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Venerdì, 19 Aprile 2024

Claudio Pizzigallo

Giornalista

Se cercate un film che vi dia speranza, guardate "Marilyn ha gli occhi neri"

Da fine gennaio, su Netflix e Sky (e anche su NOW, ovviamente) è disponibile Marilyn ha gli occhi neri, film con Stefano Accorsi e Miriam Leone, che si sono ritrovati dopo le esperienze seriali di 1992 e stagioni successive.

Di questo film vi avevamo già parlato prima ancora che uscisse, perché eravamo convinti della sua appetibilità e del fatto che si sarebbe rivelato un film molto interessante, in un panorama cinematografico italiano che, come dimostra per esempio Mio fratello, mia sorella, è sempre più attento a raccontare le storie di persone con disturbi neurologici e mentali. 

A noi è piaciuto molto Marilyn ha gli occhi neri, e - lo diciamo subito - ciò dipende solo in parte dalla nostra ammirazione per Stefano Accorsi che risale almeno ai tempi di Jack Frusciante è uscito dal gruppo. Se vi interessa sapere perché ci è piaciuto, e se state cercando un film italiano da vedere a casa, vi invitiamo a leggere questa recensione, ma prima una breve sintesi della trama di questa commedia agrodolce. 

Di cosa parla "Marilyn ha gli occhi neri"

Il film inizia con qualcuno che devasta quello che sembra un ristorante. Quel qualcuno è Diego (Accorsi), chef molto dotato ma con un disturbo mentale, una vita difficile, una moglie che lo ha lasciato, una figlia, e un anziano padre con cui adesso convive. 

Diego frequenta un centro diurno per la riabilitazione e il reingresso in società. Qui conosce Clara (Leone), costretta a frequentare il centro dopo aver dato fuoco alla casa in cui viveva con l'ex compagno. Clara si sente molto diversa dagli altri ospiti e pazienti che frequenta nel centro, ma forse ciò dipende anche dal fatto che lei è la prima a credere alle continue bugie che (si) racconta. 

Per riavvicinarli alla società esterna, al mondo reale, un giorno Diego, Clara e gli altri ospiti del centro vengono portati in una bocciofila, a cucinare e servire il pranzo per gli anziani ospiti. Dopo qualche titubanza, Diego accetta di rimettersi grembiule e cappello e di tornare ai fornelli. Anzi, ci prova persino gusto, anche se non lo ammette, mentre Clara, con la sua esperienza da attrice, si rivela un'ottima promotrice del locale. Tanto che la bocciofila, ristorante solo per gioco, diventa una meta sempre più ambita da chi cerca esperienze culinarie particolari... E Clara convince tutti che il personale del locale sta solo recitando la parte di persone con disturbi di natura piscologica e psichiatrica.

Ci fermiamo qui per non spoilerare la visione del film, ma vi suggeriamo di dare uno sguardo al trailer di Marilyn ha gli occhi neri pubblicato su YouTube da 01 Distribution

Perché vedere "Marilyn ha gli occhi neri"

Dopo l'uscita del già citato Mio fratello, mia sorella (e relativa recensione) abbiamo avuto l'onore di intervistare il regista Roberto Capucci, che ci ha raccontato lo straordinario lavoro fatto a monte del film, con la collaborazione di psichiatri e famiglie di persone con disturbi mentali.

Approfittiamo quindi di questo spazio per lanciare un appello a Simone Godano, regista di Marilyn ha gli occhi neri, affinché ci racconti la genesi di questo film così delicato e divertente allo stesso tempo.

Una storia che quasi "strega" il pubblico, che inevitabilmente finisce per immedesimarsi nel singolare personale di questo ristorante, con i suoi tic, le sue fissazioni, ma anche con il dolore di ciascuno, spesso nascosto sotto una coltre di imbarazzo e paura di fronte al resto del mondo. 

Certo, Marilyn ha gli occhi neri è una favola, e serve una buona dose di sospensione dell'incredulità per immergersi in una storia in cui la burocrazia italiana non opprime subito il sogno di un gruppo di persone con qualche problema. Ma una volta che ci si ritrova immersi in questo racconto, e si guarda al mondo con gli occhi dei suoi protagonisti, è impossibile non emozionarsi per i loro sforzi, per le loro difficoltà e soprattutto per le loro cadute.

In questo senso, le performance di Accorsi e Leone sono magistrali, ma saremmo ingiusti se non sottolineassimo anche le grandi prove dei comprimari, soprattutto dei colleghi di Clara e Diego nel ristorante Monroe: la cameriera triste con i pattini a rotelle, quella con la sindrome di Tourette, l'addetto alla sala che disegna sui muri quello che sente nel cervello, l'aiuto cuoco con le manie di persecuzione...

E poi sì, loro, lo chef e la comunic-attrice, una "strana coppia" per cui è impossibile non tifare, perché dove ci sono Leone e Accorsi l'intesa non manca mai, a prescindere dal contesto, che sia quello di Tangentopoli o quello di un ristorante più unico che raro.

Voto: 8

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