rotate-mobile
Giovedì, 25 Aprile 2024
Netflix

"Pose", ed è subito anni '80: tutto sulla serie cult di Netflix sulla ball culture

La serie tv è stata molto apprezzata dalla critica, vanta un Emmy nel 2019 e diverse candidature a Golden Globe e altri prestigiosi riconoscimenti

Tra le serie tv vincitrici di Emmy nel 2019 troviamo “Pose” su Netflix. In questo caso, a vincere il premio è stato Billy Porter (Pray Tell) come miglior attore protagonista in una serie drammatica. Ma in generale la serie tv, che conta 2 stagioni con 18 episodi, vanta, oltre molte recensioni positive dalla critica, è stata candidata per altri premi tra cui due Golden Globe.

La serie è ambientata nel 1987 a New York, è fortemente ispirata al documentario del 1990 di Jennie Livingston, “Paris is burning”, e parla di Blanca, icona della ball culture, che fonda la propria “casa”, diventando la madre di un bravo ballerino e di una prostituta innamorata di un cliente yuppie. Ovviamente questa breve descrizione fornita da Netflix è solo un “antipasto” che serve a metterci ancora più curiosità. E allora in cosa consiste questa serie tv acclamata dalla critica?

La trama

La serie tv statunitense, ideata per FX, è ambientata tra gli anni ’80 e ’90, ed è in realtà uno spaccato della vita e della società di New York (in cui spiccano nel paesaggio – non senza un certo effetto – ancora le Torri Gemelle): si parla dell’ascesa del lussuoso universo dell’era Trump con i suoi sfarzi ed eccessi, della scena sociale e letteraria, e soprattutto del mondo variopinto della cultura Lgbt e in particolare dei ball. Un giovane ballerino senza fissa dimora viene notato dalla star di uno spettacolo transgender, che lo invita ad entrare in un collettivo di artisti, emarginati dalla società poiché non convenzionali. Intorno a loro, una girandola di potenti uomini d’affari, attaccati allo “status quo” (e a giri di soldi non proprio trasparenti) ma allo stesso tempo attirati dal mondo dei ball. Tra di loro, uno yuppie sposato con un personaggio interpretato da Kate Mara, che abbiamo già visto nel ruolo della giornalista in "House of Cards".

Insomma, due mondi diversi a confronto, in cui si affrontano temi come la cultura Lgbt, l'emarginazione, il razzismo, l'omofobia, e anche il "tabù" dell'Hiv.

Cos’è la ball culture?

Con il termine ball, si intende un sottoinsieme della cultura Lgbt caratterizzato dalla partecipazione a competizioni in cui alcuni partecipanti sfilano, altri ballano, altri competono in modalità “drag queen” o “drag king”. I movimenti delle competizioni sono in genere ispirati alle pose dei modelli fotografati sul periodico mensile “Vogue”.

Come spiega uno dei personaggi, "i balli sono raduni di persone che non possono riunirsi altrove". Come già detto, si tratta di artisti spesso emarginati dalla società poiché non interessati alle convenzioni: per questo hanno anche attirato diversi “yuppie” la cui vita è invece condizionata da una serie di rigide regole non scritte. I partecipanti possono riunirsi in una “casa”, una sorta di squadra che è a lungo andare è come una famiglia, tanto più che le leader sono soprannominate "madri".

Paris is burning

Abbiamo scritto prima che la serie è fortemente ispirata a questo documentario del 1990, diretto da Jennie Livingston, incentrato sulla scena della ball culture di New York.

Il documentario esplora le vite delle comunità emarginate di omosessuali, transgender e drag queen afroamericani e latinoamericani sul finire degli anni ’80, e venne inserito dalla Biblioteca del Congresso ben 26 anni dopo nel National Film Registry per i suoi meriti culturali, storici ed estetici.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

"Pose", ed è subito anni '80: tutto sulla serie cult di Netflix sulla ball culture

Today è in caricamento