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Giovedì, 25 Aprile 2024

Donatella Polito

Giornalista

Ma dire “mongoloide” al GF Vip non è un’offesa?

Le parole pesano, altroché. Tiziano Ferro dedicò due minuti all’argomento con un monologo che in diretta televisiva puntava ad arrivare dritto alle coscienze di chi termini come “grasso, puttana, nano, disadattato, frocio, criminale, negro” li usa come oggetti contundenti dell’anima dei destinatari, fermi con le spalle al muro della fragilità.

Gravano le parole, tutte le parole pronunciate con l’unico scopo di offendere hanno la stessa rilevanza deprecabile. E soprattutto quando arrivano dalla tv che non consente il contraddittorio contestuale tra personaggio e spettatore spoltronato in casa, meriterebbero di essere censurate da chi è preposto alla conduzione o, almeno, di essere seguite da una qualche frase di scuse che autocondannino il gesto. Ma non è così proprio per niente. Perché pare che un conto sia dire “frocio”, “checca”, “ebreo”, “fascista”, un altro dire “mongoloide” con volontà spregiativa e offensiva.

È successo ancora, di nuovo, durante il Grande Fratello Vip, zona franca di un linguaggio adoperato a piacere dai concorrenti e condannato dagli autori con un provvedimento più o meno "severo" a seconda di quanto rumore faccia la cerchia che se ne sente toccata. Nel pubblico c'è un gran numero di credenti, omosessuali, figli e nipoti di avi costretti a patire l'orrore dei campi di concentramento? Allora, squalifica senza appello per chi bestemmia o sostiene posizioni razziste. Diverso, però, è il caso dell’esclamazione "Non mi fate passare per mongoloide", che, a quanto sembra, secondo gli addetti ai lavori ignoranti della sua gravità, forse genera nella collettività un turbamento meno austero di altri termini.

CoorDown chiede l'espulsione per la concorrente Selvaggia Roma

La frase in questione è stata pronunciata durante la puntata in diretta di lunedì 16 novembre da Selvaggia Roma che - per due volte - ha usato durante la dirette la parola “mongoloide” con volontà spregiativa e offensiva verso le persone con sindrome di Down. L’episodio ha suscitato la denuncia dell’uso della cosiddetta r-word come ennesimo episodio di discriminazione verso la disabilità intellettiva da parte di CoorDown, il coordinamento delle associazioni delle persone con sindrome di Down. La loro voce si era già fatta sentire a marzo, quando la direttrice Antonella Falugiani si scagliò contro la concorrente Asia Valente, colpevole di aver pronunciato la frase "Sei un down". Allora la ragazza era stata solo rimproverata dal conduttore, schivando l'espulsione, ma stavolta non sono arrivate neppure le scuse.

Per questo CoorDown torna a chiedere a Canale5 e al GF Vip di prendere provvedimenti verso la concorrente, poiché – fanno sapere - non è tollerabile che vengano sanzionati episodi di razzismo, sessismo e blasfemia e si lascino correre come “errori di poco conto” insulti che offendono le persone con sindrome di Down e le loro famiglie.

“Non possiamo impegnarci per l’inclusione a scuola e nel mondo del lavoro delle persone con disabilità se non cambia la mentalità e cultura di chi ci circonda. Le persone con sindrome di Down hanno lottato insieme alle loro famiglie per cambiare il mondo e per farsi spazio nella società. Dobbiamo continuare a lottare perché un mondo consapevole e aperto al rispetto della diversità possa accogliere davvero le persone con disabilità. Si tratta di una battaglia civile e culturale che non può essere considerata di Serie B. Il linguaggio è l’alfabeto della cultura in evoluzione. Se sdoganiamo termini come “mongoloide”, facciamo un passo indietro culturale di diversi decenni”.

Se ne prenda atto. Le parole hanno tutte un peso, da non quantificare con due misure.

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