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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cinema

Rocco Papaleo: "Noi artisti mortificati dall'assenza di un cenno da parte di Conte"

L'attore, sul palco del concerto del Primo Maggio, chiede risposte per chi lavora nel mondo dello spettacolo

Nella giornata dei lavoratori, gli artisti fanno sentire la loro voce, ma quest'anno il tono è amaro. L'emergenza coronavirus sta mettendo in ginocchio il mondo del cinema, della musica e dello spettacolo, con artisti e professionisti del settore "dimenticati" dalle istituzioni. A ricordarlo, insieme a tanti, Rocco Papaleo, tra i protagonisti del Concertone in onda su Rai3: "Questo Primo Maggio così diverso credo possa diventare anche l'occasione per mostrare, tonando sul palco, tutto quello che c'è anche dietro ad un palco e che permetta a tutti di usufruire di arte e cultura - ha spiegato all'Adnkronos - Un riflettore che si riaccende, seppure nelle forme a distanza che ci impone l'epidemia, e che diventa anche una risposta a chi non ci ha degnato di un'attenzione. Ci siamo sentiti mortificati dalla totale assenza di un cenno ai lavoratori dello spettacolo nell'ultima conferenza stampa del premier". 

Papaleo canterà 'Azzurro', canzone simbolo italiana e anche di questa pandemia: "Dirò anche due parole che mi ha scritto Gino Castaldo rispondendo alla mia domanda sul perché 'Azzurro' è uno dei brani preferiti dagli italiani del 'movimento dei balconi' in questa quarantena. Sarà un discorso più emozionale che politico, anche se il suo valore politico ce l'ha. Nonostante l'avessimo registrato prima che Conte parlasse".

La replica ad Antonello Venditti

Ad Antonello Venditti, che dai social ha chiesto per protesta una giornata di silenzio della musica, l'artista lucano risponde: "Mi pare un po' tardi. Lo vedo più come un grido di dolore che come una possibilità reale di fare una cosa del genere 24 ore prima. Una giornata di silenzio della musica potrebbe essere utile ma andrebbe organizzata e discussa con un po' di anticipo. Mi pare comunque positivo che ci siano varie 'cordate' di artisti che si stiano organizzando per far sentire la voce anche dei lavoratori dello spettacolo che ne hanno di meno. Però c'è bisogno di fare fronte comune: al di là dell'impeto rivoluzionario di ciascuno, per far arrivare il messaggio e contare qualcosa, c'è bisogno di unirsi".

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