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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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Rosanna Lambertucci: "La perdita di mia figlia e mio marito ferite sempre aperte, ma la vita va accettata come viene"

Il successo di "Più sani e più belli" e il sipario dopo 16 anni, il desiderio di riportarlo in tv e i rapporti con la Rai. Nella sua vita un nuovo amore, quello per i gatti, che l'aiutano a riempire momenti in cui certi dolori tornano a riaffacciarsi

Il volto della salute e del benessere. Rosanna Lambertucci è stato questo per vent'anni in Rai - al timone di uno dei programmi di maggior successo della tv italiana, "Più sani e più belli" - e ancora oggi il pubblico, che non l'ha mai dimenticata, la vede come un guru del wellness. Riportare quel programma in tv è il suo sogno, ma da Viale Mazzini mai nessuna proposta. Lei non polemizza, non lo ha mai fatto, neanche quando nel '97 hanno deciso di chiudere la trasmissione, dopo 17 edizioni, nonostante godesse ancora di una straordinaria popolarità. "La rabbia fa ammalare" e non le appartiene, ci spiega in questa intervista, e poi "la vita va accettata come viene", anche quando ti sbatte in faccia dolori insopportabili. A lei è successo due volte. La prima quando ha perso una figlia pochi giorni dopo la nascita, la seconda quando è morto il marito, Alberto Amodei - dal quale ha avuto sua figlia Angelica - stroncato da un tumore nel 2014. Due ferite che non si sono mai cicatrizzate, ammette, ma che non ha neanche mai provato a coprire perché sono parte di una vita a cui è profondamente grata. 

Rosanna Lambertucci, lei sa di non avere bisogno di presentazioni?
"Io non ho mai la presunzione di non presentarmi. Non pretendo che mi debbano conoscere per forza, però poi mi rendo conto che mi conoscono tutti. La cosa che più mi stupisce è che mi riconoscono in condizioni a volte incredibili, con i capelli legati, con gli occhiali. Mi riconoscono dalla voce".

Un bel riconoscimento, soprattutto da parte dei più giovani.
"Sono molto trasversale, sì. Alcuni giovanissimi si ricordano di me attraverso le nonne che non saltavano una puntata di 'Più sani più belli', altri perché mi seguono sui social. Poi ci sono quelli di mezza età, che rappresentano il mio pubblico più vasto, e le persone avanti con gli anni che sono sempre rimaste molto affezionate e si ricordano ancora i miei appuntamenti televisivi su Rai 1".

Lei ha condotto uno dei programmi più longevi e di maggior successo di Rai 1. Cosa ha significato il sipario su "Più sani e più belli"?
"Il sipario è caduto nel '97. Sono passati più di vent'anni e la gente che mi incontra ancora mi chiede quando torno in tv con quel programma. È rimasto nel cuore di tutti. Non ho vissuto bene la chiusura perché era una trasmissione che piaceva tanto e poi perché 'Più sani più belli' ero io. L'ho inventato io, pur essendo un marchio Rai".

Oggi lo rifarebbe?
"Non solo lo rifarei, ma penso che avrebbe ancora più successo di una volta. Il pubblico è assetato di queste cose".

Gliel'hanno proposto?
"La Rai no. Me l'hanno proposto tante altre reti, non con questo marchio ovviamente. Rifare quel programma sarebbe un boom economico incredibile per la Rai, ma capisco che possono esistere delle resistenze, come quella di non voler ripescare in palinsesti di vent'anni fa". 

Ci sono state 17 edizioni. In Italia era l'enciclopedia della salute. Condurre un programma del genere, in Rai, significa anche avere un certo potere...
"Il potere veniva dagli ascolti e dagli sponsor che avevamo. Era una cosa incredibile. 'Più sani e più belli' e 'La domenica sportiva' erano i programmi più visti ma anche più registrati, con i vecchi vhs. Chi usciva e non poteva vederli non voleva perderseli". 

Perché la decisione di chiudere il programma?
"Ci fu quell'assurda vicenda delle telepromozioni in cui finii anche io, ma non c'entravo niente. Infatti poi sono stata tirata fuori. Quando dicevano che uno faceva più o meno sorrisi a seconda degli sponsor. Una cosa assurda, poi finita là. Avevano coinvolto anche Baudo, Venier, una sfilza di nomi". 

Gli sponsor le hanno mai chiesto qualcosa di simile? Le sono arrivate proposte poco oneste?
"Proposte poco oneste no, ma avrei potuto diventare stramiliardaria. Quello sì. Avrei potuto fare linee mie, me l'hanno proposto in tanti, ma è una scelta che non mi ha mai interessato. Sono una giornalista. Poi con grande sincerità e serenità le dico una cosa. Più di tanto tutto questo non serve. Io quello che serve ce l'ho: una figlia che è riuscita a realizzarsi nel suo lavoro, una casa in campagna che amo, una vita affettiva. Non serve di più, mi creda. Il di più guasta, non fa del bene. Ognuno di noi è come una medaglia, c'è un rovescio a tutto. Probabilmente avere molti più soldi significa anche avere più preoccupazioni, gelosie, invidie. Mi basta quello che ho, sono felice così". 

Se questo è lo spirito, ora capisco perché non ha mai fatto polemica come diversi suoi colleghi...
"La polemica non fa parte del mio carattere. Ho sempre scelto la salute e la salute non è soltanto quella fisica, è anche l'atteggiamento che hai nei confronti della vita. La vita va presa come viene, va accettata. Ci sono sempre delle cose positive accanto a quelle negative. Questa è la mia fiosofia. Piangere di rabbia non mi è mai capitato, è un sentimento che non amo e non mi appartiene. E poi penso che la rabbia faccia ammalare".

