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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Gigi Proietti, il ricordo di Maria Grazia Cucinotta: "Entrava in una stanza ed era già cinema"

"Sul set eravamo intimoriti, ma lui colmava le insicurezze di tutti", spiega a Today l'attrice, che con lui ha lavorato nella fiction L'Avvocato Porta. L'artista romano è scomparso stamattina all'età di 80 anni a seguito di un attacco cardiaco

"Entrava in una stanza ed era già cinema. Perché era lui lo spettacolo, non esisteva l'artificiosità della costruzione: lo osservavi e capivi che nella vita non avrebbe potuto fare altro". Maria Grazia Cucinotta ricorda ancora nitidamente quel connubio di timore e stima con cui si approcciò al gigante Gigi Proietti una volta arrivata sul set dell'Avvocato Porta, fiction di successo della prima serata di Canale 5, alla fine degli anni Novanta. Ma ogni tensione presto si ammorbidì, colmata "dalla rassicurazione che tutti avevamo grazie al semplice fatto che lui c'era: ti salvava a prescindere". 

"Quando arrivava sul set, gli altri sparivano. Ma colmava le insicurezze di tutti"

Proietti, scomparso questa mattina all'età di 80 anni a seguito di un attacco cardiaco, non faceva pesare questo fatto di essere Gigi Proietti, attore, comico, cabarettista, doppiatore, conduttore e regista dalla carriera lunga cinquant'anni. "Quando arrivava sul set, gli altri sparivano - ricorda a Today l'attrice siciliana - ma non perché lui li schiacciasse, semplicemente perché era lui: la gente restava incantata, da come parlava, da come si muoveva, tali erano la sua espressività e la sua energia". Lavorarci insieme "è un'esperienza che resta. Ero molto intimorita ma contenta al tempo stesso, perché confrontarsi con un talento simile rende tutto più facile. Quando eri accanto a lui ti sentivi un principiante, a prescindere dal tuo grado di esperienza, ma al tempo stesso era capace di colmare tutte le tue lacune e insicurezze". 

Innato il senso dello spettacolo. "Non recitava neppure, prendeva il copione e dava vita alle parole". A colpire Maria Grazia, a cui sta da sempre a cuore il tema della parità di genere, è stato poi anche l'approccio. "E' stata sempre una persona molto rispettosa, ti rispettava anche come donna. Di conseguenza era un grande anche sotto questo punto di vista". Del resto Proietti, legato dal 1967 alla compagna Sagitta Alter, da cui ha avuto le figlie Susanna e Carlotta, di donne era circondato anche in casa. E la stessa Carlotta, che ha ereditato la passione per lo spettacolo, ha calcato con lui il palcoscenico: Lo ha fatto in occasione di quei "Cavalli di Battaglia" che furono compendio, teatrale e televisivo, di una carriera formidabile. 

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E così oggi l'Italia intera piange unanime Proietti, icona della romanità ma "capace di parlare a tutti", tiene a sottolineare Cucinotta. "Proprio come i veri talenti, non ha mai avuto una regionalità specifica: in questo senso paragonerei la sua grandezza a quella di Totò. Non importa quale lingua parlasse, era il messaggio ad entrarti nella pelle. Parlo da siciliana che si è innamorata della sua arte grazie alla passione tramandatami da mio marito (l'imprenditore Giulio Violati, ndr). Ha raccontato pregi e difetti di tutti noi, e non lo faceva mai in modo accomodante, anzi: non te le mandava a dire le cose. Parlare al passato mi fa sentire ancora incredula, ma le persone come lui restano eterne anche quando se ne vanno fisicamente: il suo lavoro è senza tempo e continuerà a far sorridere anche le generazioni future". 

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