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Martedì, 16 Aprile 2024
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Alberto Sordi, i parenti delusi dal film sulla sua vita: “Un sacco di inesattezze, maldicenze e cattiverie”

Al 'Corriere della Sera' le dichiarazioni del cugino dell’attore Igor Righetti sul film con Edoardo Pesce: “Imitazione mal riuscita. Non basta una protesi al naso e scimmiottare la parlata romanesca”

Bocciato senza appello: il film ‘Permette? Alberto Sordi’ diretto Luca Manfredi che dopo un passaggio di tre giorni al cinema arriva su Rai1 il 24 marzo, non piace affatto ai parenti dell’attore nato 100 anni fa. Attraverso Igor Righetti — voce storica di Radio1 con Il ComuniCattivo e soprattutto cugino di Sordi (il nonno infatti era il fratello di Maria Righetti, madre di Alberto Sordi) – la famiglia ha espresso tutta la sua delusione in un’intervista al Corriere della Sera.  

Quella di Edoardo Pesce è un’imitazione mal riuscita: non basta una protesi al naso e scimmiottare la parlata romanesca per diventare Alberto Sordi. Pesce non buca il video, al massimo lo graffia”, ha dichiarato Righetti: “Noi familiari siamo tutti delusi, peccato: è stata un’occasione persa. Intanto il film è stato presentato con l’idea di mostrare un Sordi inedito e sconosciuto, ma non c’è niente di nuovo, niente che non trovi su Wikipedia. E poi ci sono un sacco di inesattezze, maldicenze e cattiverie. Io che l’ho conosciuto, Sordi non l’ho rivisto: per tutto il film viene ritratto come un cane bastonato”.

'Permette? Alberto Sordi', su Rai1 un biopic a 100 anni dalla nascita 

‘Permette? Alberto Sordi’, perché il film non piace alla famiglia dell’attore

Secondo Igor Righetti, ci sarebbero dei “buchi” nel film che nel centenario della sua nascita vorrebbe celebrare il grande attore romano scomparso il 24 febbraio 2003: “Manca totalmente la sua profonda religiosità: lui era un fervente cattolico, nella sua villa aveva un inginocchiatoio dove si metteva a pregare ogni giorno, in giardino aveva una statua della Madonna. Non puoi ignorare un aspetto così importante della sua vita”, ha spiegato, precisando ancora come “non è vero che la professoressa dell’Accademia ce l’aveva con lui; non è vero che venne cacciato dal set di Scipione l’africano; manca completamente il rapporto con i fratelli, il padre di Alberto morì che lui aveva 20 anni e loro quattro erano un clan”.

Stando a Righetti, per cui anche la figura della madre dell’attore nel film sarebbe stata travisata (“Appare triste e ossessiva, viene presentata come la donna che impedì a Sordi di avere una vita sentimentale, ma non è così, non gli ha mai impedito nulla”), l’errore di fondo è stato quello di non confrontarsi con i parenti di Sordi: “Il regista, Luca Manfredi, fece un film su suo padre Nino e mi sembra giusto: chi lo conosceva meglio di lui? Per questo mi chiedo come si fa a non aver sentito i familiari. O, se proprio non noi, almeno i fan club che sanno davvero tutto di Sordi — altro che Wikipedia —: i nomi delle comparse, le battute, le piccole parti nei film...”.

“La sua vita privata era blindata, la riservatezza era una sua ragione di vita: amori, adozioni a distanza, beneficenza, pochi sanno davvero la verità. Lui diceva sempre: i fatti miei mi farete la cortesia di raccontarli quando sarò in orizzontale”, ha aggiunto ancora il cugino di Sordi, autore del libro Alberto Sordi segreto (Rubbettino Editore) in uscita il 9 aprile dove afferma ci sarà un ritratto veritiero dell’attore: “Lì parlerà anche chi lo conosce davvero bene, non quegli amici finti spuntati come funghi dopo la sua morte”.

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