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Martedì, 23 Aprile 2024
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Chi era Jeffrey Dahmer, il serial killer protagonista della nuova serie Netflix di Ryan Murphy

La storia vera del cannibale di Milwaukee raccontata nella nuova miniserie Netflix di dieci episodi

Violenza sessuale, cannibalismo, necrofilia, squartamento. Sono solo alcune delle modalità con cui ha effettuato molteplici omicidi a sangue freddo. Stiamo parlando di Jeffrey Dahmer, l'assassino e cannibale di Milwaukee che è protagonista della nuova serie Netflix di Ryan Murphy, Dahmer, debuttata oggi stesso sulla piattaforma di streaming con dieci episodi. Ma qual è la vera storia di Jeffrey Dahmer? Cosa ha fatto per prendersi l'appellativo "mostro di Milwakee" ed essere ricordato da tutti come uno dei peggiori assassini degli ultimi anni? Ecco la sua stora vera.

Chi è Jeffrey Dahmer e quali sono stati i suoi crimini

Nasce il 21 maggio del 1960 a Milwaukee, una cittadina del Wisconsin. Figlio di uno studente di chimica e di un'istruttrice telescriventista, fino all'età di sei anni Jeffrey è un bambino felice. Ma qualcosa cambia quando si trasferisce con i genitori in Ohio. Da quel momento Jeffrey diventa un bambino chiuso in parte anche alla lontananza del padre, che per gli impegni accademici era spesso via e alla depressione e ipocondria di cui soffriva la madre. All'età di 8 anni Jeffrey inizia a collezionare resti di animali morti. A 13 anni inizia a essere oggetto di scherzi a scuola e ad avere fantasie sessuali su persone morte. Il problemi di alcolismo arrivano all'età di sedici anni e, una volta raggiunta la pubertà. Dahmer capisce di essere gay ma sceglie di tenerlo nascosto a tutti. Il primo omicidio arriva a 18 anni, dopo la separazione dei suoi genitori. La vittima? Un giovane autostoppista di 19 anni ucciso dopo aver avuto con lui un rapporto sessuale. Dopo aver ucciso il ragazzo a colpi di manubrio, vi si masturbò sopra e poi lo smembrò sciolendo alcune membra nell'acido e buttando le restanti. Le ossa vennero frantumate con una mazza da baseball e poi messe in un sacchetto. Dopo il suo primo delitto Dahmer si iscrisse all'università in Ohio ma durò solo tre mesi e poi venne fatto arruolare da suo padre. Il secondo omicidio arrivò qualche anno dopo il primo ma le modalità furono più o meno le stesse. Questa volta fu la volta di un altro ragazzo, un veniticinquenne ucciso in un alberto e poi messo dentro una valigia, comprata per l'occasione. Una volta tornato a casa della nonna, con cui aveva iniziato ad abitare, vi ebbe anche un rapporto sessuale. Le vittime di Dahmer furono in totale 17 e tutti ragazzi giovanissimi e di sesso maschile (perfino un quattordicenne). Solo un ragazzo riuscì a sfuggire alle sue mani assassine, un tredicenne che, scappando dopo il tentativo di violenza sessuale, lo denunciò e, così, Dahmer fu arrestato per violenza sessuale.  

La cattura di Jeffrey Dahmer

L'ultimo tentativo di uccisione da parte di Jeffrey Dahmer du nel 1991 e precisamente il 22 luglio. Il serial killer, infatti, aveva invitato un ragazzo in casa, lo aveva addormentato parzialmente con un sonnifero e costretto a entrare nella sua camera da letto. Qui, il ragazzo, Tracy Edwards notò subito qualcosa di sconvolgente: foto di cadaveri smembrati appese ai muri e un insopportabile odore di marcio proveniente da un baule. A questo punto colpì Dahmer e scappò fino a raggiungere la polizia a cui raccontò tutto. Gli agenti, arrivati a casa di Dahmer, trovarono resti umani nel frigorifero, teste e mani tagliate dentro pentole da cucina, peni umani conservati dentro la formaldeide e cue cuori umani avvolti in sacchetti di plastica. Insieme a questo anche foto di cadaveri squartati. 

Jeffrey fu subito catturato, portato in prigione e sottoposto a processo. 

La condanna di Jeffrey Dahmer e la morte

Jeffrey Dahmer dopo il processo fu riconosciuto colpevole condannato, nel 1992 alla pena dell'ergastolo con un totale di 957 anni di prigione. Una volta in prigione si convertì al cristianesimo ma i suoi compagni di carcere tentarono più volte di ucciderlo e proprio un tentativo di questi gli fu fatale così, il 28 novembre del 1994 morì colpito dall'asta di un manubrio scagliata da un carcerato schizofrenico e la sua vita si spense all'età di 34 anni. 

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