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Giovedì, 25 Aprile 2024
la replica

Pio e Amedeo: "Non trasformate il nostro monologo in politica da quattro soldi"

I comici replicano alle polemiche nate dall'esibizione sul politically correct andata in scena nell'ultima puntata di Felicissima Sera. In loro favore si è schierato Matteo Salvini

Un monologo, questa volta 'social', per rispondere alle polemiche nate dal monologo sul politically correct portato in scena in occasione dell'ultima puntata di Felicissima Sera, andata in onda venerdì scorso. Così Pio e Amedeo replicano alle critiche del pubblico e dei colleghi che, a dire loro, avrebbero "trasformato" i loro concetti a beneficio della diatriba. Ed avvisano: "Noi abbiamo appena cominciato la nostra battaglia ai luoghi comuni e all'ipocrisia. Il nostro obiettivo sarà sempre quello di scardinare questa opinione unica che vogliono imporci". Fulcro della performance, com'è noto, il concetto secondo cui "la cattiveria non è nelle parole, ma nelle intenzioni". 

"Non trasformante monologo in politica da quattro soldi"

A scagliarsi contro i comici, nelle ultime ore, il cantante Michele Bravi ("le parole hanno un peso, ci ho messo anni per dire che amavo un uomo"), oltre ad Aurora Ramazzotti, influencer e figlia del cantante Eros ("è presunzione decidere cosa sia offensivo per gli altri"). A dare il suo plauso all'esibizione, invece, Matteo Salvini, leader della Lega. Al centro della performance dei comici, ricordiamo, tematiche LGBT e di genere. "Non fate finta di non capire quello che abbiamo detto perché “vi” fa comodo trasformarlo nella solita querelle politica da quattro soldi - scrivono oggi Pio e Amedeo - La politica non ci appartiene. La politica ci omaggia di spunti e personaggi senza distinzioni di partiti per fare quello che vogliamo fare, satira, come abbiamo sempre fatto".

Michele Bravi replica a Pio e Amedeo dal palco del Concertone: “Le parole contano quanto le intenzioni” 

Pio e Amedeo ci tengono a rivendicare la loro battaglia per i diritti civili, rimbalzando le accuse di omofobia. "Mentre alcuni di 'voi' erano impegnati a mettere l'arcobaleno nella foto profilo sui social, i sottoscritti qualche anno fa, sono andati in Russia a respirare la puzza dell'omofobia - proseguono su Instagram - Ci siamo messi in prima linea in uno Stato dove non badano troppo ai modi, perché insieme a Vladimir Luxuria eravamo lì per far sentire la voce per il diritto di uguaglianza, e di buona risposta siamo stati spinti in una macchina con violenza da energumeni e siamo stati buttati fuori fisicamente a calci da quel paese dove gruppi di imbecilli adescano ragazzi gay su Internet per incontrarli, pestarli e fare un video per postarlo con fierezza sui social... il tutto senza gridare nessuna parola “politicamente scorretta”, incredibile!". 

Pio e Amedeo: “Se vi chiamano fro*i per ferirvi, ridetegli in faccia. La cattiveria non sta nelle parole, ma nelle intenzioni”

"Si può fare schifo anche usando parole politicamente corrette"

Il duo comico, dunque, ribadisce il fulcro del monologo, e cioè che la cattiveria non è nelle parole ma nelle intenzioni. "Le persone cattive purtroppo possono fare anche a meno dei “vostri” divieti linguistici. LE PAROLE HANNO LA LORO IMPORTANZA! Eccome se ce l'hanno...ma non SONO NULLA IN CONFRONTO ALL'INTENZIONE! Si può fare così schifo anche usando solo termini "politicamente corretti".

"La cura dell'ignoranza - concludono - è l'educazione civica, che prescinde dalla lingua. Non provate a metterci in bocca concetti non nostri, perché cascate male. Fortunatamente di gay, neri ed ebrei che hanno capito il senso di quello che abbiamo detto ce ne sono tanti, tantissimi, e sono quelli, come noi, a cui basterebbe raggiungere la vera uguaglianza". 

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