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Sabato, 20 Aprile 2024
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I Migliori Anni dell’Estate, Mogol: “Ho scritto ‘L’arcobaleno’, una medium disse che lo voleva Lucio Battisti”

Un aneddoto inedito svelato dal grande paroliere ospite di Carlo Conti nell’ultima puntata dello show musicale di Rai Uno

Si chiude con un aneddoto che ha dell’incredibile e un monumento della musica italiana la stagione de I Migliori Anni dell’Estate. Ospite di Carlo Conti nella puntata dello show di Rai Uno di sabato 27 maggio è infatti anche Mogol, uno dei più grandi parolieri della musica italiana, il cui lavoro è legato indissolubilmente a quello di Lucio Battisti, ma non solo, visto che la sua penna è responsabile di tantissimi altri capolavori della musica leggera.

Mogol viene fatto accomodare dal conduttore per una chiacchierata tra aneddoti e ricordi che prendono il via ascoltando alcuni dei più belli e noti tra i brani del suo sterminato repertorio. Tra le tante canzoni raccontate ‘dietro le quinte’ dal paroliere c’è un aneddoto che è più straordinario degli altri, se non altro perché richiama il compianto Lucio Battisti.

La canzone da cui prende il via il ricordo di Mogol è abbastanza recente, si tratta de “L’Arcobaleno” di Adriano Celentano. Il modo in cui nasce la canzone è davvero particolare e lo racconta così il prestigioso ospite di Carlo Conti: “Questa canzone racconta un evento che mi ha molto toccato”, racconta Mogol. “Un giorno in ufficio venne da me la mia segretaria che mi disse che una medium mi cercava per parlarmi. Diceva di aver avuto un contatto con Lucio Battisti, io chiesi che contatto e lei mi disse che l’aveva avuto attraverso lo specchio del bagno e che lui mi chiedeva assolutamente di scrivere questa canzone sull’arcobaleno. Io ero molto scettico, ma nel frattempo successe anche un’altra cosa. Io avevo un amica di Como che proprio in quei giorni mi mandò un fax con la copertina di una rivista in cui c’era Lucio Battisti con un arcobaleno, e nell’articolo diceva che lei aveva sognato quell’immagine, ma gli sembrava di esserci veramente dentro e perciò voleva fare assolutamente quella copertina con l’arcobaleno. Proprio in quei  giorni io avevo anche un appuntamento con Celentano e Gianni Bella per lavorare a un nuovo brano, ma io volevo una musica e la melodia che tirò fuori Gianni Bella dava effettivamente l’impressione che venisse dall’al di là, e così nacque ‘l’arcobaleno’”.

Un racconto davvero suggestivo e l’unico che coinvolge il nome di Lucio Battisti, perché il resto della carrellata di brani commentati da Mogol riguarda canzoni portate al successo da altri artisti, ma sempre grazie alla sua abilità poetica. E’ il caso di “Una Lacrima sul viso” di Bobby Solo, che il paroliere racconta di aver scritto nel tragitto in auto da piazza Fontana a via Verdi, o della bellissima canzone “Vita” portata al successo da Lucio Dalla e Gianni Morandi. Un brano con parole meravigliose, di cui Mogol racconta un altro interessante retroscena: “Si intitolava ‘Cara’. Era dedicata ad una donna che ho conosciuto, che era una ragazza bella ma che non aveva capito l’importanza negativa di alcuni drammi che aveva vissuto. Loro, Dalla e Morandi che dovevano cantarla, mi dissero: ‘preferiremmo un’altra parola’ e così nella versione definitiva mettemmo ‘vita’, ma provate a pensare a questa canzone sostituendo la parola ‘vita’ con la parola ‘cara’, è da brividi.”

Si chiude con l’omaggio alla collaborazione con Lucio Battisti con un allievo della scuola di Mogol che intona uno dopo l’altro tre grandi capolavori del premiatissimo duo: “Il mio canto libero”, “Amarsi un po’” e “L’avventura”.

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