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Giovedì, 25 Aprile 2024
la fine di un incubo

Simona Ventura assolta: "La fine di un incubo, mi sono fidata di persone sbagliate"

La conduttrice era accusata di evasione fiscale per contributi pari a 500 mila euro

Simona Ventura è stata assolta dall'accusa di evasione fiscale nel processo in cui era imputata per dichiarazione fraudolenta mediante altri artifici all'erario per contributi pari a circa 500 mila euro tra il 2012 e il 2015. Il pm Silvia Bonardi aveva chiesto una condanna a un anno e quattro mesi, ma per il giudice della seconda sezione penale del Tribunale di Milano, che ha emesso la sentenza, "il fatto non sussiste".

"Dopo anni di sofferenza si chiude questa vicenda penale che non meritava neppure di aprirsi per Simona Ventura, già torturata sotto l'aspetto tributario" ha commentato il difensore della conduttrice, l'avvocato Jacopo Pensa. Dopo tre anni e mezzo, dunque, è arrivata la parola fine. 

Il lungo sfogo di Simona Ventura

"Oggi è finito un incubo lungo tre anni e mezzo". Inizia così il lungo post in cui Simona Ventura tira fuori quanto vissuto in questo periodo: "Essere accusata di 'elusione fiscale' di 'frode', è stato duro da sentire e da incassare, anche perché, se ho una colpa, è stata quella di fidarmi totalmente delle persone che non lo meritavano affidando loro la mia vita". La conduttrice ci tiene a sottolineare alcuni punti: "Ora che tutto è dietro le spalle, vorrei fare delle precisazioni - continua - a) Ho sempre nutrito profonda fiducia nel sistema giudiziario italiano, fatto di tre gradi di giudizio, che permettono ad una persona di difendersi. b) Non ho mai commesso nessun reato. c) Il fango che, in fase preliminare, mi è arrivato addosso dal mondo dei social e dei blog, mi ha ferito nel profondo. Le accuse che arrivano dai famosi e celeberrimi 'leoni da tastiera' fanno male, soprattutto a chi (come me) sa di essere innocente. d) Quando uno è indagato scatta immediatamente la presunzione di colpevolezza mentre quella di innocenza non viene mai considerata". Simona Ventura ringrazia i suoi avvocati, gli amici che le sono stati vicino e il compagno, Giovanni Terzi, "sempre di più la mia quercia". E conclude: "'Male non fare paura non avere' diceva mia nonna, anche se, al giorno d'oggi la calunnia, più che un venticello è un uragano. Grazie anche a voi, che mi state sempre vicino. Noi, insieme, urlando nel cielo: crederci sempre arrendersi mai".

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