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Giovedì, 25 Aprile 2024

Claudio Pizzigallo

Giornalista

"Infinite" su Prime è la dimostrazione che non basta una buona idea per fare un bel film

Ci sono molti motivi per farsi incuriosire dal film Infinite, uscito il 7 ottobre su Prime Video. Si può essere fan di Mark Wahlberg o di Chiwetel Ejiofor, i due attori protagonisti di questo film e con curriculum impressionanti alle spalle.

O ci si può arrivare dopo aver visto su Netflix The Guilty, film da settimane nella top 10 e diretto dallo stesso regista, Antoine Fuqua (che in passato ha diretto King Arthur e The Equalizer).

Più semplicemente, si può aver voglia di vedere Infinite perché la trama, che vi avevamo anticipato lo scorso week end, è molto allettante per chi cerca uno di quei film ambientati nel mondo reale ma con un tocco di soprannaturale e magari anche un po' di azione...

Per tutte queste ragioni è facile lasciarsi allettare da Infinite. È successo anche a noi, ma proprio perché lo abbiamo visto abbiamo deciso di scrivere questa recensione, o meglio queste avvertenze per chi fosse tentato di vederlo. E se quasi tutto l'articolo è a prova di spoiler, attenzione perché alla fine - dopo una curiosità sulla nascita di questo film - condivideremo il nostro parere a beneficio di chi non è stato avvertito in tempo e lo ha visto senza una adeguata preparazione.

infinite film mark wahlberg antoine fuqua-2

Di cosa parla Infinite

Il film è la trasposizione del libro The Reincarnationist Papers (di cui parleremo ancora più sotto, a proposito di quella curiosità a cui abbiamo accennato prima) scritto nel 2009 da D. Eric Maikranz.

In questa storia, nel mondo esistono alcune centinaia di persone chiamate Infiniti (da non confondere con gli Eternals...), le cui anime non muoiono mai ma si reincarnano in nuovi corpi ad ogni nuova vita. Gli Infiniti si dividono in due fazioni: i Credenti, che si reputano una specie di guardiani dell'umanità e della loro sopravvivenza, e i Nichilisti, che invece vogliono porre fine a quella che per loro è la maledizione di osservare il perenne declino del mondo. 

Nel 1985 il credente Heinrich Treadway scappa dal capo dei nichilisti, Bathurst, a cui ha rubato un particolare "uovo". Treadway è aiutato dai suoi "colleghi" Abel e Leona, che però vengono catturati e uccisi da Bathurst.

35 anni dopo, conosciamo Evan McCauley (Wahlberg), un uomo che a causa di disturbi psichiatrici non trova un lavoro. Per comprarsi le medicine "improvvisa" un'antica spada katana, senza sapere come ha imparato a farla, e la vende a uno spacciatore, ma lo scambio va male, Evan scappa e viene arrestato dalla polizia.

In centrale, nella sala dell'interrogatorio entra un uomo (Ejiofor), che si rivela essere la nuova reincarnazione di Bathurst e che spaventa Evan per fargli tornare la memoria: Evan, infatti, è la reincarnazione di Treadway.

Per sua fortuna, però, poco dopo il muro della stanza viene buttato giù da un'auto guidata da Nora, che porta via Evan-Heinrich e lo porta al quartier generale dei Credenti, allo scopo di far ricordare all'eterno amico dove aveva nascosto quell'uovo, che poi sarebbe un'arma in grado di aggredire il dna degli esseri viventi e portare la totale distruzione della vita sulla Terra.

Nel caso vogliate proprio vedere questo film, ecco il trailer di Infinite

Cos'ha che non va il film Infinite (NO SPOILER)

Vista così, la trama del film sembra molto promettente. E poi ci sono ottimi attori, un bravo regista, e non stiamo certo parlando di un film a basso budget come Proximity, basti pensare che le riprese di Infinite si sono svolte in tutto il Regno Unito da Londra alla Scozia passando per il Galles, e poi ancora da New York alla Thailandia, da Città del Messico al Nepal e fino alle Alpi.

