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Giovedì, 25 Aprile 2024
Film e Serie Tv

That Dirty Black Bag, una serie western a tinte pulp

Arriva anche in Italia, in esclusiva in streaming su Paramount+ dal 25 gennaio la serie made in Italy prodotta da Palomar e Bron Studios

Otto puntate per raccontare una storia di destini incrociati nel selvaggio west per una serie che prova a proporre uno taglio contemporaneo a un genere molto popolare in passato e oggi meno frequentato da cinema e tv, “That dirty black bag”, scritta e diretta da Mauro Aragoni e prodotta da Palomar, dopo l’esordio negli Stati Uniti su Amc+ arriva in Italia su Paramount+ dal 25 gennaio. Protagonisti della serie sono: Dominic Cooper nel ruolo dell’opaco sceriffo McCoy, Douglas Booth che interpreta lo spietato cacciatore di teste Red Bill, Guido Caprino nel ruolo di Bronson, Niv Sultan che intepreta Eve, la tenutaria del bordello locale e Christian Cooke, nei panni del fiducioso contadina Steve.

La trama della serie

That Dirty Black Bag parte da GreenVale, una cittadina di frontiera dal passato ricco grazie ad una vena d’oro ormai esaurita, e ora una sorta di città fantasma dove si combatte ogni giorno per la sopravvivenza: i campi sono secchi, non piove da mesi, l'aria è pesante e polverosa e l'acqua, scarsissima, è la risorsa più preziosa. La storia si dipana in otto lunghi giorni ed è incentrata sull'incontro e lo scontro tra due uomini: lo sceriffo McCoy apparentemente incorruttibile ma dal passato oscuro e dal presente che non disdegna le strade dell’illegalità, e Red Bill sporco e taciturno cacciatore di taglie, intrappolato in un desiderio di vendetta che gira di città in città con la sua sporca borsa nera in cui custodisce le teste delle sue vittime e medita di scovare l’assassino della madre. 

Durante il loro viaggio, i due protagonisti si ritroveranno a combattere uno contro l’altro e poi l'uno accanto all'altro per sopravvivere. 

E mentre assistiamo alla loro battaglia, scopriamo l’intreccio di altri destini, come quello di Steve, un agricoltore che sogna di veder rifiorire la città e crede fortemente che la provvidenza divina sta per mandare su GreenVale la pioggia o quello di Eve, un'ex prostituta diventata la ricca tenutaria del bordello locale o ancora, quello di Bronson, un uomo il cui passato è inestricabilmente legato a quello dei due protagonisti.

Un western contaminato che punta a rilanciare il genere 

Per That Dirty Black Bag sono scattati quasi immediatamente i richiami allo spaghetti western. Ma in realtà ,con quel sottogenere tutto made in Italy della tradizione del cinema che racconta la grande epopea di frontiera, questa serie sembra avere in comune solo le origini italiane.

Il regista e anche co-sceneggiatore, Mauro Aragoni, è italiano, così come lo sono la produzione Palomar e alcune delle location (la Puglia), ma le similitudini finiscono qui, perché in questa storia in otto episodi è molto difficile ritrovare il selvaggio sarcasmo, la risata sguaiata, beffarda e disperata che rimaneva sottesa dietro le vicende di quasi tutti i personaggi (antieroi e perdenti) dei western all’italiana.

Mauro Aragoni sembra guardare più ai classici hollywoodiani del genere, ma partendo da quei classici è evidente lo sforzo di renderli contemporanei, osando una commistione di generi e attingendo al pulp fino ad osare anche ad arrivare in alcuni passaggi al vero e proprio horror, per aggiungere brivido, adrenalina e ferocia in un west che già di suo, per definizione, è sporco, cattivo, senza legge e senza morale.
Il risultato è un puzzle complesso che si compone man mano che si va avanti con le puntate. Se all’inizio le storie sono solo accennate e si fatica a trovare il bandolo della matassa, lo spettatore viene premiato man mano che si addentra nella vicenda, con colpi di scena inaspettati e soluzioni narrative originali.

Il tutto assaporando gli elementi classici di un genere che fu popolarissimo e che oggi, anche attraverso una serie come questa, si cerca sempre più di rilanciare e attualizzare: personaggi incorreggibili, paesaggi desolati e maestosi dove l’uomo è solo un puntino in mezzo a una natura gigantesca e ostile, imprese criminali, il fine della sopravvivenza che giustifica ogni misfatto, sanguinosi scontri a fuoco e furiose vendette e via elencando.

Voto: 6,5

Locandina That Dirty Black Bag
 

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