Magalli tempo fa, dopo il suo congedo a "I Fatti Vostri", ha detto che la Rai non è meritocratica. Lei è d'accordo?
"Credo che la Rai abbia sempre un pochino trascurato l'aspetto del merito, perché in realtà ci sono alcune logiche che sono quasi invitabili. Io sono entrata in Rai che ero una ragazzina, l'ho conosciuta bene da dentro. Non è come Mediaset, o altre reti, che dà la possibilità di lavorare solo se ci sono sponsor e pubblicità. La Rai ha un canone e in un certo senso si può permettere qualche scivolone che altre televisioni non si possono permettere perché altrimenti chiuderebbero".

Vorrebbe avere un'altra occasione come conduttrice?
"Non mi interessa fare la conduttrice. Mi interessa fare il mio programma, mettere al servizio del pubblico tutto quello che c'è di nuovo. In questi anni ci sono state crescite scientifiche eccezionali, sarebbe bene raccontarle". 

Lei ha sempre dato priorità al pubblico più che al suo successo personale...
"Ho imparato dopo 10 anni che andavo in onda a vestirmi e pettinarmi. Non ho mai avuto nessun tipo di civetteria, che per una persona che lavora in tv è un difetto, lo so, ma sono sempre stata concentrata solo sui contenuti".

Questo oggi in tv si è un po' perso. Non crede?
"Oggi l'immagine è sicuramente più importante di una volta, ma il pubblico se ne accorge se gli dai le cose che gli interessano e ti premia. Guardi il successo di Alberto Angela, che come persona è di una riservatezza infinita, non è certo un divo, eppure è seguitissimo. La genuinità paga". 

È da poco uscito il suo libro "Graffi che fanno bene al cuore". Quello per i gatti è un nuovo grande amore?
"Ho scoperto il mondo dei gatti attraverso due trovatelli che ho adottato e che mi danno un amore infinito. Mi hanno addolcita ancora di più. È incredibile la magia di questi animali. Mi tolgono le tensioni. Vedere i loro movimenti, le loro tenerezze, è una terapia".

Gli animali curano le ferite. Lei ne aveva qualcuna ancora aperta?
"Le mie ferite non si sono mai cicatrizzate fino in fondo. In una vita tutto sommato fortunata, ho avuto due dolori che sono stati dolori immensi. La morte di mia figlia da bambina e quella di mio marito dopo una lunga malattia. Assistere alla fine di una persona ancora giovane, piena di voglia di vivere, capire che con tutta la buona volontà che ci metti, con tutti i medici che conosci, se se ne deve andare se ne va, è terribile. Queste sono ferite che è molto difficile io riesca a cicatrizzare. Sicuramente i gattini mi hanno aiutato, perché hanno riempito quei momenti in cui questi pensieri mi aggredivano in maniera più crudele". 

Come si affronta un dolore così?
"Con l'accettazione. La vita va accettata come viene. Non bisogna affezionarsi all'idea che tutto debba sempre andare bene, bisogna essere anche disponibili ad accettare quello che non è esattamente quello che avresti voluto. Nel mio caso è esattamente quello che mai avrei voluto vivere. Ognuno di noi un giorno non ci sarà più, questa è l'unica cosa certa. Però c'è modo e modo di arrivare al tramonto della propria vita. Quando ci si arriva con delle malattie troppo cattive è difficile da accettare. Lì ci vuole davvero una grande capacità di umiltà, non avere la presunzione di dire 'perché a me'. 

Il benessere della mente richiede spesso più attenzione. Lei ha qualche consiglio per questo?
"Mi aiuta molto il contatto con la natura, è una terapia e può fare profondamente bene sia dal punto di vista fisico che psicologico. Un'altra cosa che può essere di grande aiuto, per chi è capace di farlo, è la preghiera. La preghiera è un grande aiuto".

Lei quindi è credente?
"Certo. Non sono una profondamente osservante. Mia sorella ad esempio va a messa tutti i giorni. Io non sono così, ma credo in Dio. Se non ci fosse la fede la vita sarebbe ancora più crudele". 

Quando si affrontano certe sofferenze la fede può fare la differenza?
"Sì, anche se in alcuni momenti è molto dura. Quando mio marito stava male pregavo, ma a un certo punto ho capito che il miracolo purtroppo non poteva accadere. Allora ho iniziato a pregare chiedendo almeno di non farlo soffrire. Quando si parla di cancro gli ultimi tempi possono essere drammatici. Lì il Signore mi ha aiutata. Mi ha dato la possibilità di avere dei medici bravi che hanno saputo applicare una legge importante che è stata fatta sul fine vita, purtroppo non sufficientemente conosciuta".

Si parla molto più di eutanasia in effetti...
"L'eutanasia è una cosa completamente diversa. Io sono a favore dell'applicazione della legge sul fine vita. Quando una persona arriva alla fine e non c'è niente da fare si può aiutare a non farla soffrire. Poi andrà via quando il corpo lo deciderà, ma le cure palliative, che sono una legge che dovrebbe venire applicata, sono importantissime. Si può decidere di non far soffrire una persona attraverso delle cure legali. Non in tutti gli ospedali c'è il personale preparato, andrebbero fatti dei corsi. Io in questo sono stata fortunata".

Oggi qual è il segreto per essere più sani e più belli?
"Forse il segreto è imparare a dire dei no. È quello che sto cercando di fare io. Prima era un sì continuo, invece bisogna imparare anche a dire no. La ricchezza più grande che abbiamo è il tempo. Purtroppo è poco, la vita è infinitamente corta. Il tempo è talmente importante che dobbiamo imparare a regalarcelo". 

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