rotate-mobile
Martedì, 16 Aprile 2024
Tv News

"Stasi può dirsi innocente a Le Iene, ma è stato condannato al di là di ogni ragionevole dubbio"

L'intervista rilasciata al programma di Italia 1 è lecita, come tutti i tentativi fatti in passato dall'imputato per ribaltare la sentenza. Ma la verità processuale resta quella. Ne parliamo con l'avvocato penalista Daniele Bocciolini

L'intervista di Alberto Stasi a Le Iene ha diviso il pubblico, proprio come processo e sentenza hanno sempre spaccato l'opinione pubblica. E dopo lo speciale di martedì sera sul delitto di Garlasco continuano a farlo. Il programma di Italia 1 ha riacceso i riflettori sull'omicidio di Chiara Poggi, facendo parlare dal carcere di Bollate l'unico imputato - fidanzato della vittima - condannato in via definitiva a 16 anni di reclusione per il delitto avvenuto il 13 agosto del 2007. 

Giusto dare spazio alla verità di Stasi? Davanti a questa domanda si alza un vespaio. Se da una parte è lecito per l'ex studente della Bocconi continuare a proclamarsi innocente, così come lo è intervistarlo in tv, dall'altra fa discutere il modo in cui è stata condotta l'intervista. Senza contraddittorio. Mettendo da parte il giudizio etico e le critiche sul modus operandi, restiamo sul caso di cronaca e lo commentiamo con l'avvocato penalista Daniele Bocciolini, che su quanto andato in onda l'altra sera dice: "Non entro nel merito delle scelte editoriali o giornalistiche nel confezionamento del servizio. Le Iene, con la professionalità che caratterizza i loro servizi di inchiesta, hanno raccolto un'intervista nella quale Stasi ha avuto modo di ribadire la sua innocenza così come ha sempre fatto nel corso di questi anni. Il titolo dello speciale era appunto 'La verità di Alberto Stasi', la sua appunto, che non necessariamente coincide con quella storica e con quella processuale. Dal punto di vista sostanziale le dichiarazioni di Stasi non hanno aggiunto molto. L'unico dato certo è e resta che, nonostante si sia trattato di un processo indiziario, processualmente Stasi è l'assassino della povera Chiara al di là di ogni ragionevole dubbio". 

"Lecita l'intervista, ma non ribalta una sentenza"

Per la legge italiana, dunque, Alberto Stasi è colpevole e gli elementi a suo carico, che nel 2015 hanno portato alla sentenza di condanna, sono ritenuti incontrovertibili. Motivo per cui non gli è stata concessa la revisione del processo: "In questi anni numerosi sono stati i legittimi tentativi di Alberto Stasi di ribaltare la sentenza di condanna definitiva - continua Bocciolini - Tutti senza ottenere però l'esito sperato. In particolare, i difensori hanno continuato a svolgere indagini difensive ed hanno raccolto alcuni elementi a favore del loro assistito. L'ultima pronuncia è stata quella della Corte di Cassazione che ha rigettato il ricorso che Stasi aveva presentato contro la decisione della Corte di appello di Brescia del 2 ottobre 2020 che aveva dichiarato inammissibile l'istanza di revisione della condanna. Questo perché a fondamento della richiesta di revisione del processo devono esserci 'nuovi elementi'; in particolare si può chiedere quando dopo le condanne sono sopravvenute o si scoprono nuove prove che, sole o unite a quelle già valutate, dimostrano che il condannato deve essere prosciolto. Nel caso di specie non è stato ritenuto che gli elementi posti a fondamento dell'istanza fossero 'nuovi' né tantomeno cosi forti da ribaltare la sentenza di condanna". Può ribaltarla un'intervista in tv? "Anche la sua intervista nel corso di una trasmissione televisiva è uno strumento lecito per ribadire la propria posizione" risponde il penalista, specificando: "Seppure i media possono certamente influire sull'opinione pubblica e la verità mediatica è certamente più veloce di quella processuale, nel caso di specie si tratta di una condanna oramai definitiva e non esiste ancora la 'revisione televisiva'". 

Un'intervista, per quanto potente, non ribalta certamente una sentenza, ma per l'avvocato Bocciolini non assicurerebbe neanche la riabilitazione mediatica: "Non è detto. Spesso si traduce in un boomerang. La tv è sempre un'arma a doppio taglio. Anche se spesso, anche davanti a fatti molto gravi, la nostra memoria è troppo corta, ci si dimentica con molta facilità. Per me l'unica riabilitazione che conta è quella che consiste nella resipiscenza del condannato che lo prepari al reinserimento sociale". 

