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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Selvaggia Lucarelli sul documentario sulla Knox: "Secondo gli americani andava beatificata"

Dopo aver visto il lavoro dei registi americani Brad McGinne e Rod Balckhurst, la giornalista, in un articolo pubblicato su Il Fatto Quotidiano, ha espresso il suo parere: "A guardare la versione americana dei fatti, Amanda non andava incarcerata. Andava Beatificata"

Il suo caso ha fatto il giro del mondo. Chi non ha mai sentito parlare del famoso delitto di Perugia relativo all'omicidio di Meredith Kercher? Un processo che ha avuto una grande risonanza mediatica, soprattutto tra Regno Unito e Stati Uniti. 

La vicenda è stata uno spunto ghiotto per diversi registi: dopo il film intitolato "Amanda Knox: Murder on Trial in Italy" per la regia di Robert Dornhelm, a fare molto rumore è il documentario, in onda su Netflix il 30 settembre, "Amanda Knox" realizzato dai registi americani, Brad McGinne Rod Balckhurst. Il loro lavoro, più che sui fatti, punta su quelle che sono le conseguenze della pressione mediatica sulla vita dei protagonisti: “Non ci interessava parlare delle sentenze ma solo analizzare come delle persone normali diventano delle star internazionali” - hanno dichiarato Brad e Rod.

Ad analizzare il lavoro dei due registi è stata Selvaggia Lucarelli: postando un Tweet sul suo profilo social ha scritto: "Ho visto il documentario americano per @NetflixIT su Amanda Knox. Manca solo il passaggio sulla sua beatificazione".

Ebbene sì, dopo aver visto in anteprima il documentario, la Lucarelli ha voluto dire la sua in un articolo scritto per Il Fatto Quotidiano: "Amanda andava beatificata. Ce lo spiegano gli americani", così ha intitolato il pezzo in cui fa luce sul punto di vista, definito "inatteso e spiazzante", che gli americani hanno della vicenda.

Non c'è che dire, per Selvaggia, il documentario è di parte e se la ride del surreale iter giudiziario. Ma non è tutto: "Il punto di forza? La ricostruzione di due corto circuiti. Quello mediatico e quello investigativo: Da una parte c’è chi fece le indagini irrompendo sulla scena del delitto con gli scarponi da sci e dall’altra c’è chi raccontò la storia fidandosi di qualsiasi boiata trapelasse dall’anticamera del dentista della zia del fratello minore del cugino di una che faceva le pulizie in procura."

Gli occhi sono tutti puntati su di lei, Amanda Knox: “C’è chi dice che sono innocente e chi dice che sono colpevole. Se sono colpevole, sono la persona di cui devi avere paura, perché sono una psicopatica travestita da agnellino. Ma se sono innocente, sono te". L'interpretazione dell'attrice  sono forse una delle poche cose elogiate dalla giornalista che dice: "Brava la protagonista, riesce a creare empatia anche quando dice stupidaggini incontrovertibili".

Le parole fatte pronunciare alla Knox nel documentario non convincono la Lucarelli: "Le sue, più che dichiarazioni di quelle che sgorgano dal cuore, siano dichiarazioni che sgorgano dalla penna dello sceneggiatore di Criminal Minds, ma ci sta. La guardi nella sua magliettina rosa pallido e il viso segnato dalle prime, precoci rughe e sei già fregato. “Forse l’avevo giudicata male” è la frase che durante tutta la visione del documentario ronza in testa a chi si è accomodato in sala col sopracciglio alzato da colpevolista incallito. Perché Amanda è brava. (...)".

C'è poi il suo ex fidanzato, Raffaele Sollecito e che dire di lui? "Sulla sua figura il documentario aggiunge solo un dato importante: parla meglio l’inglese dell’italiano. Per il resto, altro che orge e sesso violento. Raffaele il bamboccione aveva avuto solo una partner sessuale prima di Amanda e lei sei in tutto, per cui alla fine, secondo i due registi, fu tutto semplice e banale: una rapina finita male e Rudi Guede che uccise Meredith in concorso con la stampa e la giustizia italiana" - ha scritto la Lucarelli.

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