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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Le Iene, Antonino Monteleone e il suo operatore aggrediti dopo aver scoperto una sala slot clandestina

L’episodio è avvenuto ad Agnano, quartiere periferico di Napoli, dopo che l’inviato del programma di Italia Uno e Marco Occhipinti hanno scoperto una sala slot clandestina in piena zona arancione, all’interno di un ristorante chiuso per misure anti covid

(Il servizio de 'Le Iene' realizzato da Antonino Monteleone e Marco Occhipinti)

Antonino  Monteleone, inviato del programma di Italia Uno ‘Le Iene’, e il suo operatore Marco Occhipinti sono stati aggrediti ad Agnano, quartiere periferico di Napoli, dopo aver scoperto una sala slot clandestina in piena zona arancione, all’interno di un ristorante chiuso per misure anti covid.  

Questo quanto accaduto: il bar è aperto e la sala slot interna è apparentemente vuota, si vedono anche due macchinette spente. L’inviato chiede al gestore se può giocare ma gli rispondono che le macchinette sono spente da un anno. Guardandosi intorno nota però una macchinetta illuminata in mezzo alla sala, è una di quelle cambia soldi che serve proprio per giocare alle slot. Ma se queste ultime sono davvero tutte spente, a cosa servirà mai la macchinetta cambia soldi accesa, si chiede Monteleone. Qualche istante dopo nota un movimento strano vicino ad una porticina che sembrerebbe essere l’ingresso alla zona ristorante che però è chiuso, quindi, per capire cosa accade al suo interno, decide di entrare. Lì scopre la sala illegale: una decina di macchinette illegali in funzione con relativi giocatori in azione. Poco dopo è il momento dell’aggressione con schiaffi, spintoni, minacce e una caccia all’inviato e al suo operatore, che alla fine è riuscita nell’intento di mandare via i due intrusi da quell’isola di illegalità. Il tutto per aver provato a capire quanto sia fondato il grido d’allarme lanciato da migliaia di lavoratori di un settore che è stato messo in ginocchio dalla pandemia e la cui crisi potrebbe riguardare non solo le centinaia di migliaia di famiglie colpite dalla chiusura protratta nel tempo.

A Montecitorio la protesta dei lavoratori nel settore

Almeno 150mila dipendenti sono senza lavoro nonostante le precauzioni prese dai gestori per adeguare le attività. Oggi, per la seconda volta in poche settimane, la protesta contro le chiusure, di nuovo in vigore da ottobre, arriva a Montecitorio, dove lavoratori e imprese chiederanno la riapertura del comparto. Gli unici esercizi che possono restare aperti in zona arancione sono gli Internet point e i punti vendita di ricariche dove non si può giocare in presenza, oltre che da casa aprendo dei conti online.

Nel servizio in onda ieri i manifestanti lamentavano il fatto di essere rimasti sempre chiusi da ottobre, nonostante tutte le misure di prevenzione adottate come l’obbligo di indossare la mascherina, la sanificazione e il distanziamento tra le macchinette e che la mancata riapertura di questi esercizi non avrebbe colpito solo le casse di chi ci lavora. Aver bloccato il gioco legale - senza voler né promuovere il gioco d’azzardo né sottovalutare problemi come la ludopatia - come sostenuto anche dal giornalista e conduttore tv Nicola Porro assieme a politici di tutti gli schieramenti, finirebbe quindi per favorire le bische clandestine gestite dalle mafie. Anche il procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero de Raho sottolinea il rischio del proliferare del gioco illegale e dichiara: “Giocare attraverso percorsi illegali è totalmente da sconsigliare. perché così si sovvenziona la mafia, la camorra, la ‘ndrangheta”. 

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