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Giovedì, 28 Marzo 2024
La recensione

Netflix: la serie tv "Generazione 56K" è un piacevole tuffo nel passato, anche se...

La recensione della nuova serie italiana di Netflix prodotta da Cattleya in collaborazione con i The Jackal

Chi è cresciuto negli anni '90 conosce bene quell'inconfondibile suono del modem 56K, quella sequenza di note infinite e apparentemente senza senso che però sono rimaste incise nella memoria di un'intera generazione, che Netflix ha deciso di chiamare "Generazione 56k". È proprio questo il titolo della nuova serie italiana della piattaforma di streaming prodotta da Cattleya in collaborazione con i The Jackal che ha voluto far tornare alla memoria dei trentenni di oggi gli anni della loro fanciullezza tra primi amori, amicizie, rivalità e tutto il folklore delle famiglie italiane del Sud. Con protagonisti Angelo Spagnoletti, Cristina Cappelli, Giankuca Fru, Fabio Balsamo, Alfredo Cerrone ed Egidio Mercurio, questa serie farà il suo debutto il 1 luglio sul catalogo di Netflix, ma noi che l'abbiamo già vista vogliamo raccontarvi, in antemprima, la nostra opinione. 

Un sobrio tuffo negli anni '90 tra 883, le lire, i primi computer e...

Generazione 56K è un piacevolissimo racconto estivo all'italiana, una commedia romantica che punta sulla classicità con l'inserimento di qualche elemento di modernità come salti temporali tra un passato e un presente che in qualche modo sembrano dialogare tra loro. È un racconto un po' nostalgico di un passato, a tratti maliconico, a tratti euforico che, però, non eccede con eccessivi rimandi agli stereotipi degli anni '90. Generazione 56K è in grado di togliere invece che aggiungere e proprio per questo risulta un prodotto di qualità che non cade nella cieca adorazione di un passato che ormai non c'è più. Così, nelle scene che ricordano il periodo delle medie di Daniel, Matilda e i loro amici, fanno capolino diversi rimandi agli anni '90 come il primo computer della olivetti, i floppy, le cassette, la lentezza del primo internet nel caricare le immagini, i diari di scuola di una volta, i maglioni larghi e colorati, le lire, gli 883 e per chi è cresciuto con quelle stesse abitudini è molto bello ricordare, senza un'eccessiva maliconia, la propria infanzia e identificarsi con i personaggi della serie e le loro famiglie. 

Alla base della storia un messaggio sull'amore un po' semplicistico

La storia viene divisa in 8 episodi, della durata di mezz'ora l'uno, e la visione è decisamente scorrevole. Sobria, educata e soprattutto romantica (anche troppo) questa serie è l'ideale per una serata estiva in leggerezza ed è un prodotto che a livello di regia, fotografia e sceneggiatura convince anche se, c'è qualcosa che non funziona. E questo qualcosa sta proprio nella storia d'amore al centro della narrazione, quella tra Daniel e la sua compagna di medie Matilda (all'epoca bruttina, odiata e chiamata "Satana"). I due si reincontrano da grandi e si innamorano all'istante, il classico colpo di fulmine da commedia romantica. Ed è così che lei, con una cotta per lui fin da piccola, cade di nuovo ai suoi piedi e decide di mollare la sua vita costruita con cura insieme al suo futuro marito per mettersi con il suo vecchio compagno delle medie. Un po' per paura di perdersi qualcosa, un po' perché vittima del riaffiorare di emozioni del passato, quello che non convince, anzi, che dispiace un po' è che l'amore venga rappresentato solo come come frutto di un incontro fortuito tra due che sono un po' in crisi nella propria vita e che da bambini si piacevano. Una visione un po' semplicistica e riduttiva dell'amore che per essere tale deve fare i conti con la realtà, anche se le commedie romantiche sembrano averne una paura tremenda. Diciamo che, come da copione all'americana, il bravo ragazzo viene mollato per il nuovo bel ragazzo che sembra promettere un futuro migliore. Ed è così che risulta un po' banale e anche un po' riduttiva la rappresentazione delle relazioni interpersonali in Generazione 56K che cade nella trappola degli stereotipi di un genere di racconto che, forse, potrebbe essere aggiornato alla contemporaneità. 

Forse, dal punto di vista della relazione d'amore ci aspettavamo un po' più di maturità e quella stessa aderenza alla realtà che la serie ha sotto un altro aspetto, quello del racconto degli anni '90. Piacevole da un lato ma un po' deludente dall'altro tutto sommato Generazione 56K è un buon prodotto e forse, in un'ipotetica seconda stagione, si potrà fare qualcosina in più. 

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