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Giovedì, 28 Marzo 2024
La recensione

The Handmaid's Tale 5x04, quando Aunt Lydia mostra una coscienza e June la perde del tutto. La recensione

Il consueto commento al quarto episodio della nuova stagione della serie tratta dal romanzo di Margaret Atwood

Appena prima della tempesta, solitamente, c'è sempre un momento di calma. Una tranquillità che sembra quasi strana, apparente, preludio di quella che sarà una grande svolta, una grande rivoluzione. Il quarto episodio della quinta stagione di The Handmaid's Tale, "Dear Offred" racconta il momento prima della tempesta, della guerra, della vendetta. Tra luci e ombre, questa nuova tappa della lotta interiore di June, della volontà di Serena di estendere Gilead nel mondo, dello spiraglio di coscienza che inizia a mostrare Aunt Lydia, si fa più oscura e allo stesso tempo luminosa che mai. A brillare è il personaggio di Aunt Lydia, magistralmente interpretato fin dal primo episodio della serie da Ann Dowd, che per questo ruolo si è portata a casa anche un (meritatissimo) Emmy. Lydia si apre una via verso la redenzione, inizia a mostrare di avere una coscienza in questo episodio, mostra di essere disposta al cambiamento e, forse, sarà lei stessa la chiave di volta per la rivoluzione di Gilead. Il suo rapporto con Janine è uno dei legami più belli costruiti nella trama di questa serie, un rapporto che negli anni si è evoluto fino ad arrivare al punto in cui la matriarca inizia a considerare quella giovane ribelle un po' come fosse sua figlia. Dolce, tenera e continuamente combattuta tra il voler aiutare le sue ragazze e il volerle punire per la loro ricerca della libertà, Aunt Lydia ci regala alcuni dei momenti più belli di questo episodio a cominciare dal suo litigio con Janine che, ormai, senza un occhio e incapace di camminare dopo che la sua compagna ancella ha tentato di ucciderla, si lascia andare a un bellissimo sfogo pieno di rabbia e rassegnazione. Continuo a pensare che il persioaggio di Janine sia il più interessante dell'intera serie.

E poi c'è June che, al contrario, sta cadendo nel baratro della vendetta da cui non sembra proprio più essere in grado di uscire, anzi, vi trascina dentro tutti quelli che le sono accanto, compreso suo marito che, ormai, sta diventando come lei. Purtroppo sembra proprio che, nonostante la salvezza da Gilead, June sia talmente accecata dalla sete di vendetta nei confronti di Serena da non essere più in grado di vivere ed è bellissima la frase che pronuncia, parlando con Moira, "E se fossi questa persona adesso?", rendendosi conto che, forse, della vecchia June ormai non è rimasto molto ma la speranza è che per lei ci sia modo di andare avanti oppure tornare a Gilead e cercare di portare a termine il suo progetto di distruzione. Così, in Canada, sembra stia vivendo una vita a metà. 

E Serena? Anche lei fuori da Gilead e senza più suo marito è in balia degli eventi e alla ricerca di un equilibrio tra la gioia della gravidanza e il senso di smarrimento di non avere più il suo ruolo da first lady. 

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