È stato il Sanremo migliore o peggiore di sempre?
Ora che, come direbbe Mimmo Modugno, "si spegne anche l'insegna di quell'ultimo caffè" sulla Riviera dei Fiori, è ora di fare un bilancio su questo 73° Festival di Sanremo e su quello che ci ha lasciato e lascerà ai posteri.
Lungi da noi l'idea di addentrarci in un'analisi sul livello musicale delle canzoni, o sulla condivisibilità o meno della classifica finale, quello che vorremmo proporre è uno "spunto di vista", una provocazione - evidente fin dal titolo di questo articolo - che parte da quello che più di tutto contraddistingue ogni Festival: le polemiche che lo circondano.
Le poche polemiche di Sanremo 2023
E quindi, diciamocelo: Sanremo 2023 non ha quasi offerto motivi di polemiche. Diciamo "quasi" perché è scientificamente possibile che un Festival non porti con sé un po' di dibattito, di solito estraneo all'ambito musicale.
Però, se togliamo le notizie relative ai Ferragnez - il discorso e i vestiti di Chiara, le dichiarazioni di Fedez su Anna Oxa e il bacio che Rosa Chemical gli ha dato sul palco della finale - resta poco o niente.
Qualche parola al veleno sulla magnifica Paola Egonu, Grignani e Arisa che ripetono il ritornello di Destinazione Paradiso fino all'infinito, un inosservato Francesco Sarcina che riceve i fiori dopo il duetto e dice "Grazie caro" facendo la voce femminile.
Ovviamente, poi, anzi prima, c'era stato il caso di Blanco che ha preso a calci (più del previsto) le rose che decoravano il palco durante la sua esibizione fuori concorso.
Infine, qua e là, altre cose assortite: il dubbio se tutto questo parlare di Instagram non si configuri come una pubblicità occulta e non pagata; un "viva il sesso" e un plug anale ancora con Rosa Chemical; ancora Grignani che interrompe la sua canzone con stile ma senza attaccare Blanco. E perdonateci se ci siamo dimenticati qualcosina.
Poche polemiche: un bene o un male?
A questo punto, dobbiamo farci una domanda e provare a risponderci onestamente: la mancanza o quasi di polemiche è un bene o un male per Sanremo? Cioè: un Festival senza grossi scandali è migliore o peggiore di uno infuocato da qualche episodio?
La risposta più logica, forse al confine con la retorica spicciola, sarebbe: è un bene, perché così ci si concentra solo su quello che deve essere il vero tema, e cioè le canzoni e i cantanti. E poi se l'Auditel dà buoni numeri, non si può che festeggiare.
Dall'altra parte, una risposta maliziosa potrebbe essere: è un male, perché le canzoni sono poco più di un pretesto, e se i giornali mandano reporter e fotografi in Liguria d'inverno è perché sperano che succeda qualcosa di interessante a livello di cronaca, non per ascoltare dal vivo le "canzonette" che nelle prossime settimane inonderanno le radio d'Italia.
Per provare a dare la nostra risposta, abbiamo pensato a un Festival come a un matrimonio e ci siamo domandati: un matrimonio memorabile è quello dove tutto va liscio o quello dove un imprevisto, un incidente, una scenata di qualunque tipo diventa l'episodio che tutti ricorderanno per sempre?
E la risposta che ci siamo dati e che, molto modestamente, crediamo possa essere applicata al Festival, è: dipende se siete gli sposi, i genitori degli sposi, o solo degli invitati. Amadeus e la Rai, adesso, possono stare tranquilli, ma gli invitati (noi) forse avrebbero sperato in qualcosa di più. Pazienza, sarà per il prossimo Festival.