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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Le sparate del ministro russo Lavrov su Rete 4: da "Hitler era ebreo" a "Bucha è un fake"

E' polemica per lo spazio concesso al Ministro degli Esteri ieri sera a Zona Bianca

Mentre conduttori e giornalisti televisivi continuano a discutere, chiedendosi se sia giusto o meno invitare in programmi d'approfondimento e talk show opinionisti russi (alla meglio) o politici vicini a Putin, Giuseppe Brindisi ieri sera ha ospitato a Zona Bianca il ministro degli esteri russo Sergej Lavrov.

Un'intervista in prima serata su Rete 4, in bilico tra faziosità e propaganda. Le sparate non sono mancate e continuano a rimbalzare oggi sui social, dove è montata un'infuocata polemica per l'ospitata dell'aggressore. "In Ucraina la nazificazione esiste" ha detto Lavrov, rispondendo poi a chi lo contestava facendo notare che Zelensky è ebreo: "Anche Hitler aveva origini ebree. I maggiori antisemiti sono proprio gli ebrei". Dichiarazioni che hanno fatto rabbrividire chiunque, a partire dal ministro degli esteri israeliano, Yair Lapid, che ha convocato l'ambasciatore russo in Israele in segno di protesta, aspettando di ricevere delle scuse pubbliche: "Le sue parole sono imperdonabili" ha dichiarato. Sempre a proposito del tema denazificazione - tanto caro a Putin in questa guerra - Lavrov ha detto: "Il governo ucraino è diventato uno strumento degli estremisti nazisti e del governo degli Stati Uniti". E ancora: "Gli ucraini erano stanchi del regime di Zelensky". Letta così, perciò, i russi sarebbero i liberatori: "I problemi sono iniziati anni fa, in realtà Zelensky aveva tutte le carte in mano - ha proseguito il ministro degli esteri russo - Zelensky può portare la pace se interrompe gli ordini criminali ai battaglioni nazisti e ferma le ostilità. Non vogliamo che si arrenda ma che dia l'ordine di interrompere le ostilità e di lasciare i civili. Non vogliamo cambiare regime in Ucraina, quella è una specialità degli Stati Uniti. Vogliamo garantire la sicurezza nell'est del Paese e che non arrivino minacce alla Russia dall'Ucraina".

"Bucha è un fake"

Non finisce qui. Le fanfaronate di Lavrov - ricordiamo, in prima serata su Rete 4 - sono continuate parlando di Bucha: "La verità è solo una - ha affermato in collegamento con lo studio - il 30 marzo i militari sono usciti da Bucha, il sindaco ha dichiarato la vittoria e che la città era tornata a una vita normale. Poi dopo tre giorni hanno cominciato a far vedere questi morti. Non voglio approfondire, ma è talmente evidente che è un fake". Non contento, lancia più di una frecciatina all'Italia. Prima sulla posizione presa dal nostro Paese: "L'Italia è in prima fila contro la Russia, ci siamo sorpresi, ci sembrava che il popolo italiano avesse un approccio un po' diverso e sapesse distinguere il bianco dal nero. Ci sono stati politici e media italiani che sono andati oltre - ha detto - l'ambasciata ha trasmesso il materiale degli Esteri russo". Poi affonda sulla questione gas: "Volete pagare il gas in euro e tenere i soldi nelle vostre banche? Questo è rubare, non è possibile". 

La polemica

Durissima la reazione dei social dopo l'intervista a Lavrov, ma anche di gran parte della classe politica italiana, che ha definito "inaccettabile" l'ospitata. "Il soliloquio di Lavrov conferma che c'è qualcosa di molto distorto nell'informazione televisiva italiana" ha twittato il senatore Pd Andrea Marcucci e anche Adolfo Urso, presidente del Copasir (Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica) è intransigente: "Abbiamo già previsto una specifica istruttoria anche con le audizioni dei vertici di Agcom e Rai. L'intervento di Lavrov, per le modalità in cui è avvenuto e per la montagna di fake news che ha propinato, conferma le nostre preoccupazioni". Il deputato di Italia Viva e segretario della commissione di Vigilanza Rai, Michele Anzaldi, si scaglia contro Mediaset: "Il comizio di Lavrov du Mediaset è un'espressione diretta della propaganda russa: nelle nostre televisioni sta accadendo la stessa cosa accaduta con i no vax durante la pandemia. Ora come allora le tv sbagliano a rappresentare realtà e propaganda come avessero la medesima dignità: l'informazione deve rappresentare di certo la diversità di opinioni che esiste nella società, ma non è certo tenuta a farlo in modo notarile. Condttori e giornalisti possono e devono prendere posizione - continua - Restare immobili e tacere mentre uno dice che la seconda guerra mondiale non è stata colpa di Hitler, come hanno fatto Sommi e Travaglio, non è certo buon giornalismo. La scusa di raccontare la realtà non può diventare l'alibi per fare dei talk show un palcoscenico offerto alla peggiore disinformazione: davanti ad affermazioni aberranti o evidentemente false sarebbe un preciso compito del conduttore intervenire a tutela del proprio pubblico e del suo diritto a essere informato correttamente". 

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