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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Il giudice chiude il sito "Raiwatch" di Brunetta

Il sito non è più accessibile dopo la decisione del tribunale di Bologna in seguito a un ricorso di viale Mazzini per l'uso improprio della parola Rai

Il tribunale di Bologna ha chiuso il sito Raiwatch.it perché utilizzava impropriamente la parola Rai, come ha riportato Repubblica, su ricorso urgente della Tv di Stato.

Il sito, lanciato agli inizi di settembre dal capogruppo Pdl Renato Brunetta, si proponeva di monitorare la Rai e consentire agli abbonanti di esprimere le proprie opinioni sul servizio pubblico.

RaiWatch è il diario di bordo di chi voglia in piena libertà raccontare la sua esperienza di telespettatore e radioascoltatore di reti e canali Rai. È riservato ai cittadini, con il diritto di esprimersi e giudicare, creando una guida in continuo movimento - si leggeva nella pagina ‘Philosophy’ del sito- In totale trasparenza, disvelando la logica e le tecniche dell’imbonimento o dell’incanto. Mostrando appartenenze ideologiche palesi o mascherate, onorando la bravura e smagando i ciarlatani. Perché la Rai? Perché è “roba nostra”, di proprietà dello Stato e perciò – secondo la filosofia liberale – non possedimento dei burocrati e delle pedine che la occupano per conto di cordate di potere politico o sindacale, ma di te che leggi qui ed ora e dell’intera comunità che non è un’entità astratta, ma è fatta di individui e di libere comunità”.

Scrive Aldo Fontanarosa su Repubblica: “Il Tribunale è chiaro. L’ordinanza non mette il naso nel diritto di Brunetta di fare la pulci alle reti pubbliche. Valuta solo il sito e la sua capacità di ledere le prerogative industriali di Viale Mazzini”, aggiungendo: “Sempre il Tribunale osserva che Brunetta non è proprietario del sito, che fa capo a un fornitore di connessioni Internet di Ravenna”.

Secondo Giornalettismo, il sito raiwatch.it “è intestato a Paolo Scacco, collaboratore del ministro (dal 2008 al 2011 del quarto governo Berlusconi, ndr) Renato Brunetta”.

Continua Repubblica: “Fatto sta che il deputato ha indicato il sito come una sua arma politica e lo stesso fornitore ravennate giura di aver agito ‘su mandato’ del parlamentare. L’ordinanza — oltre ad oscurare il sito e ogni diramazione sui social network — trasferisce alla tv di Stato la proprietà provvisoria del dominio raiwatch.it”.

Il sito ora non è più accessibile. 

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