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Venerdì, 29 Marzo 2024
L'analisi della puntata

Gli Anelli del Potere, il riassunto del finale di stagione e tutte le spiegazioni

Chi è Sauron? Chi è lo Straniero? E quali sono le differenze con i libri in questo episodio 8?

Oggi, venerdì 14 ottobre, è uscito su Prime Video l'ottavo e ultimo episodio, intitolato L'amalgama - Alloyed in inglese, di Gli Anelli del Potere, la serie tv di Amazon prequel del Signore degli Anelli.

Per chi come noi attendeva da anni questa serie è sicuramente un momento emozionante, ma non abbastanza da toglierci la lucidità di fare un riassunto completo del finale di stagione, con tutte le spiegazioni, le rivelazioni e le analisi del caso, che ovviamente non vorrete leggere prima di aver visto la puntata in questione (a meno che non vi piacciano gli spoiler).

Cosa è successo ad Arondir, Bronwyn e Theo nel finale di stagione

Andiamo dal semplice al difficile, e quindi diciamo subito che nell'ottavo episodio non compare nessuno della sottotrama che ha come protagonisti l'elfo Arrondir, la sua amata umana Bronwyn e il di lei figlio Theo che aveva trovato l'elsa della spada di Sauron che ha azionato la reazione che ha portato alla nascita di Monte Fato e di Mordor. Erano diretti a Pelargir, colonia numenoriana nella Terra di Mezzo, e sicuramente rivedremo questa bella famiglia allargata nella stagione 2.

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Cosa è successo a Durin e ai Nani nel finale di stagione

Anche in questo caso, sottotrama non pervenuta. Con la cacciata di Elrond per decisione del re Durin III, che ha fatto sigillare il buco che dava sulla vena di mithril (e sul nascondiglio del famoso Balrog di Moria contro cui un giorno si scontrerà Gandalf), si è chiusa nello scorso episodio questa linea narrativa. E adesso ci spieghiamo il motivo di quel solenne discorso di Disa al principe Durin IV sul futuro che li attende: era il loro commiato dalla prima stagione.

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Cosa è successo ai Numenoriani, e cos'ha detto Palantir a Earien

Sono presenti nel finale di stagione con un paio di scene o poco più. In particolare, della spedizione di ritorno dalla Terra di Mezzo vediamo solo un po' di dialogo tra Miriel ed Elendil, con la regina ora cieca che inizia a capire il senso delle parole di suo padre sulla necessità di essere fedeli agli antichi accordi con gli Elfi, e il comandante (il cui nome si significa "amico" o "fedele" agli elfi) che nonostante il dolore per la scomparsa di Isildur (ma sapendolo vivo ci viene difficile empatizzare) promette di continuare a fare il suo dovere.

A Numenor, intanto, Pharazon ha selezionato alcuni giovani per fare il ritratto di Tar-Palantir ormai prossimo alla morte, e tra questi giovani c'è Earien, sorella di Isildur (e di Anarion) e figlia di Elendil, con cui però non sembra condividere particolarmente la fedeltà agli Elfi. Poi però si trova da sola nella stanza del re sdraiato, per ritrarlo, e questo, stile Viserys Targaryen, lo scambia per la figlia e prima che lei gli faccia capire l'equivoco lui la ammonisce sulla necessità di seguire la fede antica per evitare la distruzione di Numenor, e con uno scatto di reni notevole la accompagna nella torre segreta con il palantir che avevamo già visto (e spiegato) nel quarto episodio.

Lo scatto di reni evidentemente è fatale al vecchio re, che infatti muore poco dopo, lo scopriamo quando le navi militari tornano a Numenor e Miriel chiede a Elendil di spiegare cosa vede, ma lui non sa come dirle che è pieno di navi con le vele nere a segnalare la morte del sovrano suo padre. E vedremo cosa farà lei con Pharazon, anche se sappiamo che non potrà finire bene per Numenor.

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Cosa succede agli Harfoot e la rivelazione sullo Straniero

Eccoci giunti alla seconda linea narrativa più importante di questo finale di stagione 1. Dunque, rieccoci con lo Straniero, che con la mela datagli da Nori in mano cammina ramingo in cerca di insediamenti umani che possano indirizzarlo verso quella costellazione che va cercando.

A un certo punto la mela gli cade, fa per riprenderla ma delle mani furtive lo precedono. È Nori, sembra all'inizio, ma invece è solo la Residente, che con La Nomade e l'Asceta sta cercando proprio il nostro uomo caduto dal cielo. 

