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Sabato, 20 Aprile 2024
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Loredana Bertè ricorda la sua Mimì: "Con lei è morta una parte di me"

Il racconto dell'infanzia difficile vissuta con la sorella Mia Martini e della crudeltà delle persone che le avevano "appiccicato l'etichetta di porta iella"

( nel video sopra l'intervista a Loredana Bertè)

Il mito di Mia Martini continua a vivere anche grazie alle parole della sorella Loredana Berté che ospite a Verissimo ha raccontato alcuni episodi della loro vita. "Lei mi proteggeva ed io facevo altrettanto con lei" ha detto. La Berté ha parlato della loro infanzia difficile e dei momenti bui in cui Mia Martini era stata messa ai margini del mondo dello spettacolo perché tacciata di portare sfiga. 

La difficile infanzia di Loredana Bertè e Mia Martini

"Siamo cresciute con la regola del niente - ha raccontato ai microfoni di Verissimo - i nostri genitori erano professori, gli stipendi arrivavano il 27 ma noi facevamo il compleanno il 20, siamo nate tutte e due il 20, e non ci dicevano nemmeno buon compleanno. Le feste erano bandite. Ci divertivamo con altro e sperimentavamo la nostra vita. Tra le botte lei mi prendeva e mi portava al Luna Park e poi non volevamo tornare a casa perché c'erano sempre brutte sorprese lì".

Le malelingue l'hanno fatta morire dentro

Poi la Bertè ha parlato delle malelingue che avevano 'appiccicato' a Mimì l'etichetta di porta iella. "È stata la cosa che l'ha fatta morire dentro. Si è rifiutata di cantare per 15 anni. È stata una sofferenza continua. Ed io mi sento anche in colpa, perché ho viaggiato tanto, ho conosciuto chiunque, un viaggio in meno per starle più vicino e forse le cose sarebbero andate in maniera diversa. - poi la confessione - Non mi perdono di non aver preso il telefonino che mi aveva dato, al posto del telefonino avevo un fax che era di Fabrizio De Andrè".

"Forse oggi sarebbe orgogliosa di me"

"Con lei è morta una parte di me. Quando sono sul palco la sento dentro di me e dò tutto quello che ho, anche se sono terrorizzata e ho gli attacchi di panico prima di uscire. Non respiro, ma penso a lei e poi esco. Il pubblico mi dà le energie necessarie per affrontare questi concerti pazzeschi. Dopo aver finito il concerto - aggiunge – però, mi sento una persona migliore, sento di aver dato più di quello che potevo. Penso che Mimì forse oggi sarebbe orgogliosa di me“.

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