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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Quarto Grado, Alice Neri uccisa da Gaaloul: la super testimone

Tanti sono i dubbi sulla morte della 32enne ritrovata morta carbonizzata nel baule della sua auto

Quarto Grado torna a parlare del caso di Alice Neri e del terzo uomo con il quale la 32enne si sarebbe incontrata la notte del 17 novembre 2022, quella precedente al ritrovamento del suo corpo carbonizzato nel baule della sua auto, trovata nelle campagne di Concordia (Modena) il 18. La vittima, madre di una bambina e moglie di Nicholas Negrini, quella sera aveva detto a quest’ultimo di doversi vedere con delle amiche per un aperitivo, ma in realtà l’appuntamento era con qualcun altro.

Il primo sospettato dell’omicidio della giovane donna è il 29enne Mohamed Gaaloul, che dopo l'arresto in Francia aveva accettato l’estradizione in Italia, dove attualmente è carcerato in quanto le telecamere dello Smart Cafè, locale in cui Alice si era intrattenuta con il collega Marco Cuccui per diverse ore il 17 novembre, lo avevano ripreso mentre saliva sulla sua macchina. Quindi, stando alle indagini delle autorità e ad alcune testimonianze, sarebbe stato l’ultima persona ad averla vista viva prima della sua scomparsa. L’uomo, però, aveva spiegato a chi di dovere di averle soltanto chiesto un passaggio nel parcheggio al di fuori dal locale.

Cosa sappiamo dell'omicidio

Eppure troppi dettagli lasciano perplessi, così come le testimonianze false rilasciate dalla moglie di Gaaloul in sua difesa e poi ritrattate: se inizialmente la donna aveva confermato di essere rimasta con lui allo Smart Cafè fino alle 2 del mattino, in un secondo momento ha rivelato di non essere mai stata lì in sua compagnia e che il marito era partito per l’estero senza darle spiegazioni.

L’unica cosa che mancava all’appello è il movente dell’omicidio: non era ancora chiaro se i due si conoscessero davvero. Durante un’interrogatorio, Marco Cuccui aveva fatto presente che la Neri doveva vedersi con un suo ex collega dopo il loro incontro, ed è grazie alla sua testimonianza che le autorità erano risalite al nome di Mohamed Gaaloul. Ora, però, sembra che il motivo di tale gesto sia da attribuire a un rifiuto sessuale da parte della giovane, ma qual è la verità?

Secondo l’ultima ricostruzione, quella sera i due hanno fatto il giro del locale in macchina e, dopo essersi fermati sul retro per circa un’oretta, si sono diretti verso le campagne di Concordia, luogo in cui è stato poi ritrovato il cadavere della 32enne. Infine, di recente tre testimoni, che avrebbero ospitato Gaaloul la notte del delitto, nel corso di un'udienza in aula avevano svelato che l'accusato, una volta arrivato a destinazione, aveva i pantaloni sporchi d'olio, e per le autorità competenti il liquido potrebbe essere ricondotto a quello utilizzato per bruciare l'auto e il corpo della vittima. Eppure il cugino di Gaaloul, nonostante le dichiarazioni in Tribunale dei tre uomini, continua a sostenere che non sia lui il colpevole e di essere in possesso dei suoi spostamenti tramite GPS. D'altra parte, anche i testimoni hanno poi fatto un passo indietro giurando di non ricordare più la data in cui l'avevano ospitato. 

I nuovi risvolti

Secondo l'avvocato del principale sospettato, se il suo assistito fosse passato a casa, almeno una telecamera avrebbe dovuto riprenderlo lungo la via del centro. La zona infatti è presidiata da tre telecamere. Inoltre, la mattina del 18 novembre, alle 10:30 circa, l'uomo è stato ripreso in una piazza con pantaloni che in realtà erano macchiati di vernice e non di olio, ma potrebbero non essere gli stessi indumenti indossati da Gaaloul quando nel locale. Nessuno sembra ricordarsi come fosse vestito quella sera. Nel frattempo la Procura pensa che la ritrattazione delle testimonianze da parte dei tre uomini non abbia valore. A confermarlo, le riprese che vedono le macchine di due dei testimoni lasciare l'autofficina alle ore 8:11 circa. Questi ultimi avevano raccontato in un primo momento di averle portate a riparare proprio il giorno in cui Hamma si era presentato con i pantaloni macchiati d'olio. 

Secondo i giudici, se Hamma tornasse in libertà potrebbe provare a fuggire, e soprattutto potrebbe uccidere ancora: "È un ragazzo estremamente violento, privo di freni inibitori e senza scupoli di sorta". Alice Neri avrebbe rifiutato una violenza. È quello che pensano i giugici, ma nessuno può confermarlo, e il diretto interessato non ha intenzione di raccontare quanto accaduto quella notte. Tra l'altro, come ricordato a Quarto Grado, nessuno sa ancora spiegare cosa sia successo nell'ora vuota tra le 3:40 e le 5 del mattino, e inoltre non si conosce il reale movente. Intanto è stata richiesta un'alisi specifica e minuziosa sui pantaloni che avrebbe indossato Hamma il giorno dell'omicidio, e poi una possibile comparazione tra l'immagine dei suddetti indumenti e quella dei vestiti che Mohamed aveva la mattina del ritrovamento della vittima. 

Non solo: una super testimone, amica intima dell'arrestato, ha raccontato che Hamma le avrebbe chiesto un passaggio via telefono la notte dell'omicidio, verso le 3:00, poiché si era ritrovato a piedi in zona Concordia. Probabilmente parliamo di quel passaggio che poi avrebbe chiesto ad Alice Neri. Per quanto riguarda la sua colpevolezza, la donna ha affermato che senza prove non si può incolpare Gaaloul, e che non ha mai visto in lui un uomo violento. Insomma, è ancora tutto da vedere, ma la speranza è che la vittima trovi presto pace e giustizia. 

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