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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Santoro torna su Rai 3, megainchiesta su Aldo Moro: i segreti del sequestro

Da giovedì 10 maggio, in prima serata Rai 3, quattro puntate su Moro. Un raccontro tra fiction, teatro e talk dai giorni del sequestro fino agli anni '90

E' un ritorno di un certo spessore quello di Michele Santoro, al timone su Rai 3 di una megainchiesta su Aldo Moro. Da giovedì 10 maggio, in prima serata, quattro nuove puntate del suo "M" per un racconto - ricco di elementi inediti emersi dalle indagini agli atti della commissione parlamentare d'inchiesta sul rapimento e sulla morte di Moro - che parte dai giorni del sequestro fino agli anni '90. 

Santoro torna a mescolare il docudrama, in forma di fiction, con il teatro in diretta e l'approfondimento giornalistico, per raccontare il caso Moro e tutti i suoi segreti, con un orizzonte narrativo che va ben oltre i 55 giorni del sequestro che finirono con la morte dello statista democristiano. 

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Ogni puntata avrà al centro della scena un grande protagonista di quegli anni: Giulio Andreotti, Enrico Berlinguer, Tommaso Buscetta e Licio Gelli, che rivivranno con le loro parole ma soprattutto grazie all'interpretazione di straordinari attori (rispettivamente Remo Girone, Ninni Bruschetta, Claudio Castrogiovanni e Andrea Tidona). Punto di partenza, ogni settimana, saranno 50 minuti di una fiction che partirà dai giorni del sequestro Moro per arrivare agli inizi degli anni '90. 

A fare da filo conduttore sarà la vicenda di Mino Pecorelli, direttore di OP-Osservatore Politico, ucciso in circostanze misteriose a un anno dal rapimento di Aldo Moro. "Nella nostra fiction è tutto vero, tranne il personaggio di Silvia - ha spiegato Santoro - la fotoreporter di  sinistra, che all'inizio quasi quasi simpatizza per le Br ma poi indagando si rende conto che i brigadisti sono pedine, magari involontarie, di un disegno politico. La fiction viaggia verso lo svelamento delle novità investigative emerse solo ora".

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Subito dopo, in studio, i 55 giorni del sequestro rivivranno come se la vicenda si stesse svolgendo in tempo reale e al pubblico a casa verrà chiesto di interagire per misurare come è mutata la sensibilità degli italiani rispetto ai temi che allora divisero l'opinione pubblica, in primis se fosse giusto o meno trattare per salvare la vita di Aldo Moro. "Lo sforzo che seppero fare Moro e Berlinguer per andare contro le pance dei loro partiti fa impressione, soprattutto visto in rapporto all'oggi dove si fa quello che dice internet...", ha detto ancora il giornalista.

In ogni puntata si alterneranno testimoni veri con l'interpretazione degli attori ed alcune partecipazioni straordinarie, tra le quali quella di Bobo Craxi, figlio del segretario del Psi Bettino Craxi, che darà voce alle parole del padre, e quella di Paola Pitagora che presterà la voce alla moglie di Moro, Eleonora.

Il direttore generale di Rai 3 Stefano Coletta: "Un progetto frutto di un lunghissimo lavoro"

"Questo è un progetto frutto di un lunghissimo lavoro - ha sottolineato il direttore di Rai3 Stefano Coletta - che giustappone  due mestieri molto diversi, quello giornalistico e quello registico. Ho visto la prima puntata della fiction e sono rimasto colpito dalla grande qualità e dalla forza del racconto. Alla fine delle celebrazioni del quarantennale del sequestro Moro, a cui Rai 1 ha  dedicato pagine importanti, su Rai3 arriva Santoro con un lavoro davvero sperimentale che merita la prima serata sul servizio pubblico".

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Lavorando a questo nuovo progetto, Santoro sottolinea la sua voglia di "rompere le scatole alla Rai, perché sviluppi le enormi potenzialità che ha. Lavorando nel centro di produzione di Torino mi sono reso conto, ancora un volta, di che patrimonio enorme di professionalità inutilizzate abba la Rai", ha detto, prima di annunciare che proprio per questo ha deciso di sottoporre ai due rami del Parlamento la sua candidatura a consigliere d'amministrazione della Rai (il Cda attualmente in carica scadrà infatti a fine giugno) con due punti programmatici fondamentali: il primo è la trasparenza totale dei costi delle trasmissioni, il secondo è che il 40% della produzione deve essere affidata a produttori indipendenti. "Ci sono dei giovani produttori bravissimi che hanno la strada sbarrata e non hanno nessuna possibilità".

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