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Lunedì, 27 Marzo 2023
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Le Iene, il monologo di Ariete: “Voglio parlarvi della cruda realtà della comunità LGBTQ+”

La musicista pontina ospite dello show di Italia Uno fa riflettere su violenze e discriminazioni

Ariete è una delle voci emergenti della musica italiana più seguite dalle nuove generazioni. Un riconoscimento del suo talento ma anche una responsabilità, perché chiunque ha un po’ di credibilità pubblica ha anche spazi preziosi che può scegliere di riempire con il proprio lavoro, le proprie competenze, ma anche con messaggi di valore.

Ed è proprio questo che accade durante la puntata del 7 marzo delle Iene, quando la cantante decide di dedicare un monologo a un tema che le sta molto a cuore.

“Ma non la senti la responsabilità? Questa è la domanda che mi fanno di più.”- inizia a raccontare Ariete- “Da ragazza di 20 anni felice, amata, libera, sono sempre rimasta lì, con la coda tra le gambe, a cercare una risposta. Posso davvero farmi portavoce di qualcosa, lasciare un’impronta importante? Oggi ci provo, e voglio parlarvi della cruda realtà che sta dietro la comunità LGBTQ+ oltre la bolla dei social e della sensibilizzazione”.

E poi passa ad illustrarla questa cruda verità non mediata,  fatta di sopraffazioni, bullismo, violenze, dicendo:

“E’ la realtà di un ragazzo transessuale o di una ragazza omosessuale che sentono tutti i giorni il peso di chi non li accetta, delle cicatrici tenute nascoste. La realtà di chi, purtroppo, non c’è più.”

Ariete fa qualche esempio, solo i più recenti, di una situazione che è comune, da nord a sud del paese, in ogni strato economico e sociale. L’esempio di una ragazza di Frosinone che il mese scorso è stata aggredita a schiaffi e sputi dalla madre che le hgridava che avrebbe preferito una figlia morta piuttosto che gay, o l’esempio di Naomi una donna trans trovata morta in una camera di albergo a Como, o Chiara, suicidatasi dopo aver tanti episodi di discriminazione, violenza e bullismo.

“Queste sono solo alcune delle storie emerse”, avverte Ariete, “Poi c’è chi soffre in silenzio. Non aspettate a chiedere aiuto alle help line. Ma non la senti la responsabilità? Si, la sento, per Naomi Chiara e chissà quanti altri, per gli esseri umani, per non dimentichiamocene mai”.

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