessimo fatto quella virata nel 2018, oggi saremmo a raccontare un'altra storia. E oggi, da questa infrastruttura tecnologica completamente nuova ripartiamo per tutte le sfide che ci aspettano a breve e a medio termine. Parliamo di studi di registrazione totalmente rifatti in modalità audio-video, sistemi di regie automatiche nuovi, infrastrutture di trasmissione digitali. Credo che un esempio valga per capire il livello di interventi che abbiamo fatto: il recente show di Fiorello 'Viva Rai Play' è stato realizzato tutto nella nostra sede Rai Radio. Gli studi che si sono visti in tv su Rai 1 e in digital su Rai Play sono i nostri studi radio".

Da settembre Radio 2 diventerà una radio tv. Quali sono i programmi pronti al 'trasloco'?
"Ecco la prima sfida: Radio 2 passa in modalità visiva. La risposta alla sua domanda è semplice: tutti tranne la notte. L'intera programmazione sarà infatti disponibile in audio-video con l'eccezione della sola fascia notturna. Un flusso continuo di musica e intrattenimento per una offerta visiva nuova, all'insegna della leggerezza intelligente".

Andrea Delogu sta per approdare al pomeriggio di Rai1 alla conduzione de 'La vita in diretta estate'. Radio 2 è un bel vivaio...
"Non è la prima volta che i protagonisti di Rai Radio, e in particolare di Radio 2, passano a conduzioni televisive. Non possiamo che esserne felici. Devo anche dire che spesso accade anche il percorso inverso, a dimostrazione che, nonostante quel che sento dire spesso, i linguaggi dei due mezzi sono oggi meno lontani di quanto fossero anni fa. Lo so che sto dicendo una cosa che ai puristi della radio farà storcere il naso, ma dobbiamo cominciare a uscire da questo luogo comune: è vero che il linguaggio video è diverso dallo storytellng audio. Ma è anche vero che la convergenza digitale ha avvicinato molto due mondi non più così incompatibili. E' un dato di fatto".

Mi ha anticipato, è vero anche il contrario, come ha detto. Diversi volti Rai vanno on air compatibilmente con i loro impegni televisivi, come accaduto quest'anno con Mara Venier. La crossmedialità è senza dubbio un'arma vincente in Rai...
"La notorietà che dà la tv è molto importante per un personaggio che approda in radio. Così come la vicinanza e la familiarità che dà la radio a un conduttore è un tesoro spendibile anche in tv. Non sempre gli scambi funzionano, ci sono stati in passato casi di insuccessi. Oggi mi sembra di poter dire che funzionano sempre di più, a conferma di quello che dicevo prima: il vero talento riesce a esplodere sia in radio, sia in tv e sa gestire con naturalezza le due modalità, anche contemporaneamente".

Non si rischia però, in questo modo, di essere meno aperti nei confronti di volti e voci nuove?
"No, per fortuna, in radio c'è sempre moltissimo spazio per la sperimentazione. E parlo di Rai Radio ma anche degli altri editori. La presenza di voci native televisive non toglie spazio ai nuovi inserimenti. Per fortuna, abbiamo 24 ore da riempire e, per quanto riguarda noi, 12 canali. Molto spesso ci permettiamo il lusso di testare. L'estate, per questo funziona molto".

A proposito di novità. Una delle più rivoluzionarie degli ultimi anni è stata quella dei Lunatici, che hanno trasformato la notte di Rai Radio, ringiovanendola. Come li ha scovati?
"Esattamente come dicevamo prima: testiamo, sperimentiamo, mettiamo alla prova. I Lunatici, ovvero Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio, erano due voci che avevano fatto già una buona parte di gavetta e abbiamo capito che stavano per esplodere. Li abbiamo presi e li abbiamo messi alla prova, grazie a Paola Marchesini direttore di Radio 2. C'è sempre una dose di rischio quando si fanno queste operazioni, ma fa parte del bello della radio. Inutile dire come è finita la storia: i Lunatici non hanno deluso, anzi, forse sono andati oltre le aspettative entrando nei cuori degli ascoltatori fin dalla prima puntata. Non è un caso che il programma abbia vinto il 'Premio Biagio Agnes' alla prima edizione di messa in onda. Cosa mai accaduta prima".

Novità sui palinsesti della prossima stagione?
"Non posso anticipare le novità editoriali. Posso però dire che il 14 settembre sarà una data storica. Nascerà infatti quel giorno quella Radio 2 visiva che abbiamo citato e che al nostro interno abbiamo definito 'entertainment hub'. Di fatto, Rai si dota di un nuovo canale andando a presidiare un settore strategico e finora non coperto, quello dell'intrattenimento leggero di flusso. Pensate solo ai televisori nei luoghi pubblici e nei locali aperti al pubblico. Oggi i nostri competitor (alcuni televisivi, altri radio) sono molto forti in quel settore. Dal prossimo settembre, ci sarà un soggetto nuovo che trasmetterà video musicali, informazioni, intrattenimento con volti noti o notissimi. Con la qualità è l'autorevolezza Rai. Siamo pronti".

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