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Venerdì, 26 Aprile 2024
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Le Iene e il tuffatore folle (non pentito) di Venezia: “Non volevo mancare di rispetto, ma penso che ci siano problemi più importanti”

Nella puntata di martedì 25 aprile l’inviata de Le Iene intervista il ragazzo protagonista della discutibile impresa

Un tuffo dal tetto di un palazzo dentro un canale strettissimo, mentre dalla strada qualcuno avverte: “Attende, l’acqua è bassa!” Un’impresa folle che è rimbalzata sui social con un video da milioni di visualizzazioni e ha indignato i veneziani e fatto partire una caccia all’uomo finita con il fermo del protagonista.

Nella puntata di martedì 25 aprile, Le Iene tornano su questa storia per incontrare il tuffatore ‘folle’ e intervistarlo. Lo trovano a Milano, ben lontano da Venezia ed ecco quello che scoprono parlando con loro.

Alejandro ha 20 anni e, come molti avevano già capito, è un atleta di parkour, che con il suo team gira il mondo filmando ogni acrobazia. Nel video dell’impresa veneziana lo vediamo prendere la rincorsa dall’angolo del tetto di un palazzo storico e con una capriola in volo tuffarsi nel canale. Un’impresa spettacolare e pericolosissima, ma non improvvisata. Non si è trattata infatti di una bravata, ma di una performance preparata, ben studiata, con tanto di sopralluogo tecnico prima della performance.

Alejandro si arrampica e camminando sul cornicione arriva sul tetto volando a gambe e braccia aperte da 15 metri. Immagini che fanno impressione, ma per il quale il ragazzo si è molto allenato, anche perché di salti come questi ne ha fatti tanti.

Quando l’inviata gli chiede se sa che quello che ha fatto non si poteva fare, il ragazzo dice candidamente:“So che è vietato”. Ed è vietato fondamentalmente perché è pericoloso. Innanzitutto perché a Venezia non ci sono le fogne e le acque sono piene di batteri, bagnarsi quindi è molto pericoloso, ma il fatto è che una tale performance potrebbe diventare pericolosa anche per altri, visto che i canali sono pieni di barche e un tuffo di quel genere potrebbe facilmente causare gravi incidenti.

La Iena fa poi presente al ragazzo che un gesto del genere è stato preso anche per una mancanza di rispetto, una delle tante che le città d’arte italiane, subiscono ogni giorno, solo più eclatante delle altre.“Non volevo mancare di rispetto”, racconta il ‘tuffatore’, ma non sembra troppo pentito quando aggiunge “Penso che ci siano problemi molto più gravi in Italia”. Intanto, oltre al DASPO che lo obbliga a stare lontano per due giorni dalla città lagunare, Alejandro dice di non essere assolutamente interessato a tornare a Venezia.

Stiano quindi tranquilli il sindaco Brugnaro e tutta la cittadinanza.

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