Però no, non si può dire che Infinite mantenga le promesse. Soprattutto, perché la storia si tiene appesa a dei fili sottilissimi, e basta il soffio di un ragionamento elementare per spezzare questi fili.

C'è qualcosa, o meglio ci sono troppe cose nel soggetto di Ian Shorr e nella sceneggiatura di Todd Stein che non tornano proprio. E uno spettatore paziente può lasciar correre una volta, due volte, ma alla fine la sensazione è di trovarsi di fronte alla dimostrazione perfetta che non basta una buona idea - perché quella alla base di Infinite è una buona idea - per fare un bel film. Neanche se ci metti sopra un regista come Fuqua e due attori come Wahlberg e Ejiofor.

Ma prima di spoilerare nel dettaglio alcuni esempi concreti di scene che non funzionano, vi consigliamo di leggere la simpatica storia dietro al libro che ha ispirato Infinite.

La strana storia del libro The Reincarnationist Papers

Il libro di D. Eric Maikranz (inedito in Italia, ma reperibile in lingua originale) ha una trama piuttosto diversa dal film: cambiano i nomi dei personaggi, e gli Infiniti qui si chiamano Cognomina ("cognomi" in latino, perché c'entra un immaginario volume trovato a Roma), e Evan Michaels conosce Poppy che lo porta in quella che sembra più una loggia segreta di filosofi, piuttosto che una fazione di guerrieri difensori dell'umanità.

Insomma, una storia differente, ma tanto è bastato a Malkranz per realizzare il suo sogno. Il suo libro, infatti, fu autopubblicato nel 2009, e all'epoca l'autore invitò i lettori a fargli da "agenti letterari": in sostanza, promise una ricompensa a chi avesse trovato il modo per convincere un produttore cinematografico a realizzare un film da The Reincarnationist Papers.

Incredibilmente, un dipendente di una compagnia di produzione hollywoodiana (di nome Rafi Crohn) trovò una copia del libro in un hotel in Nepal dove stava viaggiando e così è nato il film Infinite. Due anni fa, nel dicembre 2019, Maikranz ha doverosamente pagato la ricompensa a Crohn.

Perché non ci è piaciuto Infinite (SPOILER)

E infine, dobbiamo condividere la nostra amarezza con chi ha già visto Infinite e continua a farsi domande senza risposta. Per esempio, in ordine sparso: possibile che tra tutti i nichilisti non ce n'è uno che possa ricostruire l'uovo perché Treadway li ha uccisi tutti cancellando ogni file, ogni riga di progetto, ogni formula fisica?

Perché mai, una volta che Bathurst ha recuperato l'uovo, non lo arma lì nel castello? Che senso ha andare a Glasgow in aereo? C'è per caso l'aria perfetta per diffondere più velocemente il virus o quel che è?

E prima, come ha fatto Bathurst a trovare subito i nostri eroi dall'Artigiano? E come ha fatto a conoscere e corrompere in quattro e quattr'otto l'assistente dell'Artigiano? E come ha fatto questa a piazzare una telecamera e a portare il tablet a Bathurst senza farsi notare?

Ma poi, che senso ha tutto quello sforzo per trovare l'uovo se poi Evan dice subito che si trova nella pancia del suo precedente corpo? Non poteva tenerse per sé il segreto? E tra l'altro, perché tenere tutti quei corpi morti nella base deicredenti, se quel che conta è solo l'anima? E già che ci siamo, perché il protagonista viene chiamato Treadway, dal nome che aveva nel 1700, e non con il suo primo nome di migliaia di anni prima, o con un nome "eterno"?

Potremmo continuare ancora a lungo a porre queste domande, senza appunto trovare risposte valide. Ed è questo che dà più fastidio di Infinite: che hanno sprecato una bella idea per fare un film davvero fastidioso nella sua incompletezza.

Voto: 4

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"Infinite" su Prime è la dimostrazione che non basta una buona idea per fare un bel film

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