Lo "catturano", o meglio ne catturano l'attenzione solo per dichiararsi sue servitrici, servitrici di Sauron... In questo momento, noi che eravamo sicuri che Sauron fosse Halbrand, abbiamo vacillato. E pur di non cambiare idea, ci è tornata in mente la frase di Adar che diceva di aver "diviso in due" e abbiamo pensato a una possibile soluzione "calviniana" di un Sauron dimezzato come il Visconte. 

Ma invece no, perché i nostri amici Pelopiedi sono anche loro sulle tracce dello Straniero, e dopo averlo trovato legato (per "dargli tempo di riprendere controllo dei suoi poteri annebbiati dopo la caduta dal cielo") lo aiutano a slegarlo: ma è un'altra trappola di quelle tre strane figure di bianco vestite, che innescano una battaglia con i nostri amici proto-hobbit.

Sadoc Burrow-Rintanati rimedia un brutto colpo, la madre di Nori prova ad aiutare la figlia e Poppy, ma quando tutto sembra per finire tragicamente lo Straniero crede alle parole molto tolkeniane della sua amica ("non sei cattivo, il punto è quello che facciamo non quello che siamo") e in un attimo batte le tre avversarie, che prima di svanire tramutandosi in nuvole di farfalle (o di falene? Vedi sotto) lo riconoscono in quanto Istar, o come sarà chiamato più tardi Stregone. 

E via, quindi lo Straniero è una di quelle creature divine (per la precisione cinque Maiar) che i Valar, a loro superiori, mandano verso est nella Terra di Mezzo ad aiutarne gli abitanti contro il crescente potere di Sauron. Ci sarebbe il problema che in teoria gli Istari compaiono nella Terza Era e qui siamo nella seconda, ma tant'è. 

Ad ogni modo Sadoc muore, a causa delle ferite riportate, guardando l'alba con i suoi amici, che poi tornano al villaggio. La famiglia Brandyfoot ha capito qual è il destino di Nori e le ha preparato lo zaino per seguire l'Istar. Nori saluta i genitori, la sorella, l'amica Poppy che sembra destinata a diventare la nuova trova-sentieri (Malva non sembra capace neanche di guardare una mappa) e va dal suo amico, che prima la invita a fare strada e poi decide di seguire il naso (vedi sotto/2). Ciao, alla prossima stagione.

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Cosa succede a Galadriel, Elrond, Celebrimbor e Halbrand

Ed eccoci arrivati alla storia principale, ma andiamo per gradi facendo finta di niente. Dunque, Galadriel porta Halbrand nell'Eregion, a farsi curare dai medici elfici. Nel frattempo Elrond e Celebrimbor affrontano il fallimento della loro missione, con il re Gil-Galad che a questo punto tira fuori la sua soluzione per ogni problema: una nave che salpa verso Valinor, stavolta con tutti gli Elfi che non vogliono morire mentre i loro alberi di Valinor ormai perdono foglie sanguinanti e i fabbri hanno rimediato solo una pietrolina di mithril.

Ma Celebrimbor ed Elrond convincono il sovrano a dar loro ancora qualche settimana per provare a trasformare, chissà come, quel pochino di mithril in qualcosa che guarisca tutte le terre degli Elfi. A dar loro una mano ci pensa Halbrand, che, guarito, compare un giorno a caso nel laboratorio-fucina di Celebrimbor, di cui, in quanto "umile fabbro", conosce e apprezza pubblicamente il grande talento nel forgiare gioielli (un talento, lo diciamo, ereditato dal nonno Feanor).

Celebrimbor si fa lusingare da Halbrand che gli consiglia di creare un qualche amalgama - o lega, insomma il titolo della puntata deriva da qui - tra il  mithril e altri materiali in modo da creare oggetti (possibilmente rotondi come una corona, o chissà degli anelli...) che amplifichino il potere del mithril. Halbrand ha una grossa influenza su Celebrimbor, e Galadriel se ne accorge quando questi dice una frase sul "potere oltre la carne" che gli ha detto Halbrand, ma che lei aveva già sentito dire da Adar a proposito di Sauron... Allora fa fare una ricerca sulla dinastia dei re delle Southlands per scoprire che la linea ereditaria si è interrotta mille anni prima e solo a questo punto...