"Le sentenze possono essere criticate"

Le accuse fatte da Alberto Stasi contro il sistema sono pesanti. Il 38enne contesta indagini e prove, ma anche questo è lecito: "Le sentenze possono essere sicuramente criticate. I cittadini possono criticare, anche aspramente l'operato dei giudici. Non solo per le sentenze emesse ma anche per i comportamenti assunti nell'esercizio della funzione giuridica. Questo lo dice anche la stessa Cassazione che ha esteso il diritto di critica dei cittadini nei confronti di chi esercita un potere pubblico - spiega Daniele Bocciolini - Ma può escludersi la responsabilità per il reato di diffamazione alla luce dell'esercizio del cd. 'diritto di critica' solo a condizione che lo stesso sia espresso in una forma espositiva corretta (proporzione), sia strettamente funzionale alla finalità di disapprovazione (continenza), e non trasmodi nella gratuita ed immotivata aggressione all'altrui reputazione (misura). Questo non significa che non possono essere usate parole 'forti' se pronunciate in un determinato contesto. Anche il 'dissenso' pertanto va tutelato se manifestato entro determinati limiti. Nel caso di specie, nel rivolgere delle critiche anche alle modalità di svolgimento delle indagini, possono essere state dette alcune cose di cui Stasi si é assunto la responsabilità. Certamente, qualcuno potrebbe risentirsi".

Ci sono stati errori?

Lo speciale de Le Iene si è concentrato su presunti errori che ci sarebbero stati, a partire dalle indagini. Questo è il punto più discusso in questi giorni, che infiamma chi sui social - ma non solo - è tornato a 'scommettere' su uno Stasi innocente o colpevole. La linea guida da seguire è sempre la stessa, afferma il 'nostro' avvocato: "Anche ove fossero stati commessi errori nella fase delle indagini, occorre ricordare che la prova si forma comunque in dibattimento. Confido nel libero convincimento dei giudici. Nel caso di specie, se hanno affermato la penale responsabilità di Stasi al di là di ogni ragionevole dubbio significa che hanno ritenuto che gli elementi probatori acquisiti, ampiamente valutati, mediante consulenze tecniche e perizie, fossero gravi, precisi e concordanti tanto da fondare la sentenza di condanna confermata anche in Cassazione". 

La cronaca nera in tv: "Tutto quello che va in onda ha un peso"

E torna quel "al di là di ogni ragionevole dubbio", pilastro fondamentale di ogni sentenza, che dovrebbe essere fondamentale anche per i media. Come deve comportarsi allora la tv? Daniele Bocciolini risponde: "Sono personalmente chiamato a intervenire su casi di cronaca nera in tv oramai da anni. Cerco sempre di evitare contesti che cavalcano la morbosità e il sensazionalismo. Per parlare di cronaca occorre tanto studio e competenza ma soprattutto delicatezza perché spesso ci si dimentica della vittima - spiega - La tv ha avuto ed ha sicuramente un ruolo molto importante per la ricerca della verità che spesso si affianca a quello della magistratura. Tutto quello che va in onda ha un peso molto importante. Non a caso alcune interviste contenenti dichiarazioni rese in tv dai soggetti coinvolti nelle indagini vengono poi acquisite nel fascicolo del PM e possono essere utilizzate in alcuni casi anche per la sentenza. La tv deve fare un passo indietro solo quando si supera il limite del rispetto della dignità dei soggetti coinvolti. Ma il diritto di cronaca va comunque tutelato anche dopo il passaggio in giudicato di una sentenza. Certamente la tv non può avere la 'pretesa' di riscrivere un processo sulla base delle dichiarazioni dell'imputato condannato in via definitiva". Il rischio di venire influenzati però resta: "Se si considera che la Corte d'Assise è composta da due soli giudici di professione, togati, e da 6 giudici popolari, si ha la concezione di quanto questi ultimi possono essere influenzati nella loro decisione" conclude l'avvocato Bocciolini.

Le Iene su Garlasco sono peggio della propaganda di Lavrov

In Evidenza

Potrebbe interessarti

"Stasi può dirsi innocente a Le Iene, ma è stato condannato al di là di ogni ragionevole dubbio"

Today è in caricamento