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Giovedì, 28 Marzo 2024

La recensione

Claudio Pizzigallo

Giornalista

La serie tv Prime Video di Lillo sarà il primo tormentone del 2023

Il 5 gennaio su Prime Video esce Sono Lillo, la serie tv con protagonista, appunto, Lillo Petrolo. Oltre che al suo nome, il titolo fa riferimento a una battuta che Lillo disse nella prima edizione di LOL, durante uno dei suoi sketch nelle vesti dell'improbabile super eroe Posaman. 

E infatti la serie tv parla proprio di "un" Lillo (non è "il" Lillo che conosciamo in una versione che mischia realtà e finzione, come successo per Verdone in Vita da Carlo, per intenderci) che in un certo senso è intrappolato nel suo personaggio comico Posaman, e da cui vuole emanciparsi. 

Proviamo quindi a riassumere la trama dei primi tre episodi, che abbiamo visto in anteprima, per far capire di cosa parla e che stile ha Sono Lillo, per poi analizzare i motivi per vedere questa serie e perché, a nostro giudizio, potrebbe diventare il primo cult, o tormentone, del 2023.

Sono Lillo - Posaman

Di cosa parla "Sono Lillo"

La storia non ha una "genesi", nel senso che non viene spiegato come è nato il personaggio di Posaman, vediamo solo che è il classico "vip da feste", che persone più meno facoltose (e più o meno criminali) assoldano per vedere le sue pose e ridere. 

La vita privata di Lillo, però, non fa molto ridere. Ha un agente (Pietro Sermonti) di basso livello, per cui Posaman è l'unico successo, e ha una moglie (Sara Lazzaro) che decide di andarsene, non si sa se per sempre, perché in fondo lui non è mai cresciuto. 

E allora Lillo, che tra una comparsata in tv e un evento passa il tempo a giocare a giochi di ruolo con i suoi amici (guidati da Marco Marzocca), decide che deve cambiare per riconquistare l'amore della sua compagna: basta Posaman, ora vuole un lavoro serio, da adulto. Ci fermiamo qui per non spoilerare neanche i primi tre episodi, e vi invitiamo a dare uno sguardo al trailer di Sono Lillo, qui sotto. 

I motivi per guardare "Sono Lillo" a cuor leggero

Prima di vedere questi episodi, nel nostro cuore avevamo un timore: che Sono Lillo fosse una serie raffazzonata, di basso livello, tipo quelle sitcom italiane che soprattutto qualche anno fa venivano trasmesse il sabato pomeriggio e di cui non facciamo nomi per gentilezza. 

Soprattutto, avevamo paura che Sono Lillo non facesse ridere. E invece, la visione dei primi tre episodi ci ha abbondantemente confortato e rassicurato. Perché Sono Lillo fa ridere, e non poco. 

Sono Lillo - Pietro Sermonti e Lillo Petrolo
Fa ridere il protagonista, fa ridere il suo agente, fanno ridere i suoi amici un po' strani, fa ridere Paolo Calabresi in un ruolo che ci ha ricordato Susie, la manager della fantastica signora Maisel, solo che qui i suoi consigli ai comici che passano nel suo locale (Valerio Lundini, Edoardo Ferrario, Emanuela Fanelli nei primi tre episodi) sono totalmente sballati. 

Certo, non stiamo parlando di una serie che farà la storia della comicità mondiale, e - se velo state chiedendo dopo aver letto i nomi di Calabresi e Sermonti - non è neanche ai livelli di Boris, ma questo dipende, almeno per ora e almeno per noi, da una minore dimestichezza con i prodotti seriali e da un cast meno corale di quello di Boris

Però siamo abbastanza convinti che Sono Lillo avrà molto successo, e che diventerà il primo cult dell'anno nuovo. Grazie alle sue citazioni più o meno dichiarate (dalla già citata Mrs Maisel a Star Wars, con una punta di Signore degli Anelli), grazie alle gag di protagonisti e comprimari, e grazie a un più generale buonumore che, per quanto ci riguarda, è la cifra stilistica di quello che provoca la comicità di Lillo.

Ora però, dobbiamo confessarlo, abbiamo una nuova paura: che la stagione si concluda con qualcosa in sospeso e poi Prime Video non rinnovi la serie. Ma per ora non vogliamo pensarci, preferiamo goderci questa prima stagione di Sono Lillo. 

Voto: 8

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