Click, si accende la lampadina e Galadriel affronta Halbrand, finalmente riconosciuto come un Sauron travestito in "bella forma", finché può... Sauron a questo punto non lascia ma raddoppia, cercando di convincere Galadriel a unirsi a lui, prima comparendogli come il fratello Finrod che in sostanza giusitifica la morte degli Elfi come fosse un equivoco, e poi riportandola sulla zattera dove si erano conosciuti. Lì lei vacilla (metaforicamente), immaginandosì al fianco di un re, però un signore oscuro. "Non oscuro" dice Sauron, che vuole convincere di voler solo salvare la Terra di Mezzo da sé stessa e dalle ferite inflittele da Morgoth da cui si professa emancipato, e incidentalmente di governarla insieme a lei.

Alla fine Galadriel non si fa convincere e minaccia di morte Sauron, che a questo punto la fa affogare nella visione. Nella realtà invece viene tirata su dal fiume da Elrond, che non fa in tempo a chiederle spiegazioni che lei si dirige rapida da Celebrimbor per convincerlo a cambiare il piano: non più due anelli, come suggerito da Halbrand, ma tre, per bilanciarne i poteri.

Elrond trova la pergamena che dimostra le bugie dette da Halbrand/Sauron ma ormai la macchina degli orafi è partita, con Galadriel che per permettere la creazione degli anelli è disposta a sacrificare la mitica daga di Valinor (non di Valyria) che ha ereditato da Finrod, allo scopo di fornire metalli abbastanza preziosi da poterli amalgamare al mithril.

E così i metalli si fondono, i fabbri elfici si mettono all'opera (creando i sedici anelli minori che andranno alle altre specie) e Celebrimbor in persona forgia tre anelli, anzi I Tre Anelli degli Elfi: Narya (l'anello di fuoco che Gil-Galad darà a Cirdan che a sua volta lo darà a Gandalf), Nenya (l'anello di Adamante o dell'Acqua che sarà indossato da Galadriel), e Vilya (l'anello dell'aria che poi finirà da Gil-Galad a Elrond). E intanto Sauron, bello come il buio, è arrivato a Mordor, dove presumibilmente dovrà sconfiggere quello che parlando a Galadriel ha definito come "nemico comune", ovvero Adar. Sigla e canzone con la celebre epigrafe tokeniana sui "tre anelli per gli Elfi sotto il cielo, sette per i Nani nelle loro sale di pietra, nove per gli uomini mortali destinati a perire, e uno per il Signore Oscuro".

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L'equivalente di Halbrand nei libri (e perché "giustifichiamo" la differenza)

Dunque, come da nostra scommessa al toto-Sauron, il Signore Oscuro alla fine si celava dietro quel simil Aragorn di Halbrand. Un personaggio non presente nel canone tolkeniano, ma che a questo punto possiamo far quasi coincidere con Annatar.

Questo era il nome che Sauron, trasformato da umano, si era dato presentandosi dai fabbri elfici, di cui presto ha conquistato la fiducia e a cui, per farla breve, ha dato preziosi consigli per la realizzazione degli Anelli del Potere (i 3 degli Elfi, i 7 dei Nani, i 9 degli Uomini e l'Unico Anello poi forgiato da Sauron stesso per domarli, incatenarli ecc.). 

Che Halbrand corrisponda almeno in parte ad Annatar lo si deduce anche da una breve frase che Halbrand dice quando Celebrimbor lo ringrazia per i consigli. "Consideralo un dono" risponde, facendo riferimento proprio anome di Annatar, che significa appunto "signore dei doni".

Ora, siamo consapevoli che, nonostante questo "inside joke", il personaggio di Halbrand che si rivela Annatar che si rivela Sauron fa storcere il naso a molti. Ma sinceramente ci sentiamo di giustificarlo: in un prequel, dove molte cose sul futuro sono già note (come la sopravvivenza di Isildur, ad esempio), qualche colpo di scena va lasciato agli sceneggiatori, e se avessero chiamato Annatar il presunto re delle Southlands sarebbe stato mascherato alla prima scena. 

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Ma quindi lo straniero è Gandalf o un Istar "qualunque"?

Sull'identità precisa dello Straniero - Uomo Meteora non ci sono conferme ufficiali, ma possiamo supporre che sì, anche in questo caso i pronostici siano stati rispettati e che si tratti proprio di Gandalf, e non uno dei due Istari Blu, né Saruman il Bianco né Radagast il Marrone (e neanche altri Istari fuori dai canonici cinque, ma non possiamo escluderlo completamente).

Perché da una parte è vero che Gandalf con le tre figure bianche parlava di Rhun, che si trova a est di Mordor, ed è 1) il posto dove si sono "risvegliati" gli Elfi, e non solo, dopo la creazione; 2) la terra che fornisce molti alleati umani di Morgoth e Sauron, uniti dall'odio verso i popoli dell'ovest; 3) la direzione verso cui si dirigono i due Istari blu dopo il loro approdo sulla Terra di Mezzo, senza che poi se ne abbiano più notizie 4) una regione che Gandalf stesso dice di non aver mai bene esplorato, anche perché si estende oltre la fine delle terre conosciute).

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Ma è anche vero che se lo Straniero fosse Gandalf potrebbe significare che magari sta cercando proprio i suoi colleghi in blu, e soprattutto si spiegherebbe il suo affetto per gli Hobbit. Ed è da segnalare anche il testo della "curiosità" che accompagna questa scena (e che si può vedere mettendo in pausa e andando nella sezione extra): "Sono state raccontate molte storie sugli Stregoni, o Istari, in epoche successive, ma non tutte sono state ancora ascoltate", quasi una spiegazione indiretta. 

Oltre a ciò, possiamo essere quasi sicuri che lo Straniero sia Gandalf per l'ultima frase che dice a Nori dopo essersi fermato a pensare che strada prendere. "Quando sei in dubbio segui sempre il tuo naso" dice, ovvero la stessa identica frase che Gandalf dice a Merry dopo che a Moria la Compagnia dell'Anello si era fermata per permettere a Gandalf di scegliere la "strada di cui non ho memoria". Ecco il video della scena.

Cosa ci ha ricordato la scena di Galadriel infuriata con Halbdrand/Sauron

Anche qui, in molti hanno notato un altro rimando alla trilogia cinematografica di Peter Jackson. Quando, alla fine dell'allucinazione indotta, Galadriel urla in faccia a Sauron che come lo ha salvato lo distruggerà, oltre a ricordarci la tipica minaccia delle mamme di una volta, ci è venuta in mente la scena - sempre da La Compagnia dell'Anello - in cui una Galadriel fuori di sé è tentata di farsi consegnare l'Unico Anello da Frodo. Qui il video della scena, visivamente simile. 

Perché le tre pietre incastonate non possono essere i Silmaril

Ci teniamo a questo punto a fare una precisazione, sperando vivamente di essere nel giusto. Nel caso abbiate pensato che le tre pietre incastonate nei tre anelli forgiati personalmente da Celebrimbor siano i Silmaril, siamo abbastanza convinti che vi sbagliate.

Cioè, è vero che come abbiamo visto nel corso delle settimane, quasi sempre giustificandolo, gli showrunner si sono prese parecchie libertà rispetto al canone di Tolkien. Ma anche se Celebrimbor è il nipote di quel Feanor che ha creato i Silmaril, e anche se le pietre sono state notate da Halbrand/Sauron, possiamo escludere questa enorme discrepanza con i libri.

Perché i Silmaril sono finiti uno in cielo (la stella di Earendil, padre di Elrond), uno inabissato nell'oceano e uno in una fossa ardente (ovvero cielo, mare, terra). E soprattutto perché non avrebbe senso cambiare anche la storia degli Anelli del Potere in una serie che si chiama Gli Anelli del Potere e che, ricordiamolo, non ha i diritti del Silmarillon. 

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Giudizio finale: a noi questa stagione è piaciuta

Sì, qualche difetto in questa prima stagione è evidente: dalla lentezza dei primi episodi, ad alcuni "cliffhanger" che possono lasciare col fiato sospeso solo chi non ha mai letto né visto niente di LotR, fino ad arrivare, sul versante opposto, ad alcune libertà di troppo rispetto al canone tolkeniano.

Ma proprio perché noi non siamo scrupolosi fedeli della parola, o meglio delle parole di JRR Tolkien, a noi questa prima stagione di The Rings of Power è piaciuta molto. Non solo, come dicono tutti, per il suo aspetto visivo mozzafiato, ma anche per la capacità di farci conoscere questo universo così familiare ma anche un po' diverso. D'ora in poi la strada è in discesa, e non vediamo l'ora che esca la stagione 2.

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Quando uscirà la stagione 2 di Gli Anelli del Potere?

A proposito, conviene mettersi l'anima in pace, perché essendo da poco iniziate le riprese della stagione 2, e conoscendo i tempi di produzione necessari per uno show così imponente, di sicuro non vedremo il ritorno di The Rings of Powers prima del 2024. Non un addio, ma un "namarie" (stai bene in elfico) sicuramente.

Voto: 8.5

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